I reporter di Gaza stanno vivendo un’esperienza unica nel suo genere mentre raccontano l’assedio della Striscia. Sono gli unici testimoni degli orrori che si stanno verificando e lamentano l’assenza dei loro colleghi internazionali, che sta creando uno squilibrio nella copertura dei fatti.
Amira Yassin, la corrispondente di Al Hurra, è una di queste coraggiose reporter che cerca di sopravvivere e continuare a lavorare nonostante i costanti bombardamenti e la mancanza di connessione elettrica e internet. La sua determinazione è un esempio di resilienza per tutti i giornalisti impegnati nella regione.
Ma questa ressa di violenza ha un costo molto alto: secondo il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ), 21 giornalisti sono stati uccisi durante gli attacchi israeliani su Gaza, rendendo questo il periodo più mortale per i reporter nella regione negli ultimi 20 anni.
Questa situazione ha spinto molti giornalisti internazionali a rinunciare a lavorare nella regione a causa del pericolo costante. La mancanza di presenza straniera crea inevitabilmente uno squilibrio nell’informazione e nella copertura mediatica.
Non solo devono fronteggiare i pericoli e cercare di raccontare la storia, ma i reporter di Gaza devono anche lottare per trovare cibo, acqua e riparo per sé stessi e per le loro famiglie. La mancanza di connessione internet per lavorare è un’altra sfida che devono affrontare quotidianamente.
L’assedio di Gaza ha anche impedito ai giornalisti stranieri di entrare nella Striscia, aggravando il divario nell’informazione. La mancanza di copertura dei media internazionali per la sofferenza dei civili palestinesi ha portato ad una disumanizzazione delle vittime del conflitto.
Alcuni coraggiosi reporter hanno deciso di raccontare le proprie esperienze personali per far comprendere al mondo intero il significato di vivere in un assedio. Hanno dato un volto alle vittime e mostrano il coraggio e la determinazione dei giornalisti impegnati in mezzo alle guerre.
Rushdi Abualouf è uno di questi reporter coraggiosi. Mentre copre gli eventi in corso, è costretto a prendersi cura della sua famiglia traumatizzata dalla guerra. A causa dei bombardamenti, Abualouf ha dovuto spostare la sua famiglia più volte, lasciandoli senza una casa e con enormi difficoltà nella ricerca di cibo e acqua.
I giornalisti di Gaza sono diventati protagonisti della storia che raccontano. Nonostante tutte le avversità, continuano a lavorare per dare voce a coloro che non possono parlare e per mostrare al mondo la realtà di un assedio implacabile.
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