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Enigma di un pomeriggio d’autunno

6 gennaio 2009
Pubblicato in Dossier
di Vincenzo Ruocco

le-muse-inquietantiLa vista di un quadro di Giorgio de Chirico svela in me un senso di vuoto. Lo stupore che provo di fronte ad uno spazio che ha nella composizione pieni riferimenti cubistici e nella messa in scena, drugstore teatrale, clinic la sorpresa dell’imprevisto e dell’inatteso scopre il fianco allo sghignazzo dell’artista.

La Metafisica, discount il maggior contributo italiano all’arte europea degli anni Dieci e Venti assieme al Futurismo, è da me apprezzata oggi più che mai. Questo riflesso artistico dell’umanamente provato nel periodo che ci tocca, la Seconda Depressione, dipinge lo stimmung, lo stato d’animo dell’atroce malattia che colpisce l’uomo moderno.

I pomeriggi, i cieli chiari, le lunghe ombre nelle piazze sono istantanee di un cammino percorso negli ultimi mesi della mia presenza sul territorio italiano. Nei momenti di isolamento dal mondo, quei pochi momenti da sembrare eterni, trovo la capacità di riscoprirmi bambino, testimone incosciente degli avvenimenti più comuni visti come per la prima volta, rivelanti la loro più profonda essenza. Allora mi dipingo di metafisico, vicino a de Chirico, lo comprendo, lo rivivo.

lincertezza-del-poeta“Le scene dei quadri si presentano attraverso spazi deserti e solitarie architetture porticate, piccole stazioni con orologi, alte torri e ciminiere, contrasti netti tra zone d’ombra e di luce, sospensioni temporali, presenze immobili e silenziose di personaggi soli, statue e ombre di misteriose figure, imprevedibili accostamenti di banane o guanti di gomma, carciofi e cannoni. Sullo sfondo poi di queste piazze italiane, di Torino o di Ferrara, dietro a un muro, le vele di una nave o il profilo di un trenino sbuffante” (“Arte moderna – dal postimpressionismo all’informale”, a cura di Francesco Poli, 2007 Mondadori Electa)

Le problematiche filosofiche che emergono da queste composizioni riguardano il mistero e l’enigma dell’identità e dell’esistenza dell’uomo, della sua condizione di solitudine nel mondo, dei suoi limiti nello spazio e nel tempo, del suo desiderio di infinito. E mentre non capiamo nulla di ciò che stiamo guardando, qualcosa dentro di noi prende corpo per tornare prima o poi a farci visita. Diverse nelle forme e nel sesso saremo vittime di improvvisi sbalzi d’umore, agorafobia, attacchi di panico e da mille altri sintomi destinati a farci accorgere della nostra vincibilità. La svolta dipenderà dall’accettazione di affrontare le paure e dalla capacità di risolvere gli atavici enigmi che ci troveremo ad interpretare.

mistero-e-malinconia-di-una-stradaCome de Chirico, un popolo di nevrastenici cerca di reagire ad una crisi che non è solamente monetaria ed economica ma di sistema. Il vivere cubista, potrei asserire, l’egoismo e l’individualismo come necessaria affermazione personale portano noi tutti, o meglio i meno corrotti, ad agitare le gambe in uno spettacolo marionettistico dove i fili vengono mossi da un’entità superiore non richiamabile all’ordine, da un sistema non sovvertibile da ormai lunga data.

Così l’arte si presenta come spiegazione possibile, apparizione, fenomeno fisico della voglia di riscatto, onesta replica di un vivere asettico.

Il carattere drammatico e irrequieto, il senso plastico e poetico delle composizioni di de Chirico trasformano ogni protagonista dei suoi quadri in un amico-nemico. Ritengo sia questa la soluzione alle opere metafisiche, opere estremamente intime e del tutto connesse con l’esperienza reale dell’uomo.

Quale altro autore, così preferisco considerare de Chirico, è riuscito o riesce, abbracciando anche i contemporanei, a raggiungere lo stesso livello di profonda connessione con l’animo errante e irrequieto del noi di oggi?



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