E credo che una buona domanda sia anche se esistano i lettori dei poeti (chi ha piu’ tempo…per leggere, sentire, percepire??), che cantano con valore universale i sentimenti, le sensazioni, la vita, i valori e le esperienze, amare, dolci, ma vissute e reali. Ecco mi pare che Saul si ispiri nella sua poesia proprio alla sua vita, vissuta, intensa, sensata ed insensata, dolorosa e felice, folle invadente geniale di giovane gia’ forgiato su amarissime esperienze eppure ossequiso e accondiscendente alla musa Calliope, suo quasi unico refrigerio ed evasione. Ed in parte noi tutti possiamo ritrovarci la’, pur con le nostre diverse esperienze, nei suoi versi, nei suoi lamenti, nei suoi contorcimenti, nelle sue felicita’. E quell’armonia segreta che Saul sa tanto bene fare sentire nella tecnica poetica ci rallegra anche se l’argomento e’ un po’ lontano da noi, un po’ triste, un po’ contorto.
Saul è una persona speciale, una persona che rimane nel cuore, anche se infranto. La sua poesia è eterna ed è un piccolo tesoro per chi lo ha amato ma non ha potuto gareggiare con la più grande delle rivali, con colei che lo spinge in una ed una sola direzione. Non una donna, ma la donna in assoluto. Non un amore, ma l’amore in assoluto. Non una passione, ma la passione in assoluto. La voglia che ha Saul di assolutizzare la sua vita lo spinge come una forza motrice verso una sola direzione: la Poesia.
Gli auguro tutto il bene.
Le poesie di Saul sono come un fulmine a ciel sereno!
In un’epoca patologicamente antipoetica come è la nostra, il suo libro segna il ritorno della vera poesia e insieme la conquista di nuovi territori. Saul, con la sua arte, dimostra come si possa essere poeti oggi, uscendo dall’impasse in cui si sono infilati – complici la decadenza culturale e le mode – e i creatori e i fruitori di poesia (se-dicenti poeti e lettori): l’equivoco per cui ormai non possa esservi poesia altro che in disarmonie, dissonanze, nonsensi, divertissement dissacranti, avanguardismo fine a se stesso, lasciando alla generazione dei nostri padri e dei nostri nonni il ritmo, l’armonia, il bello e l’ineffabile. Saul invece non teme di cantare l’assoluto e lo realizza in perfetto e originalissimo accordo di forma (forma che nei suoi versi si fa sostanza) e contenuto.
Non mi vergogno a dire – e non è un’esagerazione – che “La mente e la curva” ha in qualche modo cambiato la mia vita.
“Questi fu quel Dante, che a’ nostri seculi fu conceduto di speziale grazia da Dio; questi fu quel Dante, il qual primo doveva al ritorno delle Muse, sbandite d’Italia, aprir la via. Per costui la morta poesì meritatamente si può dir suscitata.”
Giovanni Boccaccio (Trattatello in laude di Dante)
Adoro le poesie di Saul!
Le ho trovate per caso in un indolente giretto in libreria di un pigro martedì pomeriggio e nelle sue pagine ho visto una luce di stelle lucenti nell’ombra..
Io non so cosa sia la poesia, non sono in grado di riconoscerla, non ne ho il fiuto. So però cosa riesce a colpirmi, a stimolare la mente, e la curva?, a fermare il flusso e farmi dire: “però, non male”.
Alcuni di questi versi hanno il potere di bloccarmi e farmi sentire la vita, il dolore, la felicità.
Come sosteneva Pasolini: “è proprio nei rari momenti di sospensione completa – e in quelli, frequenti di sospensione frammentaria, mescolata agli atti dell’amore e alle sue lunghe ricerche – che la felicità raggiungeva i suoi punti più alti”.
La poesia di Andreetti ci pone nella condizione di sospensione, condizione nella quale è nostro diritto abbandonarci al dolce e all’amaro vivere.
