FUTURISMO 1909–2009. Velocità + Arte + Azione
Pubblicato in Dossier, Segnalazioni
di Alessandra Denza
Il 20 febbraio 1909 a Parigi Filippo Tommaso Marinetti, insieme a Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Gino Severini, Carlo Carrà, Mario Sironi, Fortunato Depero, Antonello Sant’Elia, Luigi Russolo, fonda il manifesto futurista. È da questo momento che suscita grandissimo interesse ed è considerata la data di fondazione, ma in realtà era già stato pubblicato il 5 febbraio sul Gazzettino dell’Emilia. Anche se il Futurismo è un movimento di avanguardia che avrà il suo sviluppo prima della Seconda Guerra Mondiale, è talmente di rilievo per tutte le correnti artistiche che verranno successivamente che non si può non farne memoria e celebrarlo insieme a tutte le istituzioni europee che quest’anno se ne occupano. E poi, ragazzi ammettetelo, almeno il 70% di voi alle parole arte contemporanea penserà che in questa siano comprese le avanguardie storiche. Eh no! Il contemporaneo è dal secondo dopoguerra e gli anni ‘50 fino al giorno d’oggi!
I primi articoli pubblicati su Le Figaro sono molto incisivi e già fanno intendere i concetti chiave del Futurismo:
1- Noi vogliamo cantare l’amor del pericolo, l’abitudine all’energia e alla temerità.
2- Il coraggio, l’audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia. 3- La letteratura esaltò fino ad oggi l’immobilità penosa, l’estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.
4- Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità.
5- Noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il volante, la cui asta attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.
6- Bisogna che il poeta si prodichi con ardore, sfarzo e magnificenza, per aumentare l’entusiastico fervore degli elementi primordiali.
7- Non vi è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro.
8- Noi siamo sul patrimonio estremo dei secoli! poiché abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente.
9- Noi vogliamo glorificare la guerra-sola igiene del mondo-il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore
10- Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d’ogni specie e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria
11- Noi canteremo le locomotive dall’ampio petto, il volo scivolante degli aeroplani. È dall’Italia che lanciamo questo manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il Futurismo
Per questo il 2009 è l’anno del centenario del Futurismo. Che nasce a Milano in un periodo di grande fase evolutiva. La cultura era stimolata dalla Scapigliatura e il Divisionismo e da fattori quali le guerre, la trasformazione sociale dei popoli, i grandi cambiamenti politici. E’ un momento cruciale anche per la nostra evoluzione: è l’avvento del telegrafo senza fili, della radio e dei primi voli con gli aeroplani. Finalmente le distanze si accorciano! Questo fermento per la velocità si farà fortemente sentire in tutti gli ambienti culturali, sia le arti visive che la letteratura ne saranno influenzati. Umberto Boccioni,
Anche se tutti sanno che cubisti e futuristi agirono in uno stesso momento, non è per questo che si amassero particolarmente. Anzi… la polemica se il Futurismo avesse o no copiato il Cubismo (nato nel 1907) è andata avanti a lungo. In effetti di prima battuta può sembrare che la scomposizione dei piani agisca in entrambi i casi (vero), ma ad essere più corretti il Futurismo introduce anche l’elemento fondamentale del movimento, la velocità, la simultaneità degli eventi. Il Futurismo è anche scultura (chi si ricorda il retro dei 20€cent? È di Boccioni) come dimostra Forme di continuità nello spazio (1913) di Boccioni conservata anche alla Tate Modern di Londra. È stato anche un movimento letterario, musicale, persino “politico” se si pensa che il suo ideatore, Marinetti, e molti aderenti furono tra i più fervidi sostenitori dell’intervento dell’Italia nella Grande Guerra. Ad ogni modo il Futurismo non rinnega i principi cubisti di scomposizione della forma secondo piani visivi e rappresentazione di essi sulla tela. Cubista è senz’altro la tecnica che prevede di suddividere la superficie pittorica in tanti piani che registrino ognuno una diversa prospettiva spaziale, solo si aggiunge il movimento, cioè l’elemento dinamico che coinvolge l’oggetto e lo spazio. Come la bambina che corre sul balcone o il cane che cammina in Balla. Il soggetto è scomposto su più piani come nelle pellicole cinematografiche (recente scoperta degli ultimi 20 anni) e l’immagine è ricostruita dall’occhio grazie alla velocità. Da questa passione per la velocità e le macchine si sfocia all’ Aeropittura degli anni ‘30 o a Balla futurista, cioè Futurballa (il periodo in cui l’artista maggiormente sviluppò l’elemento della velocità con vortici e saette) egli infatti rivisita la prospettiva rinascimentale secondo le forme del volo aereo e quindi gli orizzonti si incurvano in una nuova visione dinamica e un po’ allucinatoria. Il volo diventa esperienza mentale.
