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Viaggio semi-serio nel mondo della crisi

10 gennaio 2009
Pubblicato in Attualità, Dossier
di William Sbrega

salvadanaioSe qualcuno di voi per caso pensa che la crisi dei sub-prime sia iniziata a Wall Street, discount decisa a tavolino da grandi banchieri solo per fregarci, si sbaglia di grosso. Perché, anche se è difficile crederci, la crisi è nata dal basso, nelle peggiori periferie di Carac… ehm, degli Stati Uniti, proprio dove negli scorsi decenni si è avverata la favola della finta integrazione multi-razziale. Per completare questo sogno americano, costruito su ghetti e periferie immense, la finanza ha giocato la sua parte, come sempre: agli albori del nuovo millennio avevano finalmente capito che il profitto poteva essere tratto anche con la scusa dell’integrazione e del sociale! Tradotto: miliardi di dollari di prestiti e mutui a neri, ispanici ed immigrati di vario genere, regolari e non, ovviamente non necessariamente muniti di lavoro. Persino gli studenti, che qui nel cuore dell’Europa terrona-meridionale possono solo sperare di fare 6 al superenalotto prima di potersi comprare un sottoscala in periferia, hanno ricevuto negli anni passati il loro bel mutuo. Addirittura gli intermediari finanziari intercettavano gli “obiettivi” nei supermercati e nei centri commerciali, proponendo mutui a tasso variabile proprio quando i tassi erano ai minimi storici, senza spiegare alle centinaia di migliaia di persone che la rata mensile sarebbe potuta salire fino a 5-6 volte il valore iniziale. E la gente, confusa e felice come Carmen Consoli, firmava e si indebitava.

Il sistema ha funzionato finché i prezzi degli immobili sono saliti, perché per le banche era possibile semplicemente rivendere l’abitazione per recuperare il proprio credito con gli interessi. Ma un bel giorno imprecisato del 2007 (ebbene sì, 2007, non 2008, come i male informati credono) il sistema iniziò a collassare.

Immaginate la scena del primo pignoratore che, andando a riprendersi una casa ipotecata, si scopre fregato dai sub-prime. Immaginate il sorriso di questo biondino palestrato dagli occhi azzurri, impiegato in una filiale bancaria a Detroit, con 24ore alla mano, mentre va a pignorare un ridente bilocale al 78° piano di un grattacielo a soli 44 km dal centro, luminoso e collegatissimo al centro tramite una sopraelevata in stile Blade Runner. In quella casa, un ex detenuto di Sing Sing, a cui, appena uscito di galera dopo 34 anni (1) il nostro eroe aveva concesso un mutuo, era morto a causa di un ictus dopo solo un anno dall’accensione ed era sprovvisto di assicurazione. Poverino. Aveva solo 87 anni.

In ogni caso, il nostro impiegato, che chiameremo John per comodità, era abituato alla vista dei cadaveri, data la sua esperienza in banca, e non si lasciò intimidire. Provò ad accendere un altro mutuo ad un simpatico ragazzone di colore dal lavoro incerto, ma questo fu ucciso in una sparatoria pochi minuti prima di firmare il contratto. John non riuscì più a piazzare quel bilocale a nessuno e la banca, alla fine, si accorse che non poteva più venderlo a quel prezzo (anche perché portava un po’ di sfiga) e così gli rimase sul groppone. Sia la casa che la perdita in bilancio.

Così, col tempo, altri appartamenti iniziarono ad essere svenduti, in cambio di un big Mac Menù grande, quello da 6,5 euro per intenderci, servito con un bel sorriso da un ragazzo palestrato, biondo dagli occhi azzurri, che un tempo pignorava le case per una prestigiosa banca americana e che ora si ritrovava a fare i toast. Tutto sommato gli era andata bene: la moglie, ex dirigente di Lehman Brothers, era stata mandata ad annaffiare le piante in Sudan. Per non parlare di Fred, suo ex collega, specialista in un’attività particolare: prendeva tutti i mutui collezionati da John e dalla sua banca, li trasformava in titoli dotati di rating (2) e li rivendeva alle altre banche e ai risparmiatori. Un vero genio della finanza! Adesso è diventato suora dopo aver cambiato sesso e dopo essersi nascosto in un convento per anni (3).

