La nuova tassa italiana sugli extra profitti delle banche ha sorpreso il mercato finanziario, causando un crollo dei titoli delle banche quotate a Piazza Affari. La capitalizzazione di Borsa è diminuita di circa 10 miliardi di euro a causa di questa misura.
Bper Banca è stata una delle più colpite, perdendo il 9,4% del suo valore, seguita da Finecobank con un calo dell’8,9%, Banco Bpm con un calo dell’8,2%, Mps con un calo del 7,9%, Intesa Sanpaolo con un calo del 7,8%, Unicredit con un calo del 6,39% e Mediolanum con un calo del 4,6%. Mediobanca, invece, è stata meno colpita con una diminuzione del 2,2% grazie al suo modello di business.
Non solo il mercato italiano è stato colpito da questa tassa, ma anche le Borse europee sono tutte in calo. L’indice Stoxx Europe 600 è sceso dello 0,3%, mentre Milano ha aperto in calo dello 0,5%, Parigi dello 0,67%, Londra dello 0,25% e Francoforte dello 0,52%. Milano ha ampliato il ribasso arrivando al 2%.
Gli analisti commentano che questa tassa è negativa per le banche, ma è importante notare che le banche hanno avuto un anno forte finora grazie ai tassi di interesse più elevati. Nonostante ciò, l’indice Ftse Mib ha aperto in calo dello 0,5% a 28.388 punti.
I titoli delle banche hanno subito un crollo dopo l’annuncio della tassa sugli extra profitti bancari. Secondo la nuova misura, il prelievo del 40% scatterà se il margine di interesse registrato nel 2022 “eccede per almeno il 3%” il valore dell’esercizio 2021. Questa percentuale salirà al 6% confrontando il 2023 con il 2022.
Le banche Bper e Banco Bpm hanno subito le perdite più significative, con cali dell’11% e del 9% rispettivamente. Tutte le banche quotate a Piazza Affari hanno sofferto delle conseguenze della tassa, con Intesa Sanpaolo che ha ceduto il 7,2%, Unicredit il 5,9%, Mps il 6,4%, Finecobank il 5,49%, Mediolanum il 4,9%, Mediobanca il 3,37% e Banca Generali il 2,84%.
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