Copia conforme: il sublime dell’amore ed il suo contrario
Pubblicato in Dossier
di Alessandro Berni
Presentazione dell’opera di Abbas Kiarostami in concorso al Festival di Cannes 2010
Do you know Lucignano? Domanda spontaneamente una donna ad un uomo. Questione che è un invito, medicine un pretesto sottile per passare una giornata insieme. Lei, ambulance Juliette Binoche, see interpreta una gallerista di opere antiche, una donna dai sorrisi spontanei quanto fragili; lui, William Shimell, recita la parte di un critico d’arte inglese, un uomo inquieto e pieno di misteri, qualcuno che ha deciso di riempire la propria vita con il lavoro, di nascondere intorno alla scrittura silenzi e voglia di scappare lontano.
Il regista, Abbas Kiarostami, per il suo primo film lontano dalla sua terra madre, l’Iran, ha scelto la Toscana ed alcuni dei suoi borghi medievali perfettamente conservati per mettere in scena un’ancestrale storia di vita, d’amore e di arte fra l’incanto e la gente di paese, figlia, fieramente e suo malgrado di Michelangelo, Leonardo e di tanti fra i più grandi maestri dell’arte e della cultura rinascimentale.
Durante la presentazione dell’ultimo libro di James, il critico d’arte inglese, arrivano una madre ed un figlio. Il ragazzo alla lezione d’arte preferisce un videogioco. La madre, dello scrittore cerca un cenno, un’intenzione, quindi anche per colpa del figlio si spazientisce subito, lascia all’amico dello scrittore il proprio numero di telefono. Lo fa per una scusa pratica, per bisogno, per curiosità e, forse, anche per provocazione.
La storia d’amore parte da uno sguardo mancato, da un’attesa frustrata. Fedeli gesti preparatori di una sincera richiesta d’amore. I due, l’uomo e la donna, si rincontrano nel negozio di lei. Dalla visita nascono poche parole che trasmettono la voglia di partire insieme, almeno per un giorno. Così, i due partono davvero per una gita che da subito sembra un corteggiamento tra feriti, un incontro di due vite vissute, spese con sofferenza e intorno all’arte, alla sua divulgazione.
Originalità, bellezza, funzionalità, manca altro per definire l’importanza di un’opera d’arte, di un amore nato per durare per sempre? Non c’è una vera risposta quando i corpi ed i cuori dei due protagonisti restano vicini, distanti, intanto che continuano ad annusarsi e parlarsi in cagnesco. Per sottofondo, l’incanto del paesaggio toscano, il desiderio e la necessità di cercarsi ancora, per un’altra volta illudersi che se non nella vita almeno in sogno qualcosa d’importante potrebbe nascere, è già nato.
In mezzo a conversazioni sull’amore e sulle sue trasformazioni, c’è l’arrivo: Lucignano, mura fatte di storia secolare e immutata, perla agreste, copia di un tempo che non c’è più, se non negli occhi di chi guarda, nei passi di chi percorre le sue strade antiche, come antiche sembrano essere le sconfitte che i due stanno vivendo intanto che passeggiano accanto.
Nel dialogo irrompe un ricordo sfrontato ed insolente, da condividere. So what? E allora cosa? Nella memoria e nel racconto della donna si presenta sfacciatamente la domanda del figlio. La richiesta è una risposta scorbutica alle preoccupazioni di una madre, alla fine delle cose. Lei, gentile ed ammaliante si mette a nudo esterrefatta e senza parole. Lui, in fretta riveste la sua indignazione e conferma le parole del figlio: tutto finisce, l’amore come il dolore. Perciò è inutile prendersela. Attaccarsi con le unghie al tempo che passa, alle relazioni che crollano.
Per un lungo attimo si torna a parlare di arte. Poi, una telefonata improvvisa è preludio di un nuovo dialogo tra l’ingenuità di un’anziana barista di paese ed una donna di mondo. Quindi, le parole di un caro ricordo si mescolano a quelle di una scoperta vissuta ancora una volta tra la coppia insieme, diversamente.
A real copy. Nella piazza principale di Firenze come nel museo di un borgo nascosto, lo sguardo che pensiamo sulla copia di un’opera d’arte, le emozioni suggerite, sommergono e annullano, esaltano il modello originale dell’artista che attraverso le sue creazioni ha lasciato il secolo, ispirato imitazioni. Tutto questo, dentro il mistero di una vita che per ognuno si manifesta come un tempio infinito, lasciato lì, pronto ad essere ammirato da uomini, ovvero bambini che tali non sono più, quando ne hanno voglia, quando ce la fanno.
Pieno di voglia e rifiuto di tenerezza, il cammino continua intorno al mito di un albero d’oro originale e unico per la sua realizzazione dove coppie di sposi si fanno promesse che sono delle copie, preludio di momenti di festa conformi alla voglia e al bisogno di creare vite felici o, per lo meno, sopportabili.
Nel frattempo, resta ossessione dei puri di cuori la creazione di un attimo irripetibile, di un’opera impossibile da imitare.
E lei, sempre più fragile, fa di tutto per trasmettere il bisogno di un abbraccio forte su cui serenamente appoggiarsi, vivere il mondo. Ma è davvero forse possibile raccontare il modo in cui si vuole il proprio uomo accanto? Lui, vicino a lei sembra grandissimo, accanto a tutti rimane superiore, sbalordito. Sempre quieto, neanche per un attimo smette di guardarsi intorno come braccato. Dentro i suoi gesti, le sue reticenze, batte un pensiero non detto: l’amore non c’è mai, se ci fosse mancherebbe comunque. Lui, ormai è un uomo che davanti a un bicchiere di vino si concentra solo sul gusto, trascura la compagnia e si smaschera senza voglia di ebbrezza. Quindi si confessa stanco, e finalmente lo fa con forza. Mite anima che si porta dentro un cuore in tempesta si alza dal tavolo quando si rende conto che non può promettere serenità. E la sua è cruda rabbia, vera insofferenza.
Un nuovo gesto d’amore, semplice come l’offerta di un pezzo di pane rende tutto di nuovo infinito, nel futuro misterioso e pieno di direzioni. Garriscono le rondini, tra canti popolari e campane che sono di tutti, ali di campanili come appoggiate a chiese che sono ancora là, per chi ci crede.
Capolavoro d’incanto e di dolcezza, attraverso l’opera Copia Conforme, il maestro Kiarostami svela con dono di poeta che l’arte e l’amore sono nell’idea, il non amore e la non arte sono nella vita di quasi ogni giorno.