Torniamo a noi: grazie al lavoro di Fred e dei suoi corrispondenti nelle altre banche, che non smetteremo mai di ringraziare, a partire dalla seconda metà del 2008, tutte le istituzioni finanziarie mondiali si accorsero di avere in mano un sacco di carta straccia e ciò provocò stranamente un imprevedibile crollo delle azioni in tutte le borse e in tutti i settori (ad eccezione delle società che si occupavano del riciclaggio della carta straccia, tra le quali la nostra Alitalia). Quando le banche iniziarono a fallire, i sopravvissuti decisero di comune accordo di smettere di scambiarsi la carta, anche perché avevano carenza di spazio dopo il crollo delle torri gemelle ed era troppo ruvida per essere messa in bagno, e smisero di prestarsi denaro e di finanziare le imprese.

A quel punto, anche i più sprovveduti iniziarono a cagarsi sotto. Piuttosto che comprarsi il televisore al plasma da 177 pollici in 1200 comode rate, la gente decise di lanciarsi nel mondo delle scommesse sportive e del superenalotto4, seguendo così la moda lanciata negli anni passati dagli studenti milanesi e dalle pensionate campane. I consumi crollarono e la gente fu licenziata un po’ dappertutto. La contromossa fu messa in atto quando la BCE si accorse di avere tanti di quegli edifici inutili su a Bruxelles, da poterli riempire di quella carta che tanto abbondava nelle banche e così inizio a finanziarle in cambio di titoli garantiti da mutui, nella speranza che quei soldi potessero arrivare alle industrie e alle famiglie, prima o poi. Secondo voi le imprese e le famiglie ne hanno beneficiato?

Lasciando la risposta e le imprecazioni ai posteri, adesso sappiamo che anche le banche centrali sono piene di titoli inutili e di carta ruvida (il che può spiegare il nervosismo di Trichet degli ultimi mesi) e che anche i governi sono pronti a distribuire ingenti aiuti ai settori in difficoltà per “rilanciare l’economia”. Non che io sia contrario eh, chiariamo… ma sapete… quando uno sa che il proprio Stato ha già un rapporto Debito/PIL al 106% non è che poi sta tanto tranquillo quando si decide di spendere e spandere. È come se mio padre avesse debiti superiori al suo stipendio annuale e, vedendomi triste, mi pagasse una bella vacanza in Polinesia, indebitandosi ancora di più. Tra l’altro, non credo che le banche glielo concederebbero, ma queste sono solo supposizioni inutili.

Ok, questa è l’Italia… ma gli Stati Uniti? Gli USA, che non hanno i limiti di Maastricht, hanno deciso di portare all’8.8% il rapporto deficit/PIL in un anno, secondo le migliori stime. Immetteranno nel sistema tra i 700 miliardi e 1,2 trilioni di dollari. Trilioni. Aumentano il debito e immettono liquidità nel sistema; ciò vuol dire che avranno inflazione alta e pagheranno più interessi per miliardi di dollari l’anno. Insomma, non sono messi benissimo ed eppure noi continuiamo a vederli come il “faro dell’economia mondiale”.

