Gli esperti sottolineano l’importanza di combattere i fattori di rischio tradizionali, come ipertensione, colesterolo alto, diabete e fumo di sigaretta, per prevenire malattie cardiovascolari e infarti. Tuttavia, anche quando questi fattori sono sotto controllo, persiste un rischio residuo legato ad altri fattori come lipoproteina(a) e trigliceridi, infiammazione, trombosi e inquinamento atmosferico.
Per affrontare questo rischio residuo, gli sforzi di prevenzione devono essere mirati non solo a combattere i fattori di rischio tradizionali, ma anche a contrastare i nuovi fattori di rischio. Ad esempio, per combattere i lipidi circolanti è necessario utilizzare nuovi farmaci che agiscano su lipoproteina(a) e trigliceridi. Inoltre, per prevenire la malattia trombotica, sono disponibili nuovi farmaci antipiastrinici e anticoagulanti. L’infiammazione, che è causata da uno stile di vita scorretto, può essere ridotta con l’uso di farmaci adeguati.
Un altro rischio residuo da tenere in considerazione è quello legato all’inquinamento atmosferico. L’inquinamento atmosferico rappresenta un rischio ambientale che può portare a malattie cardiovascolari. Per affrontare questo problema, sono necessarie politiche di riduzione dell’inquinamento.
Gli esperti sottolineano l’importanza di prendere provvedimenti per affrontare il rischio residuo e migliorare la prevenzione delle malattie cardiovascolari. È fondamentale che sia il governo che i cittadini siano consapevoli di questi nuovi fattori di rischio e agiscano di conseguenza. Solo così si potranno ridurre le malattie cardiovascolari e migliorare la salute delle persone.
L’articolo è stato tratto da “Il Tamarindo”, un sito che promuove la salute e il benessere della popolazione italiana. L’obiettivo del sito è fornire informazioni aggiornate e affidabili sulle diverse tematiche legate alla salute, come la prevenzione delle malattie cardiovascolari.
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