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Quando la comicità è nuda e cruda

30 settembre 2009
Pubblicato in Opinioni
di Loredana Terminio

ugo-sanchez-jrScena spoglia, online fondo nero, pharmacy luce a piombo su un microfono attorcigliato a un filo. L’attore entra in scena con una capigliatura sparata in aria, compatta, con punte rigide a disegnare una cornice attorno al volto. Conquista così già la prima risata insieme alla simpatia del pubblico.

Ugo Sanchez wants to play, questo è il titolo dello spettacolo ospitato al Teatro Puccini di Firenze all’interno della manifestazione TEATRIaperti_ramificazioni spettacolari, organizzata da Firenze dei Teatri. Vincitrice del bando INNESTI indetto da Firenze dei Teatri in collaborazione con l’Associazione ArteRiosa di Prato, la Compagnia Sirteta porta in scena una piéce comica che porta all’estremo la più classica delle dimensioni del clown: l’inadeguatezza.

Ugo Sanchez Jr. è un musicista, o almeno così fa credere, presentandosi in scena con la sua chitarrina e il suo smoking nero con tanto di papillon. Vuole suonare ma il suo volto concentrato e arricchito da espressioni facciali di un vero mimo istiga il pubblico alla risata e non gli fa avere il silenzio necessario che i musicisti pretendono per iniziare a suonare. Dalle prime note si intuisce che non sarà un grande e severo concerto, il ritmo divertente richiama la comicità che è propria dell’attore in scena, del suo portamento, del suo abito, dei suoi occhi sbarrati, delle sue sopracciglia alzate e, soprattutto, della sua capigliatura.

All’improvviso irrompe sulla scena da fondo platea un personaggio incappucciato, salta sul palco e gli strappa in un colpo solo tutti i vestiti. Ugo Sanchez Jr. si ritrova così nudo con solo il suo strumento a coprirgli le parti intime, i suoi calzini a righe bianche e nere a sottolineare ancora di più la sua inadeguatezza e ridicolaggine. Ma Ugo Sanchez wants to play e ci dimostrerà quanto lo vuole, fino a che punto, fino a che costo.

Il pubblico intuisce la sua determinazione e accompagna ogni tentativo di suonare lo strumento in quelle condizioni a risate sempre più pronunciate. Peripezie si susseguono fino ad una diretta richiesta di aiuto ad una persona seduta in platea. L’intervento di una ragazza gli permette di attuare il suo piano escogitato tra un’espressione e l’altra del volto: sfilarsi i calzini e crearsi un indumento intimo di emergenza. Sketch riuscitissimo che convince anche quella parte di pubblico ancora perplesso da questa forma di comicità che rischia di confondersi in volgarità.

Libero dal pudore e dalla vergogna della sua quasi completa nudità, libero dal giudizio e dalla perplessità, conquista l’intero palco cimentandosi in danze sfrenate con un accompagnamento musicale che detta il ritmo degli applausi, mentre le risate crescono e si fanno compulsive. Non ancora stanco di provocare, Ugo Sanchez Jr. scende tra il pubblico, si arrampica tra le poltrone e ruba uno scialle con cui asciugarsi il sudore e coprirsi dalla vita in giù. Con questa nuova mise ritorna sul palco pronto ancora a divertire con la sua musica e un nuovo strumento.

Un’ora di risate, di sorprese, di imprese – non manca il numero di equilibrismo su una gigante palla stile dancing club anni ‘80. Ugo Sanchez Jr. voleva suonare e ha dimostrato la sua volontà; il pubblico ora lo vuole applaudire e lo richiama sul palco, due, tre, quattro volte, asciugandosi gli occhi colmi di lacrime di puro divertimento.



One Response to “Quando la comicità è nuda e cruda”

  1. Luigi Galimberti Faussone scrive:

    Bello!