ActualitéOpinionsAgendaPortraitsNausicaa LabAssociation Culturelle

(Italiano) I curricula si fumano a Palazzo Reale

20 octobre 2008
Posté Fiori, Opinioni
de Miša Capnist

Désolé, cet article est seulement disponible en Italiano.



6 Responses to “(Italiano) I curricula si fumano a Palazzo Reale”

  1. marie-isabelle dit :

    Caro Micha,

    quanto « cum-patisco », proprio perché soffro le stesse pene tue!
    ma ti rammento quel capolovoro di libro e di film che é « The devil’s wears Prada »
    dimostrazione qdi un fenomeno di società che ti fa credere che chi oggi non é aggressivo
    nel mondo del lavoro e un debole, un « looser ».

    Più cattivo e maleducato sei, più sembra otterrai rispetto…

    ps: vedi Gesù Cristo (nessun blasfemismo)

  2. Irene dit :

    Misha caro,
    shampoo&balsamo è la peggio cosa che una riunione marketing abbia mai prodotti nel secolo scorso dopo gli spaghetti in lattina.
    Fatta questa premessa, come ti capisco! 2 anni fa ero nella stessa giungla di lettere e mail del tipo « malgré l’intéret de votre candidature, nous sommes au regret de… ».
    Piccola nota di merito al servizio RH di Dior che mi ha mandato una bella lettera su carta intestata, pesante, aristocratica, per dirmi « ritenta sarai più fortunato, forse. Voglia gradire, signorina, l’espressione dei sentimenti migliori di Christian in persona ». Penso di averla buttata solo poche settimane fa, in un rapsus di rangement domenicale…
    ti bacio

  3. Chiara dit :

    Misha caro, sai che c’è?
    Almeno ti rispondono! sto cercando lavoro sia a Londra che in Italia e le differenze sono abissali. E sconfortanti. A Londra ti rispondono quando gli arriva la tua mail di candidatura rispiegandoti per filo e per segno il processo di selezione e augurandoti anche buona fortuna. Se poi non va sono cordiali e te lo fanno sapere il giorno dopo la deadline. Ovviamente mandano una mail generica, ma alcune sono davvero carine, sentite direi, non il solito ‘ci dispiace ma’. Se insisti un attimo ti danno anche un feedback sul perchè non ti hanno scelto, con qualche consiglio sul CV che è sempre utile.
    In italia la mail non serve a niente. In Italia l’email è una grande bufala. La mandi e puf, sparisce nell’etere. E’ peggio del piccione viaggiatore, che lo fai partire col messaggio appeso al collo.. Hai più chance di ottenere una risposta così che con l’email. In Italia parte, quello sì, il tuo client ti dice ’sent to xxy’, il problema è che non sai se arriva, e se poi arriva, se la leggono. E se la leggono, se ti rispondono. Perchè il 99% delle volte non rispondono. Allora io che faccio? Gliene mando un’altra per chiedergli: ma l’avete ricevuta la prima? giusto per sapere eh… la risposta ( o non-risposta) soffia nel vento come diceva qualcuno. Niente, nada, nisba… E non sto parlando della latteria all’angolo ma di Save The Children, ActionAid, Amnesty et al, giusto per non fare nomi. L’unica è alzare il telefono, da Londra, con Skype, e sentirsi dire che devo richiamare perchè non sentono bene. O essere passati a un (io m’immagino) ignaro stagista, che nulla sa. Comunque i CV li tengono tutti in archivio, eh.

