I biomarcatori plasmatici sono una soluzione efficace e poco costosa per la diagnosi del morbo di Alzheimer. Tuttavia, non possono prevedere quando la malattia si manifesterà. I test basati sui sintomi presentano dei limiti nella diagnosi dell’Alzheimer. Gli esami plasmatici misurano livelli anomali delle proteine beta amiloide, proteina tau fosforilata e danno neuronale. L’uso dei biomarcatori plasmatici potrebbe cambiare il modo in cui viene diagnosticata l’Alzheimer, escludendo falsi positivi e riconoscendo correttamente la patologia in altre situazioni. Le nuove linee guida per la diagnosi dell’Alzheimer raccomanderanno l’utilizzo di esami del sangue per individuare segni della malattia nel cervello. I biomarcatori plasmatici rappresentano un’alternativa meno invasiva e più economica rispetto alle scansioni cerebrali o agli esami del liquido spinale. La diagnosi precoce dell’Alzheimer potrebbe consentire interventi terapeutici mirati in futuro. Sorvegliare attentamente i fattori di rischio identificati potrebbe aiutare a prevenire o ritardare l’insorgenza della malattia. Il fatto di scoprire di essere positivi ai biomarcatori plasmatici può incoraggiare le persone a concentrarsi sulla prevenzione e migliorare la salute cerebrale.
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