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Il Mediterraneo: un viaggio musicale e gastronomico

7 aprile 2011
Pubblicato in Fiori, Segnalazioni
di Alice Rota

Venerdì 1 Aprile 2011: serata di presentazione del ciclo di incontri “Milano Mediterranea” organizzato dall’Associazione Il Tamarindo, sovaldi in collaborazione con Levàa food agency e le associazioni Ziryab e Arte da Mangiare, advice presso il Salone degli Affreschi della Società Umanitaria di Milano.

Una collaborazione di menti e capacità che nasce proprio dalla conoscenza reciproca di interessi, troche ruoli, occupazioni, passioni ed esperienze, nel campo musicale di certo, ma non solo.

Comuni sono gli obiettivi: «unire alla musica dei grandi maestri del Mediterraneo l’eccellenza delle tradizioni gastronomiche delle rispettive aree di provenienza, riportando alla luce la centralità della città di Milano nell’area euro-mediterranea ed il suo importante ruolo di mediatrice culturale, sensibilizzando in particolar modo i giovani, verso le consistenti possibilità di sviluppo economico ed intellettuale che ne possono conseguire».

Il titolo: Ombre dal Mediterraneo è il tentativo di un viaggio tra la musica e la poesia del Mediterraneo, guidato da giovani musicisti. I timbri delle voci, delle chitarre, della fisarmonica, dei fluati e delle percussioni, accompagnerà tra le sponde dei mari  del Sud, attraversandone i colori ed i profumi, raccontandone le persone, gli spiriti, le lingue, gli amori.

L’intento: trasformare ogni luogo in un angolo del Mediterraneo.

Un sano rapporto di amicizia da vita ad uno Spettacolo all’insegna della musica e delle culture mediterranee, con ritmi e liriche dalla Spagna, al Nord-Africa, ai Balcani, all’Italia. Una fusione tra i suoni dell’area mediterranea ed il linguaggio jazz europeo.

L’ incontro di poesia, musica e gastronomia mediterranee: un approccio multidisciplinare evocativo della straordinaria ricchezza culturale del Mediterraneo.

Assistere ad un evento di questo tipo, partecipare come “madrina” alla serata, essere accolta dal presidente Lorenzo Kihlgren Grandi e i musicisti del gruppo Ombre dal Mediterraneo, fa riflettere sulla portata, peso e carattere dell’occasione in cui esperienze personali, capacità artistiche, voglia di comunicare e creare sono gli strumenti di un processo che coinvolge, attira, risveglia.

Interrogarsi su cosa possa significare ispirarsi al Mediterraneo e al concetto di “ombra” può ben legarsi alla riflessione che oggi va fatta sulla cultura, su ciò che noi intendiamo inserire nel processo di apprendimento e organizzazione, ma anche cosa significa oggi gusto ed estetica, chiedersi che senso abbiano parole come multietnicità, multiculturalità…

Si parla spesso e se ne fa uso improprio, di globalizzazione: un concetto difficile da realizzare se non si è disposti ad accettare le proprie e altrui origini, se si fa fatica a comprendere che qualsiasi passo avanti può e deve essere fatto sulla base di ciò che dovremmo conoscere di noi – il nostro passato, la storia, usi e costumi delle società che hanno vissuto e vivono oggi attorno alla nostra. Un termine quindi che rasenta l’utopia, ma sta sulla bocca di tutti.  La società nostra vive di stereotipi, di identità alle quali si da vita solo grazie al confronto (legittimo certo), ma inappropriato se l’obiettivo da raggiungere è la formazione di originalità, soggettività, personalità. Non per essere individualisti, ma per far crescere ogni piccola differenza, essenziale per garantire un incontro/scontro, riflessione e stimolo di crescita al fine di trovare un punto d’arrivo, comune, condiviso. Un progetto che porterebbe alla creazione di una grande opera d’arte, totale, che vive di relazioni e reciproco rispetto ed equilibrio tra materie, materiali, sfumature diverse.

Se esiste un modo per giungere a tale risultato, lasciarsi guidare dalla musica è di certo il metodo più piacevole, perché nel rispetto di ciò che ogni tipologia e genere musicale insegna e da cui è costituito, ognuna delle strade, dei colori, delle modalità d’esecuzione, può arrivare a condividere la stessa meta: comunicare, unire, trasformare, trasmettere. In una parola: relazionarsi. Uniamo l’esperienza culinaria, che noi italiani possiamo vantare, ma che non esclude la contaminazione di sapori, profumi che pur non essendo autoctoni per noi, abbiamo imparato ad ammettere nella nostra vita di tutti i giorni, quasi senza farci troppo caso.

Non può essere così anche per altri generi di prodotti culturali? Basta un po’ di disponibilità e apertura e ciò che ne nasce è un gruppo di strumenti: due chitarre acustiche, flauti dolci, un violoncello, percussioni e batteria, accompagnati da voce femminile che ne intona le melodie e legge alcuni testi scritti da uomini e grandi letterati, che partendo dal decadentismo fino agli anni ‘20 e ‘30 del secolo scorso, parlavano di rinnovamenti, di formazione, di progresso e speranze per un futuro tutto da creare… timbri così diversi, eppure così in sintonia da creare musica che parla di noi, come di altri popoli, storie, paesaggi, vite lontane, che  permettono di chiudere gli occhi e immaginare, fotografare, viaggiare…

L’ottima esecuzione degli interpreti e musicisti, il richiamo di cibi e pietanze dai colori e sapori invitanti e l’atmosfera conviviale creata, hanno accolto un pubblico accorso numeroso e incuriosito. Gli apprezzamenti non sono certo mancati, così come gli applausi e le parole cariche di entusiasmo verso ogni protagonista della serata. Persone di diverse età, cultura e caratteri… proprio così cadono le barriere, le distanze si accorciano incontrando un unico grande mare: il Mediterraneo.


Created with flickr slideshow from softsea.



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