    Non so se sia una questione di rispetto o cosa. Voglio dire, va bene, non sono la candidata ideale per la posizione, no problem. Ma almeno dimmelo. Anzi, giusto per cominciare bene la nostra relazione, potresti almeno dirmi se, in primis, l’hai ricevuto quel mio cazzo di curriculum. Risorse Umane? E de che? C’è gente che prende stipendi fornendo sto servizio deprimente. Ho sempre odiato quegli amici/amanti che ti dicono ti chiamo, ci vediamo e mentre lo dicono sai già che non è vero. Ma almeno loro non mi offrono (potenzialmente) un lavoro. La politeness inglese ogni tanto stufa, quello è vero. E spesso è solo affetazione, nient’altro. Ma ti dà il senso delle cose come dovrebbero essere, è confortante direi. Sai che c’è un qualcuno lì dietro che ha letto la tua mail di presentazione, ha aperto l’allegato .pdf contenente il tuo CV, e ha speso 3 minuti a scriverti due righe. Io in Italia mi immagino uno che quando vede l’oggetto ‘Richiesta Informazioni’ clicca delete e morta lì. Dove lavoro ora riceviamo un sacco di email al’indirizzo info@, e ti assicuro che tutte ricevono risposta, magari è un template ma qualcosa rispondiamo. In Italia è un chissenefrega. Silenzio di tomba. ma come faccio a credere che tenete il mio CV in archivio se manco mi rispondete a un’email???
    Per non parlare dell’università, sono 4 mesi che cerco di comunicare con la mia segreteria studenti dell’Università degli Studi di Torino via mail. ZERO. Non alzo il telefono ancora, voglio vedere se riesco a stabilire un qualche tipo di record. Potremmo tornare ai piccioni viaggiatori davvero, e alle spedizioni a cavallo, tanto il tempo in cui ottieni qualcosa è più o meno lo stesso. A Novembre gli piomberò lì di persona (a Torino), e scommetto che qualcuno mi dirà: ah sì, mi ricordo di quella email ma pensavo sarebbe venuta di persona per quello non ho risposto’ (posso citare perchè già successo).
    Potrei andare avanti all’infinito, o quasi. Torno al lavoro.

    Chiara

  4. Lavinia dit :

    Carissimo Misha,
    come sempre ti leggo e mi faccio leggere…. e, come sempre, Bravissimo…

    Ho una proposta da farti…

    Un bacio,
    a presto.

  5. misha dit :

    Dici bene, Chiara.
    Dovrei già ringraziare che mi rispondano. Ma la rabbia, Chiara, la rabbia di sentirmi incalcolato – come quando da bambini ci passavano davanti nelle file al cinema, o non ascoltavano i nostri ragionamenti – mi ha divorato e mi divorava mentre graffiavo quei fogli.
    E, ripensandoci, in effetti, sono stato molto più calcolato di chiunque una risposta non l’abbia mai ricevuta. Ma la rabbia resta.

    Il rispetto, perbacco !, quel rispetto che tutti meritiamo, quella scintilla che tutti ci abita. Chiedere sensibilità in cambio dell’esistenza forse è chiedere troppo. Aspettarsi dagli altri un gesto umano, una carezza, una considerazione quelconque, un’occhiata, un sospiro o un pensiero. Ma perché poi ? Quando mi sento dire « siamo soli » rabbrividisco, non me ne capacito, la mia mente non ha capacità cognitive sufficienti per accettarlo. Non puo’ perché la mia sensibilità vive con me, che io sia spazzino, guardiano di notte, cameriere, commesso, presidente della Repubblica, cardinale, pittore, messo comunale, impiegato del catasto, becchino, gigolo’, scrittore o poeta.

    « Non aspettarti niente da nessuno ». Signore, ma davvero ? Veramente devo credere che ci sia dell’arido attorno a me? Come faccio per vederlo? Hélas, la mia esperienza non mi insegna niente, e forse perché non voglio imparare. Non riesco ad imparare quello che non capisco, non posso conoscere l’esistenza di quello che ignoro per ottusità. Sono ottuso, non ce la faccio. La mia mente, di nuovo, non è abbastanza evoluta. Senza pentirmene, me ne dolgo.

    Perseverare diabolicum.

  6. Chiara dit :

    misha, come non darti ragione. il rispetto di cui parli è quello dell’essere umano in quanto tale che io sento naturale per il mio prossimo (variamente inteso). è forse qualcosa che si avvicina di più all’empatia, quel sorriso che ti sfugge (come potrebbe non farlo?) solo perchè ti sei alzato un’altra mattina e hai posato gli occhi sul mondo. per quanto poi il suddetto mondo sia ingiusto, e crudele e difficile.
    a volte pare proprio che ci si impegni a grattare via con le unghie quello strato di dignità che rende il suddetto mondo (ingiusto, crudele etc) più sopportabile, quella dignità che rende sopportabile i rifiuti e le difficoltà. così poi ci si abitua male, e si deve essere contenti che almeno ti abbiano risposto. e invece no. condivido parola per parola. posso solo mettermi (metaforicamente) al tuo fianco e innalzare quel perseverare diabolicum a mò di grido (e magari richiamo).