Il Comune di Roma controlla e partecipa come socio di minoranza a 13 società, tra cui Ama, Atac e Acea, secondo quanto emerso di recente. Queste società sono guidate da numerosi dirigenti e top manager, la stragrande maggioranza dei quali sono uomini come Alessandro Filippi, Alberto Zorzan e Fabrizio Palermo.
Tra questi dirigenti, alcuni percepiscono stipendi molto elevati, mentre altri lavorano gratuitamente. Nel caso del gruppo Acea, l’ex amministratore delegato Michaela Castelli guadagnava 276mila euro all’anno. Attualmente, Barbara Marinali è a capo del gruppo Acea, che si occupa della distribuzione di acqua ed energia a Roma. Marinali ha anche esperienze lavorative in altre società come Webuild e Open Fiber, oltre a ruoli presso il Consiglio dell’autorità di regolazione dei trasporti e il Ministero dei Trasporti.
L’amministratore delegato di Acea, Fabrizio Palermo, è anche direttore generale e percepisce uno stipendio annuo di oltre 1,3 milioni di euro. Recentemente, Acea ha dovuto affrontare un cambio al vertice con l’arrivo di Giuseppe Gola come nuovo amministratore delegato, che ha preso il posto di Palermo.
Gola ha lasciato Acea nel mese di settembre, ricevendo un tfr dorato di 2,46… (il valore completo non è disponibile nel testo). Questi dati sollevano una serie di domande sulla gestione delle società partecipate dal Comune di Roma, specialmente riguardo agli stipendi dei dirigenti e all’equilibrio di genere all’interno degli organi decisionali.
Il Comune di Roma dovrebbe prendere in considerazione l’importanza di una leadership più inclusiva e rappresentativa, anche nell’ambito delle società partecipate. Avere un maggior numero di donne in posizioni di responsabilità potrebbe portare a una maggiore equità e a una visione più diversificata nella gestione di tali società.
È importante monitorare attentamente la gestione delle società partecipate e garantire che i fondi pubblici siano utilizzati in modo trasparente ed equo per il bene della città e dei suoi cittadini.
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