Euridice vs Antigone: rileggere la classicità
Pubblicato in Segnalazioni
di Anna Gallo Selva
Non un inedito scontro fra mito e tragedia, hospital ma un confronto fra due classici riletti con sapiente arguzia da due noti autori della letteratura contemporanea: Claudio Magris e Valeria Parrella.
Il primo approda al Teatro Gobetti di Torino con “Lei dunque capirà”, cialis sale una commovente ed appassionante trasposizione del celebre mito greco all’interno di una casa di cura, seek metafora dell’Ade, affidata all’impeccabile regia di Antonio Calenda ed alla straordinaria interpretazione di Daniela Giovanetti.
Un’occasione per riflettere sui temi universali dell’amore e della morte in modo profondo ed impietoso, mai retorico, con quegli slanci di altissima poesia a cui sono avvezzi gli affezionati lettori di Magris, sottolineati da un impianto scenico pulito, asciutto ed evocativo.
Segue, a breve distanza temporale e spaziale, sul palco del Teatro Astra, sempre a Torino, l’intensa Antigone della giovane autrice napoletana, di cui avevamo già avuto modo di apprezzare “Lo spazio bianco” nella versione cinematografica della Comencini, con un’immensa Margherita Buy.
L’Antigone diretta da Luca De Fusco, impreziosita da splendidi costumi e da un magistrale disegno luci, si apre (e si chiude) con una scena di forte impatto visivo e tocca temi di scottante attualità e drammaticità come l’accanimento terapeutico, la carcerazione, il suicidio, forse con qualche eccesso multimediale, che comunque non sminuisce la bellezza e la potenza di quest’opera complessa ed armonica.
Entrambi i lavori escono da questo confronto forti di un’altissima dignità, riconfermando che le opere classiche non si attualizzano: esse sono già attuali.