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(Italiano) Napoli 2009

19 July 2009
Published in Opinioni
by Alessandro Berni

Sorry, this entry is only available in Italiano.



3 Responses to “(Italiano) Napoli 2009”

  1. Antea says:

    Caro Alessandro,
    si resta al tempo stessi ammultoliti ma non sorpresi. Ammutoliti perchè descrivi un fatto che in sé è sconvolgente, ma la cui periodicità è tale che non può più stupire. Tra il sapere che ogni giorno tanta gente muore di ‘morte inutile’ e l’esservi testimoni che differenza c’è? Entrambe le situazioni sono impregnate dallo stesso senso di impotenza che destina al fallimento qualsiasi azione. Il semplice disgusto, lagnusia, per il ‘provare’, l”agire’, il partecipare di una cosa comune che è anche la vita. Stessa lagnusia si percepisce in vari livelli amministrativi e governativi: dal carabiniere che qualche anno fa in sicilia rifiutava di accettare una denuncia, per paura delle conseguenze, al magistrato che si muove solo in presenza di un testimone, ‘un pentito’, un agnello sacrificale, più o meno macchiato, che, solo, può innescare la macchina della burocrazia.
    Eppure nel momento stesso in cui accettiamo mentalmente un fatto simile alla morte di Petru, nel momento in cui collettivamente accettiamo la possibilità di questo fatto, si dissolve ogni possibilità di provare orrore, stupore, sconvolgimento per un fatto ‘fuori dal comune’. Tutti diremo: l’abbiamo già visto, è già successo, accade ogni giorno. Come si fa allora a invertire la direzione di marcia? Come si fa a ri-imparare a indignarsi? Come si riconquista l’onore perduto del cittadino e dell’essere umano? Come ci si stupisce di nuovo?

    Grazie, Antea

  2. Alessandro says:

    Cara Antea,

    L’indignazione di essere soltanto uomo. Esiste musa più alta, urgenza più incombente?
    Può la compassione essere diventata appendice? Il dolore degli altri, coccige? Può il prossimo essere vissuto come un singhiozzo, una molestia seccante, da levarsi di torno in fretta; reminescenza di un passato che accidenti se era presente quando siamo nati?
    Cosa è successo? Cosa è successo in questi ultimi 15 anni dove tutto è diventato qualcos’altro? Ed oggi il mondo in cui viviamo è percepito come acufene, labirintite, insensibilità totale?
    Bombardati dal superfluo siamo diventati sordi ai reali richiami del proprio spirito.
    Quando l’Ottocento è stato l’autunno delle idee; il secolo scorso è stato Auschwich e la neve; oggi è la primavera della durezza. In questo tempo che è una caduta, da Beethoven ad Allevi, da Giorgio La Pira a Berlusconi.., ovunque ed in ogni aspetto sociale il nichilismo – fuoco che brucia ogni trama, che non riscalda – si sta portando via tutto compresa la memoria di quello che si sta portando via.
    E davvero queste mie parole, come ed insieme alle ultime pulsazioni circolari della propria testa ghigliottinata, vedranno il proprio corpo, grideranno, dimenticheranno?
    Vorrei tanto e ci ho provato. Giuro che ci ho provato e vorrei tanto vivere come un’onda del mare; non prendermela di niente; insieme ad ogni attimo lasciarmi andare verso dove più mi pare.
    E invece percorro in lungo ed in largo le terre della cultura che mi ha generato alla ricerca di una felicità maniaca con dentro un’unica consapevolezza: siamo calchi ripetuti. La vita che abbiamo vissuto, il miele ed il fiele che abbiamo bevuto, è già successo dentro decine di qualcun altro, di qualcuno come noi magari in una lingua che oggi è morta.
    È già successo.
    L’odore dell’oceano quando poco lontano è appena nata una burrasca.
    È già successo.
    Dissacrare qualcosa che non è sacro..
    Uno scrittore non può togliere via dal cielo questo finto sole della distrazione che ci sta seccando il cuore. Quello che può fare è mettersi di forza, nel mezzo tra l’invitato ed il banchetto che lo sta aspettando e spalancargli un nuovo mondo davanti agli occhi.
    Per questo, le pagine che scrivo sono tutte lì, come un sasso in mezzo alla strada, sperando che lo stupore inciampi.

    A presto,
    Alessandro

  3. Alessandro says:

    Nel commento sopra volevo scrivere Lorenzo il Magnifico invece ho scritto Giorgio La Pira. Sto vivendo giorni molto distratti.