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(Italiano) Paese che vai, italiano che trovi

24 février 2008
Posté Fiori, Opinioni
de Francesco Belcastro

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2 Responses to “(Italiano) Paese che vai, italiano che trovi”

  1. Anna Gilbert dit :

    Scrivo solo per testimoniare quanto possano essere duri a morire questi tanto decantati stereotipi, lo faccio basandomi sull’esperienza di cvita di una meridionale in Friuli. Lezione dopo lezione, all’università, sentivo bisbigliare i vicini leghisti che la motivazione per cui ero arrivata con 5 banali minuti di ritardo era da attribuirsi alle mie origini terrone. A poco serviva sottolineare che il loro civilissimo servizio bus del nord-est procedeva con i rispettivi 5 minuti di ritardo. Allo stesso modo mi sentivo chiamare nei momenti di pausa con frasi « Anna dai vieni qua tu che ci tiri su il morale ». Insomma il sinolo composto da « voja de lavorà zompame addosso » e da « facce ride » pare essere indissolubile. Purtroppo o per fortuna. Comunque continuo a preferirlo al « laùra, laùra ».

  2. Tommaso Cuccia dit :

    Sono un Italiano divenuto Italo-Americano.
    Vivo a Bensonhurst,Brooklyn, uno dei tanti quartieri italiani della grande mela.
    Da quando sono nato ho vissuto le discriminazioni da voi riportate.
    Sono nato a Brescia (BS), da famiglia originaria della Piana Degli Albanesi (PA), e ho assaporato ogni tipo di derisione.
    Prima per il mio cognome, fino ad arrivare, ovviamente, alla mia origine.
    Ora ho quasi vent’anni, da diverso tempo vivo,lavoro e studio negli Stati Uniti, spronato dalla voglia di essere parte della comunità italina più bella e più florida al mondo. Ovviamente il problema degli stereotipi è un fatto del giorno per un italo-americano.
    Un recente censimento (2004 o 2005, non ricordo) ha chiarito che gli americani con la doppia cittadinanza (ITA-USA) sommati a coloro che hanno origine (+o- recente) italiana, arrivano a ben 21 milioni. Unendo anche il Canada, gli italiani del Nord America si avvicinano ad essere 30 milioni!
    Un censimento ancora più recente (2007) ha invece constatato che quasi il 70% degli americani tra i 18 ed i 25 anni pensano che un Italo-Americano debba avere (chi più, chi meno) delle connessioni con la Cosa Nostra! Se quardiamo il risultato per le fasce più adulte la solfa non cambia, si raggiunge il 44%.
    Lavorando nell’Istituto Italo/Americano JOHN D. CALANDRA (check the site) ho potuto confrontare diverse posizioni su questo argomento da parte di diversi ricercatori e professori italo-americani.
    Ciò che esce è contrastante: c’è una parte che si sente offesa e che risponde con numerosi reclami contro tutto ciò che stereotipa l’ »italoamericanità ».
    C’è chi, invece, ci sorride sopra aggiungendo che, se nel 2008 ci sono persone che, notando un cognome che finisce per una vocale
    pensano che quel individuo debba essere Mobbed Up (termine slang brooklynese traducibile in « Mafiosizzato ») non bisogna preoccuparsi, perchè, le pietre lanciate dal basso non feriscono.
    Parlando di crimine organizzato, invece, la malavita Italo-Americana non è mai stata così fiorente. Nonostante gli arresti, i pentiti e la tecnologia della RICO (L’Antimafia USA) la Cosa Nostra americana continua ad essere tra le organizzazioni criminali più influenti sul territorio americano.
    Grazie anche alla continua derisione e presa in giro da parte delle autorità stesse. Contando, per quanto ci è dato di sapere, le 20 famiglie, dalla costa atlantica alla costa pacifica, la LCN (La Cosa Nostra in Us) è un business da 180 miliardi di $ l’anno.
    Ho voluto specificare questi dati, confermati dalla RICO stessa, solo per dire che come esiste una parte di italiani che delinque, ne esiste un’altra (la maggiorparte) che ha fatto della legalità e del lavoro i suoi fondamenti massimi.Non bisogna aspettare che la Malavita venga debellata per cambiare atteggiamento. Ci sarà sempre la Mafia in America ed in Canada, ma sta alle persone capire che ogni etnia, ogni popolo ha le proprie mele marce.

    Comunque, e qui do un giudizio personale, non si può paragonare la situazione dell’immigrazione in Italia con quella degli italiani in nord america, per il semplice fatto che, in America, ci sono leggi dure e giustamente severe, mentre, almeno per ora, in Italia, stuprata dal buonismo mediatico e politico, si è arrivati ad un punto di rottura dove, non solo non si tutelano i cittadini italiani, ma, non punendo adeguatamente criminali stranieri e clandestini, si danneggia anche l’immagine di tutti gli immigrati che, come i paesani d’oltreocenao, vivono nella legalità e nel rispetto.

    Concludo aggiungeno alcune mail che posso interessare a tutti coloro che vogliono scoprire l’ITALO-AMERICANITA’:
    http://WWW.I-ITALY.US blog di condivisione sull’America Tricolore e http://WWW.QC.CUNY.EDU/CALANDRA/ sito ufficiale dell’istituto Italo Americano John D. Calandra di Manhattan, NY.

    Con questo vi saluto e vi auguro un futuro felice ricco ed Italiano!

    P.S.
    Sentitevi liberi di contattarmi: