Ultimamente, mind complice la sfacciataggine mediatica, c’è l’insolita abitudine di attribuire a Sua Maestà la Regina d’Inghilterra ogni sorta d’usanza, buona o cattiva che sia. Mi è capitato di leggere su un libro, a proposito degli stuzzicadenti “Pare che anche la Regina Elisabetta ne faccia uso”. In una trasmissione televisiva (Che tempo che fa, condotta da Fabio Fazio), un economista di cui mi sfugge il nome riferì che la Sovrana, ospitando per una cena informale un suo amico, faceva uso di tovaglioli di carta.
Ora, una persona benpensante o un po’ snob potrebbe pensare che l’attribuire questi usi alla Regina sia un elegante escamotage per giustificare le proprie abitudini piccolo-borghesi, per sottrarsi alla vergogna della mediocrità.
Vi assicuro invece che è tutto vero, come ho potuto sperimentare di persona settimana scorsa mentre ero a cena a Buckingham Palace.
Suonato che fu il gong, mi recai nella drawing room, sistemandomi il cravattino dello smoking. Uno sciabattare alle mie spalle mi fece notare che Sua Maestà era giunta, indossando infradito, salopette di jeans, camicia e bandana; elegante ma al contempo casual e informale. Dopo i convenevoli di rito (“Bella lì” “Come butta, ma’am?” – ricordiamo che la Regina ha abbandonato la parlata dell’upper class), le diedi il braccio e ci avviammo verso la sala da pranzo.
Potete immaginare la mia sorpresa quando vidi i summenzionati tovaglioli di carta, decorati con una “E” d’oro e vari palloncini (residuo di giubilei di diamante o regali genetliaci). Con stupore notai che le stoviglie erano piatti in pvc, eccezion fatta per uno scodellone da cui letteralmente bevemmo il potage e i cartoni della pizza portata dal fattorino. I piatti furono accompagnati da diverse birre, rigorosamente aperte dalla sovrana con un accendino.
Dopo che fu servita la torta del Mulino Bianco adagiata sopra i nostri tovaglioli, la frutta (mezza pera a testa per economizzare), adoprammo gli stuzzicadenti di prammatica.
Finita la regale ispezione del nostro orifizio orale, mi alzai per aprire la porta alla Regina, supponendo che -da tradizione- sarei rimasto solo bevendo porto e fumando un sigaro. Ma ancora una volta the Head of the Commonwealth mi stupì -anzi, che dico, mi sbalordì- estraendo anche lei un sigaro dal retro del suo padiglione auricolare.
Dopo che mi fui ripreso dallo shock, chiesi: “Maestà, ho sempre creduto che alla fine della cena, le donne si alzassero per recarsi nel salone lasciando gli uomini tra di loro perché le raggiungessero dopo una signorile sbevazzata e un sigaro!”
“Caro mio, lei ha letto troppi libri” rispose.
Poscia l’aver onorato il demone del tabagismo con notevoli anelli di fumo (noblesse oblige) ci dirigemmo finalmente verso il salone, dove passammo la fine della serata con il karaoke “Canta tu”, intonando struggenti melodie gitane.
Tornando a casa mi soffermai in una libreria per incendiare i vari libri di buone maniere.
Tutte balle.
Assolutamente esilarante!
… e dimenticavo… vorrei davvero poter leggere altri articoli così! Complimenti Giovanni!
Gentile autore, visto che è di casa, recapiti il mio personale invito a sua Maestà la Regina d’Inghilterra per la sagra del cinghiale a Macchie, sarà in compagnia di altre teste coronate, non si preoccupi (Il principe Capnist ha già prenotato un tavolo).
Complimenti Monsieur Giovanni,l’immagine della Ely che stappa le birre con l’accendino segnerà la nostra generazione.
Giovanni, credevo di morire! Grazie per questo articolo francamente divertente, libero, delizioso. Credo che ti sia sfuggita, pero’, nella descrizione del dessert, l’effige dela Lilybeth in glassa che troneggia sulla torta paradiso. Grazie, Giovanni, e BRAVO!
Proprio bravo e sorprendente…ma perchè poi? già promettevi bene da tempo!
vediamo un pò dove ti porterà questa “ricerca”….
Auguroni
Mi scuserete, ma bazzicando tutti i giorni iltamarindopuntonet mi soffermo sempre a leggere queto articolo, che mi diverte moltissimo. Quindi pardon per il mio presenzialismo, ma sto ridendo da solo, in place Victor Hugo (Parigi ha la connessione wireless in qualunque suo angolo), “intonando struggenti melodie gitane”. Con il beneplacito dei passanti.
M.
Carissimi, vi ringrazio per i complimenti immeritati che mi avete rivolto.
Per la curiosità di Miša aggiungo che non c’era alcune effigie della Regina, bensì lo stemma dei Windsor fatto con lo zucchero a velo.
Carissimo, è un vero peccato che un’idea così brillante sia poi stata banalizzata. La partenza è ottima e rivela un gran senso della tempistica nello scrivere. Ma poi, se permetti una critica, avresti dovuto non eccedere nell’iperbole troppo scontata. Geniale stappare la birra con l’accendino, meno esilarante rifugiarsi nel Mulino bianco o nel bere la minestra dal piatto. Penso che tutta la tua serata a corte avrebbe potuto essere immaginata e descritta con vocaboli e situazioni più inattesi. È la prima volta che apro il Tamarindo e che ti leggo; lo farò ancora. Visto che i complimenti (qualcuno davvero meritato) te li fanno gli altri io mi limiterò a segnalarti ciò che ritengo migliorabile. Spero di non fare la fine del grillo di Pinocchio. Auguri
Caro Federico, non preoccuparti: non sono avvezzo a scagliare martelli contro la gente. Vuoi perchè rischierei di finire in galera, vuoi perchè le poche volte che mi è capitato di maneggiare martelli o altri utensili sono finito al pronto soccorso.
Innanzitutto ti ringrazio per aver letto questo modesto frutto della mia “fatica”, se così si può chiamare; inoltre ti ringrazio ancor di più per le critiche, utili e interessanti, soprattutto perchè motivate.
La cronaca nasce non per fare un racconto comico (anche se ogni cosa che faccio finisce per diventarlo, dalle versioni che facevo al liceo al mio andare in motorino, devo avere qualche gene bacato), bensì per fare una critica -nel mio piccolo- alla mania imperversante di voler giustificare le proprie abitudini imponendo ai “grandi” della nostra società i nostri stessi pregi e difetti.
Abitudini che assolutamente non condanno (chi sono io per giudicare?) ma che suscitano in me una certa curiosità e solleticano il mio spirito critico, per quanto esso possa essere insolito o scontato, ma spero mai noioso o banale.
Per questo ti ringrazio per le critiche e i consigli (oltrechè per gli auguri)
A presto
Ancora una volta, Giovanni, Bravo. Bravo, simpatico e diplomatico.
Direi “BRAVO Giovanni, davvero bravo!”. E per lo scritto, e per le intenzioni. Il brano è gustosissimo e molto sapiente.
Si fa troppo chiasso attorno alle teste coronate, e troppo chiasso hanno destato loro stesse. Rotocalchi e rivistucole soffiano sul fuoco: curiosità pruriginose e sguaiate spesso accompagnano a braccetto vergognosi scivoloni di chi dovrebbe seguire con naturalezza gli obblighi del rango.
Astro incorrotto – tra pochi altri come Ranieri da vedovo – è la sovrana d’Inghilterra. Forse unica. Ma certamente imitabile se lo si volesse.
Iddio non voglia lasciare sulla scena della nobiltà europea soltanto personaggi sguaiati come i giovani e LE giovani Windsor, o tipi da spiaggia come i Casiraghi.
Che ne pensi? E che ne pensano i lettori?