Per chi conosce Roma e ne apprezza le bellezze, search uno degli infiniti vantaggi che questa città sembra offrire è la possibilità di godere di continue piccole personali “scoperte”. Così per me è stato entrare per la prima volta nella splendida sede della Biblioteca Vallicelliana, cialis sale attratta dalla curiosità per una piccola ma completa mostra di tre artisti a me ben noti, Adriano Di Giacomo, Wilma Lok e Franco Troiani.
In Trittico in biblioteca, i tre presentano libri ed opere pittoriche che ne ripercorrono a passi rapidi ma esaustivamente il percorso artistico, testimoniandone al contempo la maturazione e l’evoluzione di percorsi affini ma emblematici di diversi linguaggi espressivi.
Quello presentato da Di Giacomo è un percorso nel tempo che ricostruisce gli sviluppi del suo interesse, maturato fin dai primi anni ’70, all’analisi degli spazi, intesi come luogo in cui interagiscono vari e complessi sistemi, nella patente assenza dell’uomo dalla scena. Nella sua produzione, costruitasi nel giro di decenni lungo la serie “barriere/passaggi/flash-back/fragmenta urbana”, egli comunica una metafora della storia fondata sullo straniamento fra la discrepanza di uno scenario “normale” apparentemente possibile e i modi della sua rappresentazione con prospettive forzate al limite.
Opere dense di suggestioni sono quelle prodotte dall’attività artistica di Wilma Lok, olandese di origine, ma trasferitasi da oltre trent’anni a Perugia. Si presenta qui il frutto della sua più recente riflessione, in cui, attraverso il tema dell’“Oltre le Colonne d’Ercole”, l’artista racconta la condizione dell’attraversamento e della narrazione della costante tensione umana verso il limite. La carta – nella sua fisicità, materia ed estensione – è al tempo stesso «“il luogo” e “il mezzo”, spazio da percorrere e strumento per la percorrenza su cui la percezione e il sentimento dello spazio tracciano le linee di una visione mobile lungo il filo di fuga di un orizzonte basso e apertissimo» (come si legge nella nota critica di Anna Cochetti).
Scenografo ed artista spoletino particolarmente interessato anche nella pittura agli effetti tridimensionali è Franco Troiani, che nella sua produzione è riuscito a sintetizzare le diverse anime dei suoi interessi espressivi, dalla concettualità all’astrazione lirica, dalla formulazione dinamica alla costruzione geometrica, dalla bidimensionalità alla proiezione illimitata dello spazio. Nelle tempere su carta o su tavola, nei libri d’artista qui presentati il biblico “tema della Torre di Babele”, nella citazione da Agostino si configura, attraversando i più vari temi e modalità della narrazione, come metafora attuale della rottura di ogni relazione che ‘divide l’uomo dall’uomo’, punto di partenza di una ricostruzione fatta di recupero della memoria e dello spazio.
L’avvicinamento di tematiche artistiche scaturite da eterogenee fonti di ispirazione è la ragione d’interesse di questa specie di cammeo espositivo, che in ultima istanza spinge il visitatore a riflettere sull’esperienza umana di continua appropriazione e perdita dello spazio e del tempo circostante e delle relazioni con l’ambiente e con i propri simili.
dal lunedì al sabato ore 10.00-13.00
Ingresso gratuito
Biblioteca Vallicelliana
Piazza della Chiesa Nuova 18 – 2° piano