Dopo la recente polemica con J-Ax, Paolo Meneguzzi ha deciso di esprimere la sua opinione sull’utilizzo dell’autotune nell’industria musicale, generando una serie di dibattiti tra i suoi fan e gli addetti ai lavori.
Alessio Bernabei, ex protagonista del talent show “Amici” e frontman della band Follya, ha appoggiato le parole di Meneguzzi, sostenendo che l’autotune viene utilizzato per cantare intonati nella maggior parte dei casi. Secondo l’ex allievo di Amici, l’idea che l’autotune sia uno stile di cantare è solo una favoletta, affermando che solo pochi artisti eccezionali possono utilizzarlo con successo.
Bernabei ha sottolineato che per gli altri cantanti, l’autotune rappresenta solo una scusa o un palliativo, poiché in realtà non sanno cantare correttamente. In questo senso, ha definito l’utilizzo dell’autotune per correggere l’intonazione una truffa e un oltraggio all’arte del canto.
Secondo Bernabei, cantare è un’arte e l’utilizzo dell’autotune durante i concerti dal vivo sta creando una generazione di cantanti senza un’anima, simili a SIRI. Secondo lui, queste persone sono tutte uguali e privi di originalità artistica.
Le dichiarazioni di Paolo Meneguzzi e Alessio Bernabei hanno destato l’interesse di numerosi fan e hanno scatenato una serie di dibattiti nelle varie comunità musicali. In molti si sono schierati a favore degli artisti, sottolineando l’importanza di preservare l’autenticità del canto e la bellezza dell’arte senza ricorrere a strumenti elettronici.
L’opinione di Meneguzzi e Bernabei ha fatto riflettere anche altri artisti e ha alimentato un dibattito sulla legittimità e sull’utilizzo corretto dell’autotune nell’industria musicale. Sarà interessante vedere come questa discussione si evolverà nel prossimo futuro e se porterà a un cambiamento nell’approccio all’utilizzo di questa tecnologia nel mondo della musica.
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