L’ex primo ministro del Pakistan, Imran Khan, è stato arrestato nella sua residenza a Lahore dopo essere stato dichiarato colpevole di frode e condannato a tre anni di carcere. Khan, che aveva anticipato l’arresto come una manovra per impedirgli di partecipare alle elezioni, si trova ora proibito di candidarsi o ricoprire cariche pubbliche. La sua condanna è stata imposta in seguito all’accusa di pratiche corruzione, in particolare per aver nascosto i benefici ottenuti indirettamente dalle casse dello Stato. Dopo essere stato rilasciato dalla sua prima detenzione, il Partito per la Giustizia (PTI), guidato da Khan, è stato duramente colpito con migliaia di arresti, denunce di intimidazioni e restrizioni sulla libertà di stampa.
In risposta all’arresto, Khan ha invitato i suoi sostenitori a manifestare in modo pacifico. Gli esponenti del suo partito sostengono che la sua incarcerazione non appacificherà i disordini che attualmente vivono l’economia e il panorama politico del paese. È probabile che il Parlamento venga sciolto nelle prossime due settimane e che le elezioni nazionali si tengano a metà novembre o prima.
Imran Khan era salito al potere nel 2018 grazie a una vasta base di sostegno popolare e a un manifesto politico anti-corruzione. La sua incarcerazione è il risultato di un caso incentrato sulle accuse di aver ricevuto regali di lusso non dichiarati durante il suo mandato come primo ministro. I giornali pakistani hanno pubblicato storie scabrose secondo cui Khan e sua moglie avrebbero ricevuto doni costosi durante viaggi all’estero.
Nel frattempo, il suo partito sarà guidato dal vicepresidente Shah Mehmood Qureshi, mentre i funzionari del PTI si stanno riunendo per pianificare le prossime mosse politiche. L’arresto di Imran Khan ha suscitato grande attenzione a livello nazionale e internazionale, poiché il Pakistan continua a lottare con problemi di corruzione e instabilità politica.
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