Gli altri paesi non sono messi meglio, però. In Giappone, al di là del serio problema degli occhi a mandorla, difficilmente risolvibile nel breve termine, c’è la questione deflazione e lo yen forte, che limita fortemente le esportazioni, una delle prime fonti di reddito del Paese.
Cina ed India, invece, continuano a crescere, ma sono in forte rallentamento. Non sono ancora stati registrati licenziamenti in questi paesi, ma solo perché gli indiani guadagnano così poco al mese che conviene tenerli ed usarli come posacenere piuttosto che mandarli a casa, mentre i cinesi sono tutti uguali ed è difficile capire chi si sta licenziando e chi no. Magari licenzi per errore proprio il tuo dipendente più bravo ed è la tua fine. Vallo a ritrovare poi. Anche la Russia, dopo tante aspettative, non ha risolto i propri problemi, e gli unici risultati raggiunti negli ultimi anni sono stati il notevole aumento della differenza tra ricchi e poveri e il raggiungimento della semifinale negli ultimi europei di calcio, persa 4-1 contro la Spagna. A sua volta, quest’ultima, dopo essere stata invidiata per anni da noi italiani per la forte crescita del PIL (+3% annuo), per la migliore promozione turistica e per averci battuto ai rigori ai quarti, è sprofondata in una recessione inimmaginabile, così come l’Inghilterra, che però, in compenso, non si era neanche qualificata per la fase finale dei mondiali.

Che casino.

La situazione è difficile, più difficile di quanto ci saremmo mai potuti immaginare. Mentre scrivo, tutte le fabbriche FIAT sono chiuse e tutti gli operai sono in cassa integrazione per un mese. La crisi, come vedete, è più vicina di quello che ci vuol far credere Studio Aperto.

E’ facile trovare colpe e responsabilità, ma meno facile è trovare una via d’uscita. Il mondo che ha superato il ’29 ne è uscito migliore, con più regolamentazione e più stabilità. I cicli si sono susseguiti e continuano a susseguirsi sempre e, così come siamo caduti in basso, saremo in grado di risollevarci. I licenziamenti continueranno, ma la ripresa dell’economia, che sia nel 2009 o nel 2010, li riassorbirà. Bisogna solo stringere i denti ancora per un po’. E non solo quelli: qualcuno ha già fatto scorte di vaselina.
Note:

1)  Omicidio preterintenzionale di suora gospel, una tipo Whoopi Goldberg nel suo capolavoro più apprezzato “Sister act”

2)  Per vostra informazione, nel mondo finanziario, i rating si comprano un po’ come il pane in panetteria. E’ come se al liceo avessimo potuto scegliere noi quando essere interrogati e contestualmente avessimo dovuto versare un obolo da 30-40mila euro al professore.

3)  Un po’ come Whoopi Goldberg, in “Sister act 2”, meno apprezzato rispetto al primo come tutti i sequel (vedi Rambo 18 o Indiana Jones contro Gianni e Pinotto)

4)  Sembra una battuta, ma in realtà è vero: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=313068



11 Responses to “Viaggio semi-serio nel mondo della crisi”

  1. giacomo scrive:

    regolamentazione e stabilità dopo il ‘29?
    faro dell’economia come NOI continuamo a vederlo?
    peggiori bar di carac…?
    animo pensante?

  2. Diego scrive:

    … ma la vita e’ bella….

    ed il macallan e’ piu’ forte di tutte le crisi ….

    ps…. ma perche’ e’ in curiosita’ e non in economia…..? boh forse per i commenti curiosi….

    Ciao socio

  3. William Sbrega scrive:

    Carissimo Giacomo V. (V per vendetta?),
    avevo scritto un bel commento, ma purtroppo la linea è caduta e ho perso tutto. Peccato… Comunque in breve riassumo, senza cercare di provocarti… non offenderti, mi raccomando e cerca sempre di pensare col tuo cervello e non con le emozioni la prossima volta.

    Allora (scrivo prima quello che hai scritto tu e poi commento)

