“Il 14 giugno 2011 è stato occupato il Teatro Valle di Roma”. Questo l’annuncio che quattro mesi fa inaugura il nuovo corso dello storico teatro settecentesco della Capitale. Lavoratori e lavoratrici dello spettacolo protestano contro la politica culturale dell’attuale governo, che con la Finanziaria varata in agosto cancella l’Ente Teatrale Italiano, chiudendo i rubinetti del finanziamento pubblico. “Questo significa – continuano gli occupanti – che il Teatro Valle rischia di venire affidato a privati che ne tradiscano l’identità di spazio dedicato alla scena contemporanea con respiro internazionale”. Chi immagina barricate e cariche di polizia è, però, fuori strada: la protesta degli attori e di tutti i lavoratori del teatro romano è progettuale, oltre che pacifica. L’intento degli occupanti è, infatti, quello di creare nuovi modelli di gestione, basati sulla libera partecipazione di chiunque voglia contribuire. “Il modello cui pensiamo – dice Ugo Mattei, giurista di fama internazionale e promotore del nuovo statuto del Teatro Valle – è quello dell’assemblea, cui spettano le decisioni sulla gestione artistica. Non ci sarà nessuno che prenderà il sopravvento sugli altri solo perché, magari, ha messo più soldi. Il mio voto vale come quello di tutti gli altri”. Questi i progetti per il futuro.
“Il 14 giugno 2011 è stato occupato il Teatro Valle di Roma”. Questo l’annuncio che quattro mesi fa inaugura il nuovo corso dello storico teatro settecentesco della Capitale. Lavoratori e lavoratrici dello spettacolo protestano contro la politica culturale dell’attuale governo, che con la Finanziaria varata in agosto cancella l’Ente Teatrale Italiano, chiudendo i rubinetti del finanziamento pubblico. “Questo significa – continuano gli occupanti – che il Teatro Valle rischia di venire affidato a privati che ne tradiscano l’identità di spazio dedicato alla scena contemporanea con respiro internazionale”. Chi immagina barricate e cariche di polizia è, però, fuori strada: la protesta degli attori e di tutti i lavoratori del teatro romano è progettuale, oltre che pacifica. L’intento degli occupanti è, infatti, quello di creare nuovi modelli di gestione, basati sulla libera partecipazione di chiunque voglia contribuire. “Il modello cui pensiamo – dice Ugo Mattei, giurista di fama internazionale e promotore del nuovo statuto del Teatro Valle – è quello dell’assemblea, cui spettano le decisioni sulla gestione artistica. Non ci sarà nessuno che prenderà il sopravvento sugli altri solo perché, magari, ha messo più soldi. Il mio voto vale come quello di tutti gli altri”. Questi i progetti per il futuro.