A Torino, per scoprire il futuro del libro
Pubblicato in Segnalazioni
di Nina Ferrari
Al Salone del Libro di Torino, viagra presentato il tema della “memoria, click svelata”, viene annunciato il futuro dell’editoria digitale e degli e-book
Lettori affamati, curiosi e contenti passeggiano tra gli stand del Salone del Libro di Torino, carichi di borse di pezza ricolme di volumi, pronti a ad assaggiare la prossima proposta, speranzosi di incontrare il loro scrittore preferito. Valicare la soglia del Lingotto nei giorni della festa italiana del libro risveglia speranze nutrite nei confronti della cultura nel nostro Paese: esiste, c’è, è ricca e dinamica, e poco importa se a volte pare che se ne stia nascosta, sotterrata, dimenticata. Questi sono i giorni dell’incontro tra chi produce cultura e chi ne gode (spesso, è vero, la linea di demarcazione tra le due categorie è quasi impalpabile) e non c’è anniversario più bello di quello che celebra l’amore. Perché è così che funziona coi libri: colpi di fulmine, curiosità, seduzione, persino il lento addomesticamento nei confronti di ciò è nuovo e che però attrae. Queste sono cose che funzionano tra umani, ma si ripetono in egual modo tra i lettori e i loro libri. Quando sei a Torino, al Salone del Libro, non fai che osservarlo in ogni angolo.
Si spengono le luci, la festa è finita ed è tempo di bilanci. Alta affluenza di pubblico, gli espositori segnalano l’aumento di vendite di libri. Un successo quasi insperato, soprattutto in questi tempi di magra, in cui lo spettro della crisi economica aleggia un po’ dappertutto, tranne che a Torino: festa doveva essere e festa è stata, i lettori se ne tornano nelle loro case, così gli editori e i conferenzieri. Su tutto troneggia la consapevolezza che quest’anno l’evento torinese ha saputo più che mai esprimere il vecchio e il nuovo, proponendo il tema della cura della memoria come filo conduttore e affacciandosi contemporaneamente al futuro con svariati incontri sulle future evoluzioni del libro in formato digitale. La festa dei lettori è anche occasione di riflessione per gli editori, che, riuniti tutti assieme, approfittano dell’evento per comunicare le proprie novità.
Nel giro di pochi giorni due sono stati gli annunci destinati a rivoluzionare il panorama dell’editoria in Italia: a ottobre due grandi gruppi, rappresentati da Mondadori (con Mondadori, Einaudi, Piemme e Sperling&Kupfer) e dalla piattaforma Edigita (nata da un accordo tra GeMS, Feltrinelli e Rcs Libri), scenderanno in campo proponendo migliaia di titoli in formato e-book, che andranno a coprire l’1,5% del catalogo dei titoli e l’8% delle novità. Particolarmente interessanti, per altro, le intenzioni della piattaforma Edigita: come ha ben spiegato Jacopo De Michelis di Marsilio, Edigita non rappresenterà solo uno dei possibili “luoghi” di distribuzione degli e-book, ma si proporrà anche di fornire tecnologie e procedure a editori grandi e piccoli, che potranno approfittarne mantenendo la propria autonomia.
Certo, l’eccitazione degli editori per la frontiera digitale è innegabile (quando le conferenze riguardano gli e-book le sale sono gremite e le persone che ascoltano in piedi sono il doppio di quelle che hanno trovato un posto a sedere), ed è vero che la maggior parte di essi la vede come una stimolante opportunità. Tuttavia quando si parla di e-book non mancano coloro che, non solo per tecno-scetticismo, preferiscono tenere un atteggiamento cauto.
A causa della pirateria, il salto nel mondo digitale rappresenta infatti una possibile minaccia al diritto d’autore, che è alla base della stessa esistenza del mondo editoriale come lo si conosce oggi. Ed è qui che l’eccitazione per il nuovo si tramuta in una grande sfida, che gli editori vogliono abbracciare consci delle difficoltà che comporta. Si inserisce in questo filone Marco Polillo, presidente dell’Associazione Italiana Editori, che in un incontro su “editoria digitale e online” ha sottolineato la necessità, presente e futura, che gli autori e gli editori vengano pagati per il proprio lavoro, per l’ideazione del testo da un lato e la creazione di un testo intellegibile dall’altro. Quella del libero accesso alla cultura è, secondo Polillo, una concezione demagogica, che rischia di svalutare e rendere impossibile l’operato di chi, quella cultura, la produce. E dunque eccola qui la sfida: riuscire a tutelare il diritto d’autore in sinergia con le nuove tecnologie, approfittare dell’opportunità digitale per dare il via a nuovi progetti capaci di attirare lettori e fare cultura. Perché è questo che davvero importa, qualsiasi sia il supporto con cui ci si confronta.
In un instancabile bilanciamento tra vecchio e nuovo, tra invenzione e cultura tramandata, il dialogo tra autori editori e lettori procede su strade che continuano ad alimentare l’amore che li lega, che li fa vivere, che li riporta ogni anno a Torino a celebrare la loro intima festa. Gli e-book, così come qualsiasi altra novità, non cambieranno questo rapporto, ma certo apriranno nuovi canali, nuovi luoghi di contatto. Ed è senza dubbio questa la prima ragione di eccitazione per gli editori, che instancabilmente continueranno a nutrire, in modo invisibile, l’antica relazione tra gli autori e i loro lettori.