Pubblichiamo integralmente la lettera aperta a Elena Cecchettin, sorella di Giulia, ultima vittima di femminicidio, firmata dalla DiRe – Donne in rete contro la violenza – la Rete nazionale antiviolenza formata da 87 organizzazioni dislocate sul territorio nazionale che gestiscono centri antiviolenza e Case rifugio, affiancando oltre 20mila donne ogni anno. Esprimiamo la nostra solidarietà a Elena e alla sua famiglia. Le sue parole possono essere d’ispirazione per tantissime giovani donne. Ringraziamo Elena per le sue affermazioni, che rappresentano realmente la situazione. Elena parla con forza e determinazione di patriarcato, cultura dello stupro e femminicidio come omicidio di Stato. Ci sentiamo vicine e sorelle in questa lotta contro la violenza maschile alle donne. Elena ha saputo raccontare la violenza alle donne senza mistificazioni o scuse. I Centri antiviolenza della Rete D.i.Re affermano gli stessi concetti da anni. Molto è stato fatto, ma c’è ancora tanto da fare. Speriamo che la lettera di Elena ispiri le giovani donne ad affrontare la violenza in modo diverso. Non ci accontenteremo più di minuti di silenzio per le sorelle uccise. Elena può essere un’ispirazione e una forza per tutte. Abbracciamo Elena e speriamo di farle sentire il calore e la vicinanza di tutte le attiviste. Le attiviste della DiRe sono al suo fianco da ogni parte d’Italia.
Articolo sui Centri Antiviolenza e la lotta contro il femminicidio
Il periodico “Il Tamarindo” desidera pubblicare integralmente una lettera aperta di Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, l’ultima vittima di femminicidio che ha profondamente colpito il nostro Paese. Elena, insieme a molte altre donne, ha affrontato con coraggio e determinazione il tema del patriarcato, della cultura dello stupro e del femminicidio come omicidio di Stato. Questa lettera, firmata dalla DiRe – Donne in rete contro la violenza, una rete nazionale antiviolenza formata da 87 organizzazioni dislocate su tutto il territorio italiano, rappresenta una voce di solidarietà e sostegno nei confronti di Elena e della sua famiglia.
Le parole di Elena sono forti e potenti e possono essere d’ispirazione per tante giovani donne che purtroppo ancora oggi subiscono violenza e soprusi. Il nostro giornale vuole ringraziare Elena per aver espresso senza mistificazioni o scuse la realtà della violenza alle donne. Questi stessi concetti sono stati ribaditi da anni dai Centri antiviolenza della Rete DiRe, che ogni anno assistono oltre 20mila donne in difficoltà.
Nonostante si siano compiuti progressi significativi nella lotta contro la violenza di genere, è innegabile che ancora molto debba essere fatto. Speriamo che la lettera di Elena possa spingere le giovani donne a reagire alla violenza in modo diverso, affrontandola con coraggio e denunciando ogni forma di sopruso e abuso.
Non ci accontenteremo più di minuti di silenzio per le sorelle uccise. Vogliamo che l’esempio di Elena sia un’ispirazione e una forza per tutte e che possa portare un cambiamento reale nella società. Abbracciamo Elena e le facciamo sentire il calore e la vicinanza di tutte le attiviste impegnate in questa lotta. Se c’è una cosa da ricordare, è che non siete sole. Le attiviste della DiRe sono al vostro fianco da ogni parte d’Italia.
“Social media scholar. Reader. Zombieaholic. Hardcore music maven. Web fanatic. Coffee practitioner. Explorer.”