Un bambino palestinese di soli 4 anni, Omar Bilal al-Banna, è stato tragicamente ucciso a Gaza a causa di un bombardamento. La sua foto, tenuta da un soccorritore, è diventata virale sui social media, ma purtroppo molti negavano la sua autenticità. Tuttavia, una giornalista della BBC ha confermato che Omar era un bambino reale e che è stato ucciso durante il bombardamento. Questo evento tragico si aggiunge ad un’altra morte altrettanto dolorosa: quella di Omer, un bambino ebreo ucciso da Hamas alcuni giorni prima. Anche la sua morte è stata oggetto di negazione da parte di alcuni.
La situazione nella Striscia di Gaza è devastante, specialmente per i bambini, che stanno subendo gravi conseguenze sia fisiche che psicologiche a causa dei continui bombardamenti. Un ragazzo di quindici anni ha vissuto ben cinque periodi di vita sotto le bombe, lasciando cicatrici permanenti di sofferenza e odio.
Va inoltre sottolineato che gli obiettivi legati all’Iran sono stati colpiti dagli attacchi degli Stati Uniti in Siria, e questi eventi non sono separati dal conflitto tra Israele e Hamas. In questo contesto, nella Striscia di Gaza ci sono due gruppi di bambini sofferenti: quelli israeliani tenuti in ostaggio da Hamas, e quelli palestinesi ostaggi sia dei terroristi che delle reazioni dell’esercito israeliano.
Finora, la guerra ha causato la morte di oltre 7000 persone, tra cui ben 3000 sono bambini. La direzione regionale dell’UNICEF ha definito la situazione nella Striscia di Gaza come una macchia sulla coscienza collettiva dell’umanità.
I bambini che sopravvivono subiscono anche la mancanza di accesso all’assistenza medica, alla corrente e all’acqua potabile a causa dei continui bombardamenti. Negli ospedali, le incubatrici rischiano di smettere di funzionare e le donne incinte non possono ricevere l’adeguata assistenza medica.
Sono stati riportati anche i racconti di bambini traumatizzati, che vivono nell’ansia e nel panico, e che abbracciano le loro madri per cercare protezione.
Nonostante tutte queste avversità, alcuni bambini nutrono ancora il desiderio di diventare medici per poter curare i feriti e contribuire a migliorare la situazione.
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