Benvenuta sotto il Tamarindo Rassmea.
Bello avere con noi anche una nuova italiana. La tua proposta così come formulata è naturalmente giusta e accettabile ma come sai, il diavolo (a proposito di esseri celesti) sta nei dettagli o più precisamente nella formulazione di un dettagliato programma scolastico.
Le religioni come fenomeno storico? Ovvero la storia dell’Islam appiattita sulla storia della civilità islamica (probabilmente alla fin della fiera sulla storia e il pensiero dei popoli arabi)? Tanto varrebbe lasciare che sia il professore di storia a trattare la materia.
Le religioni come filosofie? Anche questo un po’ limitativo, basterebbe ampliare il programma di filosofia al di la del canonico San Tommaso e del paragrafo su Avicenna e Averroè.
Analisi dei testi sacri? Posto che per le religioni « non del libro » saremmo in grave difficoltà anche lasciare che un « laico » spieghi a degli studenti dei testi per l’appunto sacri mi sembra strada irta di difficoltà. Come farebbe un professore a riassumere per i propri studenti il significato del Corano ad esempio senza che questo scateni le legittime ire di coloro che in quella interpretazione non si riconoscono? Come farebbe la Chiesa Cattolica ad accettare che la Bibbia venga spiegata da professori non convinti della storicità della figura di Gesu Cristo? Come farei io ateo ad accettare che mi si presenti come storica la figura di un tizio che cammina sulle acque e sulla cui vita mancano testimonianze storicamente attendibili? Dove trovi una legione di insegnanti preparati ad affrontare in maniera degna materie così complesse quando non riusciamo nemmeno a preparare professori di inglese? Per i cittadini italiani di fede islamica il problema si pone in termini religiosi ma come comportarsi con il pensiero orientale? Senza nemmeno un testo sacro cui riferirsi? Si rischia qualche generica banalità new age…
Piuttosto che lasciare che lo Stato si infili in questo ginepraio forse tanto vale limitarsi ad una circolare ministeriale che raccomandi ai professori di storia e filosofia una maggiore attenzione alla storia e al pensiero dei popoli extraeuropei (accompagnata naturalmente da dei seri corsi di aggiornamento)
Storia e cultura dunque, ma si lasci fuori Dio dalle aule scolastiche, per ragioni pratiche prima ancora che ideali.
personalmente sono d’accordo con la proposta di Rassmea, anche se mi rendo conto che i problemi sarebbero do non poco conto, come giustamente anche Rocco mette in evidenza. La cosa migliore da fare credo sia quella di investire sulla formazione delle persone, in questo caso degli insegnanti.
Sull’argomento segnalo questo articolo uscito un paio di giorni fa e che mi è sembrato illuminante:
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa200910/091020melloni.pdf
Benvenuta sotto il Tamarindo Rassmea.
Bello avere con noi anche una nuova italiana. La tua proposta così come formulata è naturalmente giusta e accettabile ma come sai, il diavolo (a proposito di esseri celesti) sta nei dettagli o più precisamente nella formulazione di un dettagliato programma scolastico.
Le religioni come fenomeno storico? Ovvero la storia dell’Islam appiattita sulla storia della civilità islamica (probabilmente alla fin della fiera sulla storia e il pensiero dei popoli arabi)? Tanto varrebbe lasciare che sia il professore di storia a trattare la materia.
Le religioni come filosofie? Anche questo un po’ limitativo, basterebbe ampliare il programma di filosofia al di la del canonico San Tommaso e del paragrafo su Avicenna e Averroè.
Analisi dei testi sacri? Posto che per le religioni « non del libro » saremmo in grave difficoltà anche lasciare che un « laico » spieghi a degli studenti dei testi per l’appunto sacri mi sembra strada irta di difficoltà. Come farebbe un professore a riassumere per i propri studenti il significato del Corano ad esempio senza che questo scateni le legittime ire di coloro che in quella interpretazione non si riconoscono? Come farebbe la Chiesa Cattolica ad accettare che la Bibbia venga spiegata da professori non convinti della storicità della figura di Gesu Cristo? Come farei io ateo ad accettare che mi si presenti come storica la figura di un tizio che cammina sulle acque e sulla cui vita mancano testimonianze storicamente attendibili? Dove trovi una legione di insegnanti preparati ad affrontare in maniera degna materie così complesse quando non riusciamo nemmeno a preparare professori di inglese? Per i cittadini italiani di fede islamica il problema si pone in termini religiosi ma come comportarsi con il pensiero orientale? Senza nemmeno un testo sacro cui riferirsi? Si rischia qualche generica banalità new age…
Piuttosto che lasciare che lo Stato si infili in questo ginepraio forse tanto vale limitarsi ad una circolare ministeriale che raccomandi ai professori di storia e filosofia una maggiore attenzione alla storia e al pensiero dei popoli extraeuropei (accompagnata naturalmente da dei seri corsi di aggiornamento)
Storia e cultura dunque, ma si lasci fuori Dio dalle aule scolastiche, per ragioni pratiche prima ancora che ideali.
personalmente sono d’accordo con la proposta di Rassmea, anche se mi rendo conto che i problemi sarebbero do non poco conto, come giustamente anche Rocco mette in evidenza. La cosa migliore da fare credo sia quella di investire sulla formazione delle persone, in questo caso degli insegnanti.
Sull’argomento segnalo questo articolo uscito un paio di giorni fa e che mi è sembrato illuminante:
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa200910/091020melloni.pdf