Sono d’accordo con Marie.
Purtroppo è un gatto che si morde la coda: fino a quando un governo non concederà al Ministero dei Beni Culturali dei fondi adeguati e sgravi fiscali per il contributo dei privati non potrà esserci in Italia una vera politica di valorizzazione del suo immenso patrimonio culturale; e fino a quando esso non verrà valorizzato, gli Italiani stessi, la maggiorparte per lo meno, continueranno a considerare la cultura come “roba da museo”(e la sfumatura decisamente negativa che il termine riveste nel linguaggio corrente la dice già lunga sull’amore degli italiani per i loro musei).
La spinta per una più concreta attività di tutela può e deve a questo punto venire dal basso: il vero problema che attanaglia questo paese infatti è la mancanza di amore per la cultura , dove un bene culturale inizia a venire considerato come tale solo se associato ad un valore monetario intrinseco.
In tale clima culturale mi meraviglio che in pochi, soprattutto tra i politici, pensino concretamente al cosiddetto indotto generato da una tutela attiva dei beni culturali: turismo, posti di lavoro e una ventata di aria fresca per l’economia italiana. Oltre che fondi per il nostro patrimonio. Forse si potrebbe iniziare da qui…il resto verrebbe d sè.
[...] Non è forse vero che, prendendo un aperitivo con gli “amici di sempre”, ogni tanto ne arriva uno con una new entry dall’aspetto interessante, e noi pensiamo “lui sì, vedi che ganzo, lui si butta sull’estero”, e poi scopriamo che abita nella nostra stessa città-mummia da sempre, e che il suo percorso è stato da sempre differente dal nostro, e che conosce luoghi mai immaginati proprio dietro l’angolo, e che partecipa ad iniziative entusiasmanti e impensate ospiti della nostra provincia (spesso, per l’onor del vero, non troppo ben illuminate dalle nostre giunte comunali così estranee al marketing, come dice M.I. Corradi nel suo articolo)?. [...]
Sono d’accordo con Marie.
Purtroppo è un gatto che si morde la coda: fino a quando un governo non concederà al Ministero dei Beni Culturali dei fondi adeguati e sgravi fiscali per il contributo dei privati non potrà esserci in Italia una vera politica di valorizzazione del suo immenso patrimonio culturale; e fino a quando esso non verrà valorizzato, gli Italiani stessi, la maggiorparte per lo meno, continueranno a considerare la cultura come “roba da museo”(e la sfumatura decisamente negativa che il termine riveste nel linguaggio corrente la dice già lunga sull’amore degli italiani per i loro musei).
La spinta per una più concreta attività di tutela può e deve a questo punto venire dal basso: il vero problema che attanaglia questo paese infatti è la mancanza di amore per la cultura , dove un bene culturale inizia a venire considerato come tale solo se associato ad un valore monetario intrinseco.
In tale clima culturale mi meraviglio che in pochi, soprattutto tra i politici, pensino concretamente al cosiddetto indotto generato da una tutela attiva dei beni culturali: turismo, posti di lavoro e una ventata di aria fresca per l’economia italiana. Oltre che fondi per il nostro patrimonio. Forse si potrebbe iniziare da qui…il resto verrebbe d sè.
[...] Non è forse vero che, prendendo un aperitivo con gli “amici di sempre”, ogni tanto ne arriva uno con una new entry dall’aspetto interessante, e noi pensiamo “lui sì, vedi che ganzo, lui si butta sull’estero”, e poi scopriamo che abita nella nostra stessa città-mummia da sempre, e che il suo percorso è stato da sempre differente dal nostro, e che conosce luoghi mai immaginati proprio dietro l’angolo, e che partecipa ad iniziative entusiasmanti e impensate ospiti della nostra provincia (spesso, per l’onor del vero, non troppo ben illuminate dalle nostre giunte comunali così estranee al marketing, come dice M.I. Corradi nel suo articolo)?. [...]