Con il tema del dinamismo si introduce nell’arte quello che viene inteso come il nuovo valore assoluto della modernità. Non più un’arte statica, estranea al flusso del reale, ma un’arte capace di incorporare in sé la vita in quanto pulsione vitale e di connettersi alla realtà nel suo farsi. Completano l’indagine sul Futurismo importanti opere appartenenti agli altri ambiti, come l’esperienza dirompente del Paroliberismo; alle sperimentazioni messe in atto nella fotografia e nel cinema; alle ricerche innovative condotte nell’ambito della musica, della scena e del teatro (come le straordinarie ricostruzioni di scenografie di Balla e Depero); alle futuribili novità concepite nell’architettura come nelle arti decorative, nella pubblicità, nella moda.
Così vi segnalo che il 2009 si è aperto con un progetto espositivo fatto di tre mostre collegate: la prima al Mart di Rovereto (titolata Illuminazioni) che mette in risalto il complesso gioco di rapporti tra il Futurismo e le avanguardie europee, la seconda a Venezia al Museo Correr (titolata Astrazioni) che evidenzia le diverse cifre e il sincronismo del passaggio al non figurativo di una generazione proiettata verso le forme dell’astratto e la terza a Palazzo Reale di Milano (titolata Simultaneità). Curatrice delle tre mostre, in un progetto che si chiama Futurismo 100 e copre l’arco di tutto il 2009, è Ester Coen, e offre una rilettura del Futurismo attraverso la ricostruzione della trama delle avanguardie storiche del primo Novecento, quelle che sono state le influenze e le contaminazioni fra i temi e i contenuti futuristi.
Milano (la città che sale), qui il Futurismo è nato e ha vissuto la sua prima, entusiasmante stagione, dedica al Centenario di questa avanguardia rivoltosa e visionaria una mostra esplosiva promossa dal Comune di Milano e da Skira Editore, curata da Giovanni Lista e Ada Masoero e prodotta da Palazzo Reale, che occuperà l’intero piano terreno della Reggia e che sarà l’evento centrale di un ricchissimo programma di iniziative promosso dal Comune di Milano, con manifestazioni di teatro, cinema, danza, moda, che faranno della città, per l’intero 2009, la capitale del Futurismo (per maggiori informazioni si visiti la pagina dedicata).
A Roma si svolgono altre due mostre sempre incentrate sulle figure degli artisti futuristi e le loro teorie d’avanguardia. Al MACRO presso l’Ex-Mattatoio al Testaccio Futurismo Manifesto 100×100 a cura di Achille Bonito Oliva e alle Scuderie del Quirinale Futurismo.?Avanguardia-Avanguardie. L’esposizione alle Scuderie ha il merito di aver riportato a casa per la prima volta alcun grandi capolavori che risiedono all’estero da anni… come La risata (1911) di Boccioni ospitata alla Estorick collection di Londra (dove c’è la più vasta collezione di opere futuriste fuori dall’Italia). Divisa sui due piani de Le scuderie la mostra ospita anche opere del periodo cubista per meglio far intendere l’opera futurista, tra cui il celebre celebrissimo Nu descendant un escalier di Marcel Duchamp padre di tutte le avanguardie e alcune nature morte di Braque e Picasso. Presenti anche le avanguardie russe come Larinov e Goncarova.
Al Mart di Rovereto invece si tiene Futurismo 100: Illuminazioni. 150 opere di cui: Boccioni, Severini, Delauny, Kandinskij, Chagall, Jaulenski.Tra le più belle Costruzione spiralica di Boccioni, e lì di rimanere per qualche minuto. Particolari i tagli di Severini, sincopi che il pittore impone a danze, danzatrici e colori. Come le sferzate del Paesaggio raggista di Gondarova, per poi passare all’unico Rodchenko in esposizione (Danza, 1915): una tela fatta di densità e immediatezze, spurie da qualsiasi origine forzata. Stilemi forti e involontari di questa lucida rassegna. Consiglio a tutti voi di ritagliarsi un attimo per andare a vederle. Almeno due. Vale sempre la pena immedesimarsi in un movimento interessante ed importante per la nostra storia.
Segnalazione altrettanto importante: il bar/ristorante Lacerba a Milano in via Orti 4 (p.ta Romana) www.lacerba.it. E’ totalmente di ispirazione futurista, sia nei suoi locali che nel suo menu (provate i bulloni e chincaglierie varie). Ottimo anche il Daiquiri! Vi vengono spesso organizzate serate ed eventi a tema futurista, specialmente quest’anno con i giovedì sera futuristi. Il nome viene dal giornale fiorentino fondato il 1° gennaio 1913 da Ardengo Soffici e G. Papini con sottotitolo “qui non si canta al modo delle rane” in evidente attacco a La Voce di Prezzolini.