E credo che una buona domanda sia anche se esistano i lettori dei poeti (chi ha piu’ tempo…per leggere, sentire, percepire??), che cantano con valore universale i sentimenti, le sensazioni, la vita, i valori e le esperienze, amare, dolci, ma vissute e reali. Ecco mi pare che Saul si ispiri nella sua poesia proprio alla sua vita, vissuta, intensa, sensata ed insensata, dolorosa e felice, folle invadente geniale di giovane gia’ forgiato su amarissime esperienze eppure ossequiso e accondiscendente alla musa Calliope, suo quasi unico refrigerio ed evasione. Ed in parte noi tutti possiamo ritrovarci la’, pur con le nostre diverse esperienze, nei suoi versi, nei suoi lamenti, nei suoi contorcimenti, nelle sue felicita’. E quell’armonia segreta che Saul sa tanto bene fare sentire nella tecnica poetica ci rallegra anche se l’argomento e’ un po’ lontano da noi, un po’ triste, un po’ contorto.
Saul è una persona speciale, una persona che rimane nel cuore, anche se infranto. La sua poesia è eterna ed è un piccolo tesoro per chi lo ha amato ma non ha potuto gareggiare con la più grande delle rivali, con colei che lo spinge in una ed una sola direzione. Non una donna, ma la donna in assoluto. Non un amore, ma l’amore in assoluto. Non una passione, ma la passione in assoluto. La voglia che ha Saul di assolutizzare la sua vita lo spinge come una forza motrice verso una sola direzione: la Poesia.
Gli auguro tutto il bene.
Le poesie di Saul sono come un fulmine a ciel sereno!
In un’epoca patologicamente antipoetica come è la nostra, il suo libro segna il ritorno della vera poesia e insieme la conquista di nuovi territori. Saul, con la sua arte, dimostra come si possa essere poeti oggi, uscendo dall’impasse in cui si sono infilati – complici la decadenza culturale e le mode – e i creatori e i fruitori di poesia (se-dicenti poeti e lettori): l’equivoco per cui ormai non possa esservi poesia altro che in disarmonie, dissonanze, nonsensi, divertissement dissacranti, avanguardismo fine a se stesso, lasciando alla generazione dei nostri padri e dei nostri nonni il ritmo, l’armonia, il bello e l’ineffabile. Saul invece non teme di cantare l’assoluto e lo realizza in perfetto e originalissimo accordo di forma (forma che nei suoi versi si fa sostanza) e contenuto.
Non mi vergogno a dire – e non è un’esagerazione – che “La mente e la curva” ha in qualche modo cambiato la mia vita.
“Questi fu quel Dante, che a’ nostri seculi fu conceduto di speziale grazia da Dio; questi fu quel Dante, il qual primo doveva al ritorno delle Muse, sbandite d’Italia, aprir la via. Per costui la morta poesì meritatamente si può dir suscitata.”
Giovanni Boccaccio (Trattatello in laude di Dante)
Adoro le poesie di Saul!
Le ho trovate per caso in un indolente giretto in libreria di un pigro martedì pomeriggio e nelle sue pagine ho visto una luce di stelle lucenti nell’ombra..
Io non so cosa sia la poesia, non sono in grado di riconoscerla, non ne ho il fiuto. So però cosa riesce a colpirmi, a stimolare la mente, e la curva?, a fermare il flusso e farmi dire: “però, non male”.
Alcuni di questi versi hanno il potere di bloccarmi e farmi sentire la vita, il dolore, la felicità.
Come sosteneva Pasolini: “è proprio nei rari momenti di sospensione completa – e in quelli, frequenti di sospensione frammentaria, mescolata agli atti dell’amore e alle sue lunghe ricerche – che la felicità raggiungeva i suoi punti più alti”.
La poesia di Andreetti ci pone nella condizione di sospensione, condizione nella quale è nostro diritto abbandonarci al dolce e all’amaro vivere.
Vincenzo.