Questa è una scoperta scientifica che dà grande speranza ai paralizzati. Un olandese che ha perso le gambe per più di dieci anni può camminare di nuovo. Il progetto è stato sviluppato da ricercatori francesi e svizzeri.
Nei video che accompagnano la pubblicazione scientifica sulla rivista Natura, mercoledì 24 maggio si può ancora vedere un uomo che si muove lentamente, sorretto da un deambulatore. Quest’uomo, Gerdjon Oskom, è rimasto paralizzato per più di dieci anni a seguito di un incidente. Questo olandese si rialza e cammina solo con la forza del cervello e un po’ di tecnologia.
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La ricerca ha portato a una nuova attività che può aiutare le persone con paralisi a camminare di nuovo. Il Gruppo franco-svizzero della Commissione per l’energia atomica (CEA), École polytechnique, Università e CHU di Losanna, pubblica mercoledì 24 maggio. Un nuovo studio Ciò dimostra che il loro programma basato sull’interfaccia cervello-macchina funziona sempre meglio.
“L’obiettivo è dimostrare che un paziente paralizzato può controllare il movimento delle gambe in modo naturale. Guillaume Charvet, responsabile del programma Brain-Machine Interface presso CEA, spiega. Lo chiamiamo naturale perché il paziente può controllare il movimento della gamba destra e della gamba sinistra”..
“Può controllare ogni movimento delle sue gambe e il ritmo dei suoi piedi con ampiezza.”
Guillaume Charvet, della Commissione per l’Energia AtomicaSu franceinfo
Per fare questo, gli elettrodi sono stati impiantati nel cervello del paziente da un lato e sul suo midollo spinale al di sotto dell’area danneggiata durante l’incidente, ed è stato stabilito un ponte informatico per stabilire una connessione tra le due aree.
“L’idea è di visualizzare l’attività elettrica cerebrale sulla superficie della corteccia motoria, quindi generare in modalità wireless previsioni di movimento per i computer che decodificano questa attività elettrica cerebrale in tempo reale. Queste previsioni di movimento vengono quindi trasferite. In sequenze di stimolazione che consentono di generare stimolazione a livello del midollo spinale, questo paziente paraplegico riattiva i muscoli delle sue gambe. rende possibile”.
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Il primo studio su questo dispositivo è stato pubblicato nel 2018, ma a quel tempo il sistema serviva per registrare gli stimoli quando tutto veniva fatto dal vivo. Il trasferimento delle informazioni richiede 500 millisecondi, che è all’incirca la stessa velocità di ciò che accade a una persona fisicamente capace. Il passo successivo per questi ricercatori è quello di miniaturizzare il sistema e commercializzarne la produzione per renderlo disponibile al maggior numero di pazienti possibile.