    1) “regolamentazione e stabilità dopo il ‘29?” –> se le tue emozioni non ti avessero annebbiato, avresti letto: “PIU’ stabilità e PIU’ regolamentazione”. Ora, ti sfido a dimostrarmi che prima del 1929 c’era MENO regolamentazione e MENO stabilità… ammetti di aver detto una cazzata e chiudiamola qua… io ne dico tante e ne vado fiero
    2)”faro dell’economia come NOI continuamo a vederlo?” —> ok ok… tu no… non fai parte della NATO… ok, la vedi in un modo diverso, però io non parlavo di NOI intendendo io te e mia sorella.. ma noi come paesi dell’europa occidentale
    3)”peggiori bar di carac…?” —> IRONIA, do you know? è qualcosa che ti fa sorridere, è qualcosa che serve nella vita vera, più di un titolo universitario… o di un tesserino da giornalista: quelli sono solo carta straccia (o carta ruvida)
    4)”animo pensante?” l’insulto personale non me l’aspettavo! mi aspettavo da te una critica delle tue, cioè piena di paroloni inutili, di aggettivi e di avverbi… senza alcuna logica! ma è per questo che noi tutti (intendo noi della NATO) ti vogliamo bene! Non cambiare mai, perchè la vita è bella ed è giusto che ognuno pensi e parli a suo modo.

    W la vita… Diego grazie di esistere!

  4. giacomo scrive:

    presupponendo che la risposta migliore a tutte le tue dettagliatissime argomentazioni sarebbe sempre e solo: “diego armando maradona”, provo comunque.
    1) se per stabilità intendi le ordinate dittature economiche che hanno provocato 10 anni dopo la più grande instabilità della storia, hai ragione: più stabilità. 1-0 per te
    2) se per NOI intendi l’Europa, l’occidente, eccetera, perché poettering si sveglia ogni mattina bestemmiando nostro signore perché non è nato a ho chi min, dove il faro cinese lo avrebbe portato più lontano dagli scogli, senza fargli fare due coppe america prima di schiantarsi? vabbè buona, 2-0
    3) e 4) “ironia? dont i know?” read again…
    non te la prendere, mi hai dato 4 pere
    so long
    g

  5. William Sbrega scrive:

    Guarda che non è una gara… non si vince niente… i giornali sono come dei grandi forum in cui le persone intelligenti ascoltano le opinioni altrui e imparano a vedere il mondo con un occhio diverso. Al punto 2) ti spiego perchè.

    la numero 1) è una buona risposta, ma non ha niente a che fare con l’economia. Si parla di economia, non di guerre mondiali nè di mondiali di calcio, quindi, se insisti a dire che secondo te c’era più stabilità in economia nel 1800 che dopo il ‘29, caro mio, hai bisogno di una camicia di forza.

    2) l’opinione di uno non è migliore di nessun’altra: è solo un’opinione. Quello in cui ti sbagli è semplicemente non accettare l’opinione di una persona, cercando di imporre la tua. Detto ciò harry pottering e la pietra filosofale possono benissimo andarsene a quel paese perchè ti potrei citare altri 10000 geni che dicono cose opposte a quelle sue e a quelle di chiunque altro e che pur sempre rimangono dei geni. Continuo a consigliarti di cambiare idea sulle citazioni perchè sono solo un modo di rinforzare le idee in chi ce le ha deboli… e anche questa era una citazione (GIOCO A PREMI —> di chi?).

    3° e 4° punto, tralasciando il tutto, volevo dire a te e alle tue emozioni, che non è una gara: non si vince niente. Se vuoi te lo ripeto una 3a volta: non è una gara, non si vince niente. Ed è meglio così perchè altrimenti, sull’ironia, sarebbe un 6-0, cappotto e tutti a casa

    Cordialmente
    W.S.

  6. Diego scrive:

    … articolo che a mio (modestissimo) parere potrebbe essere il seguito di “Liar’s Poker”….
    ma la mia verita’ e’ che “la vita e’ bella” e quindi sara’ facile (non difficile) dimenticare questa crisi…
    …in fondo ricordare, come pensare, e’ attivita’ tanto saggia da essere inutile (non serve nemmeno a dimagrire)…
    …molto meglio accendersi una sigaretta, ordinare macallan e (ri)fare dei nuovi errori…
    …molto meglio la ?i?a…. che le scorte di v..…
    …meglio prime che subprime insomma….
    “che casino”

  7. giacomo scrive:

    vada per il 6-0

  8. vittorio scrive:

    Ma come?… Giacomo… incassi così le lezioni sull’ironia e sull’economia di William?
    senza insistere nel difendere le tue argomentazioni, peraltro a mio avviso sempre illuminanti.

