La storia del banchiere di Torino, Massimo Segre, e della sua ex compagna e collega, Cristina Seymandi, ha catturato l’attenzione dei media. L’opinione pubblica non ha preso le parti di nessuno dei due protagonisti, entrambi sono usciti sconfitti da questa vicenda. L’analisi del noto psichiatra e sociologo Paolo Crepet ha evidenziato alcuni motivi che hanno contribuito all’eco mediatica di questo caso, come il format che alimenta l’interesse per i problemi dei ricchi e il piacere di assistere alle disgrazie altrui. La vicenda è stata resa ancora più interessante dal fatto che tutto fosse disponibile in video e che si fosse in pieno periodo estivo, quando le notizie scarseggiano. Crepet ha anche fatto un parallelo tra l’anello di zaffiro regalato da Segre a Seymandi, misteriosamente sparito, e i celebri Rolex di Francesco Totti e Ilary Blasi, definendo la storia come un feuilleton e una “guerra dei Rosen in salsa subalpina”. L’Italia viene descritta come un Paese dove domina l'”analfabetismo relazionale” e si perpetua lo stereotipo dell’uomo italiano che crede di poter manipolare una giovane imprenditrice per migliorare la propria immagine di potere. Crepet critica anche Seymandi, definendola un’arrampicatrice sociale che ha commesso un errore di calcolo. Secondo Crepet, entrambi hanno sbagliato nel loro atteggiamento e ora Segre è visto come un uomo insipiente innamorato e Seymandi come una vittima.
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