Le prime misure della riforma fiscale entreranno in vigore il primo gennaio 2024 e non richiederanno copertura finanziaria. Saranno introdotte nuove misure per le piccole e medie imprese, come il concordato preventivo biennale e l’allargamento del meccanismo di compliance. L’obiettivo è ridurre il gap fiscale in Italia, che viene stimato tra i 75 e i 100 miliardi di euro.
Con il concordato preventivo, le piccole imprese potranno aderire a una proposta fiscale e gli eventuali guadagni nel secondo anno fiscale saranno esenti da tassazione. Queste misure sono state adottate con lo scopo di incoraggiare la crescita economica e sostenere le imprese in difficoltà.
Tuttavia, il governo è preoccupato per i conti pubblici, a causa dell’aumento dei tassi che comporterà una spesa aggiuntiva per interessi sul debito pubblico. Ciò potrebbe mettere a rischio l’implementazione completa della riforma fiscale.
Per avere una visione più chiara della situazione, i documenti della Nadef, l’agenzia responsabile delle finanze pubbliche, arriveranno il 27 settembre. Questi documenti forniranno informazioni importanti sulla situazione attuale e su come si intende affrontare il gap fiscale.
La prima norma da rinnovare sarà quella del cuneo fiscale, che dovrebbe essere rinnovata dal primo gennaio 2024. Si sta considerando l’introduzione di un sistema a tre aliquote con una tassazione del 23% fino a redditi da 28.000 euro, anziché l’attuale limite di 15.000 euro, nel caso siano presenti le condizioni necessarie.
La riforma fiscale rappresenta quindi un passo importante per ridurre il gap fiscale e sostenere le piccole e medie imprese. Tuttavia, la sua piena implementazione potrebbe essere messa in discussione a causa delle preoccupazioni legate ai conti pubblici. La situazione sarà più chiara quando i documenti della Nadef saranno resi pubblici il prossimo 27 settembre.