  9. Martina scrive:

    La crisi del \’29 deve i suoi effetti devastanti agli errori in materia di politica economica commessi dal governo USA nel periodo immediatamente successivo (contrazione dell\’offerta di moneta, repressione del credito ecc..).
    Oggi BCE e FED hanno l\’opportunità di riscattarsi, imparando da un passato che ormai riecheggia quotidianamente nel nostro presente. Le iniezioni di liquidità alle banche sono necessarie per una ripresa economica. Tutti , infatti, beneficiano di una ripresa di industria e commercio.
    Il sistema di credito è stato messo in ginocchio da strategie poco prudenti e finalizzate ad ottenere grossi guadagni nel breve periodo. Bisogna cambiare questa visione. Bisogna ripristinare un virtuosismo economico attraverso la regolamentazione e l\’attenta vigilanza del sistema finanziario – la chiave per promuovere idee e progetti meritevoli e restituire efficienza alle imprese italiane.

    Un conto è però parlare di sostegno ad industria e commercio, altro è promuovere, proprio in un momento così delicato, una chiusura mentale e fisica ai mercati finanziari, un anacronistico ritorno ad un intervento costante ed invasivo dello stato nella vita economica del paese, un \’ripudio dello straniero\’ ed un attacco alla globalizzazione. Questo è il clima che numerose autorità della nostra scena politica stanno diffondendo all\’interno del paese (poi c\’è Studio Aperto che parla di orsetti e panda abbandonati)

  10. giacomo scrive:

    sai Vittorio, innanzitutto come ha più volte rimarcato il buon william, pur dimenticandoselo immediatamente dopo: non è una gara.
    poi, sull’ironia, credo che tutto ciò sia talmente comico che non saprei proprio fare di meglio.
    infine, sull’economia, preferisco liberarmi dalla camicia di forza prima di discutere. infatti al momento sto chiaccherando con jack nicholson se stare al di qua o al di là del nido di un pennuto, ma lui non mi ascolta perché pensa solo al credit crunch.

  11. William Sbrega scrive:

    Cara Martina,
    c’è poco da dire: condivido pienamente tutto (o quasi) quello che scrivi. Certo è che la crisi del ‘29, così come quella di oggi, è ben più complessa ed è difficile spiegarla in poche righe. Infatti il mio era un modo ironico di fare “un quadro generale” della situazione, giudicando con gli occhi di un quasi-adulto che lavora nel settore. Al di là di questo, bisogna vedere quali saranno le conseguenze nel lungo termine di tutte queste contromosse messe in pratica da BCE e FED. Chiunque abbia studiato le basi di macroeconomia può intravedere qualcosina. La liquidità a pioggia fa bene a tutti sul breve, ma sul lungo… Insomma, bisogna aspettare per giudicare. Per esempio, la crescita del PIL italiano per il 2009, a fine giugno 2008, era considerato da tutti “i grandi analisti” come approssimabile intorno ad una stima di +1,3% y/Y e adesso, dopo solo 6 mesi, si vede intorno al -2.6%. In Islanda si è passati dal +7.8% al -8.6%.
    Questo per dire che fra 6 mesi tutto potrà essere cambiato, in positivo o in negativo. E tutti quelli che stanno facendo grandi previsioni adesso, molto probabilmente si sbagliano (me compreso).

    Quello che si sa è che il mondo è fatto a cicli e, quando si è in caduta libera, bisogna ricordarsi che, prima o poi, si risalirà. Dati, previsioni, analisi, ipotesi, contromosse, liquidità… son tutte cose aleatorie, come il mio articolo, ma che non permettono neanche di farsi un paio di risate su una situazione poco allegra.

    W.

    PS: come dici tu, gli orsetti di Studio Aperto sono emblematici… le grosse crisi portano sconvolgimenti mondiali enormi… e una debolezza politica inquietante. ti ricordi cosa ha preso piede pochi anni dopo in Germania, a causa di ignoranza e povertà?