Bravo. Bell’articolo. Anche se ne condivido solo meta. La parte generazionale piu che quella “ideologica”.
Che questo paese, e il giornalismo in particolare, sia in mano ad una cricca di post cinquantenni post sessantottini che se la raccontano e ce la raccontano e’ una sacrosanta verita. Che questa gente lungi dall’essere le soluzione ai problemi del paese ne sia una delle piu chiare manifestazioni e’ altrettanto vero. Ti concedo anche la nozione di “generazione post-sessantottina”, che se in parte sembra trasformare l’argomentazione generazionale in argomentazione ideologica non e’ pero meno vera. Per riportarla su un terreno anagrafico potremmo parlare della ex Meglio Gioventu. Gente che ha ereditato il paese del miracolo economico, dei calvino, dei pasolini e dei visconti e ci lasciano un paese allo sfascio e ha tutt’ora il coraggio di autocelebrarsi.
Dove non ti seguo e quando dai a quest’argomentazione una coloritura ideologica, quando cedi alla tentazione di equiparare la cricca di cinquantenni di cui sopra con l’opposizione “morale” a Berlusconi. Tra i due fenomeni vi e’ a mio parere overlap ma non identita’. Nella cricca di cui sopra non puoi non mettere anche Ferrara, Liguori, Feltri e Belpietro (e infatti onestamente due dei quattro li citi). Nel movimento antiberlusconi ci sono tanti ottantenni tanti ventenni e tanti trentenni, che poi le loro posizioni ci piacciano o meno e un’altra questione.
Caro Rocco,
come dire, I do appreciate your appreciation, thank you.
Di coloriture ideologiche, come alla fine sembri renderti conto tu stesso, non intendevo darne – né credo, in effetti, di averne date.
Spero davvero che non aver nominato Liguori (chi? ma poi, scrive?) nel centone di nomi fatti nel pezzo non sia in qualche modo da ritenere sinonimo di parzialità – che, piuttosto, cerco di evitare in queste brevi analisi proprio per non inficiare automaticamente il valore delle stesse.
Come dire: tra ciò che è scritto e ciò che hai voluto leggere c’è ‘overlap ma non identità’.
Bravo. Bell’articolo. Anche se ne condivido solo meta. La parte generazionale piu che quella “ideologica”.
Che questo paese, e il giornalismo in particolare, sia in mano ad una cricca di post cinquantenni post sessantottini che se la raccontano e ce la raccontano e’ una sacrosanta verita. Che questa gente lungi dall’essere le soluzione ai problemi del paese ne sia una delle piu chiare manifestazioni e’ altrettanto vero. Ti concedo anche la nozione di “generazione post-sessantottina”, che se in parte sembra trasformare l’argomentazione generazionale in argomentazione ideologica non e’ pero meno vera. Per riportarla su un terreno anagrafico potremmo parlare della ex Meglio Gioventu. Gente che ha ereditato il paese del miracolo economico, dei calvino, dei pasolini e dei visconti e ci lasciano un paese allo sfascio e ha tutt’ora il coraggio di autocelebrarsi.
Dove non ti seguo e quando dai a quest’argomentazione una coloritura ideologica, quando cedi alla tentazione di equiparare la cricca di cinquantenni di cui sopra con l’opposizione “morale” a Berlusconi. Tra i due fenomeni vi e’ a mio parere overlap ma non identita’. Nella cricca di cui sopra non puoi non mettere anche Ferrara, Liguori, Feltri e Belpietro (e infatti onestamente due dei quattro li citi). Nel movimento antiberlusconi ci sono tanti ottantenni tanti ventenni e tanti trentenni, che poi le loro posizioni ci piacciano o meno e un’altra questione.
Caro Rocco,
come dire, I do appreciate your appreciation, thank you.
Di coloriture ideologiche, come alla fine sembri renderti conto tu stesso, non intendevo darne – né credo, in effetti, di averne date.
Spero davvero che non aver nominato Liguori (chi? ma poi, scrive?) nel centone di nomi fatti nel pezzo non sia in qualche modo da ritenere sinonimo di parzialità – che, piuttosto, cerco di evitare in queste brevi analisi proprio per non inficiare automaticamente il valore delle stesse.
Come dire: tra ciò che è scritto e ciò che hai voluto leggere c’è ‘overlap ma non identità’.