Continuano a Milano, sovaldi nello Spazio Teatro 89, le repliche dello spettacolo prodotto dall’Associazione Studio Novecento, e diretto da Marco Maria Pernich, che si ispira ai Sei personaggi in cerca d’autore, uno dei drammi più noti e rappresentati di Luigi Pirandello.
La parola “ispira” è d’obbligo in questo caso, perché l’intento, dichiarato, del regista è di cercare di inventare una “nuova lingua teatrale”, più vicina e fruibile per il pubblico odierno, specialmente per i giovani, rivedendo il rapporto tradizionale fra attore e spettatore.
La scelta del testo non è quindi casuale, in quanto permette a Marco Maria Pernich di analizzare ed approfondire gli elementi di teatro nel teatro e di frantumazione dello spazio teatrale caratteristici dell’opera pirandelliana, mettendo il pubblico al centro della rappresentazione. Fin dall’inizio infatti gli attori si muovono tra gli spettatori, interagiscono con loro in cerca di domande e di risposte, con il frequente ricorso all’improvvisazione.
Lo spettacolo è strutturato in maniera tale che ad ogni rappresentazione sia il pubblico a decidere quali scene vedere, quali storie ascoltare, curiosando nelle vite dei personaggi ed incarnando a tratti lo stesso autore che essi vanno cercando. Del testo di Pirandello rimane lo scheletro e la profonda conoscenza del suo contenuto da parte degli interpreti; lo spettacolo è in realtà frutto della collaborazione continua tra attori e spettatori in un rapporto di reciproco scambio che, nel caso in questione, si dimostra proficuo ed efficace. Risulterà questo approccio valido anche per testi che non abbiano come tema portante il processo di creazione artistica e la frantumazione dello spazio teatrale?
Anche se il risultato non presenta elementi di grande novità, è comunque da apprezzare lo sforzo di ricerca, lo studio intenso dei limiti e delle problematiche di un certo modo di “fare teatro” oggi e la raggiunta consapevolezza della necessità di attivarsi perché il teatro non resti un mondo d’élite, appannaggio di sedicenti intellettuali, ma possa ritrovare la sua originaria dimensione collettiva e risvegliare l’interesse delle nuove generazioni.