Da “Immagine” a “Ingenuità”: l’Italia e i suoi problemi secondo Beppe Severgnini

Di Lorenzo Bellettini • 26 feb 2008 • Categoria:Società • Un commento

“Le cause dei problemi dell’Italia sono cinque, e cominciano con la ‘i’” – afferma il noto giornalista del Corriere della sera Beppe Severgnini a una cena organizzata dal Master del Pembroke College di Cambridge, Sir Richard Dearlove, il 25 febbraio 2008.

Severgnini, autore di numerosi libri sull’Italia e gli Italiani, gli Inglesi e gli Americani nel loro rapporto con l’Italia, ha parlato sul tema “The Italian Labyrinth: a guided tour.” Con stile brillante e inglese fluente, Severgnini ha presentato succintamente alcune delle cause dei problemi dell’Italia, che egli ha riassunto in cinque ‘i’:

Immagine: gli Italiani sembrerebbero avere un dono particolare per diffondere immagini incisive di sé all’estero – è un peccato quando questa abilità si applica a immagini negative. Esempio supremo sono i rifiuti di Napoli, in confronto ai quali, secondo Severgnini, gli scandali di altri paesi, come la banca Northern Rock in Inghilterra e Société Générale in Francia, hanno avuto un’eco assai più debole nell’immaginario collettivo mondiale.

Impotenza: Severgnini ha deplorato un’ulteriore caratteristica dell’Italia, che vanterebbe molte persone in grado di fermare, porre fine o bloccare qualcosa, e assai meno persone capaci di fare qualcosa, per la lentezza del meccanismo decisionale e un consolidata pigrizia nel prendere iniziative. Quanti ponti incompleti, quante strade non finite, quande idee rimaste solo un progetto – o forse neanche quello - ancora dopo decenni?

Innocenza: gli Italiani coltivano diffusamente l’idea di un’integerrima innocenza personale, offrendo numerosi esempi di scarsa volontà ad assumersi la colpa per gli errori commessi; ogni sbaglio dà adito a una sarabanda di accuse reciproche, che non aiutano a risolvere i problemi. Una maggiore onestà morale sarebbe non solo una virtù, ma un aiuto al Paese.

Indifferenza: l’idea diffusa che hanno gli Italiani che si viva meglio senza un Governo. E’ un mito da sfatare: si vive meglio con un Governo, che pero’ deve funzionare meglio. Anche i turisti che coltivano un’immagine bucolica dell’Italia, fatta di bei paesaggi, di sole e di amore, cambierebbero idea non appena avessero a che fare, ad esempio, con la burocrazia italiana e i tribunali, o qualora volessero avviare un’impresa.

Ingenuità: già per gran parte del secolo scorso, l’attesa diffusa di uno “Zorro” che ci salvasse tutti, passando per Mussolini, Craxi e Berlusconi. Ora, conclude Severgnini, gli Italiani sono convinti che non vi sia una persona che ci puo’ salvare - solo gli Italiani stessi possono farlo. Speriamo che ci riescano.

Lorenzo Bellettini

Lorenzo Bellettini Germanista, esperto di fine secolo viennese, Lorenzo è ricercatore presso l'universita' di Cambridge.
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Commenti: 1 »

  1. Grazie per questo sommario dei commenti di Severgnini.

    Non trovi che sia un sintomo dei problemi dell’Italia che Severgnini, un giornalista con certo un bello stile e un gran senso dell’umorismo, passi spesso per uno dei nostri “public intellectual”? Nel recente articolo sul New York Times che esponeva l’attuale crisi cultural-politica dell’Italia (”In a Funk, Italy Sings Aria of Disappointment”, 13 dicembre 2007) i due intellettuali citati erano Severgnini e Beppe Grillo.

    Per quanto spiritose ed “azzeccate” le analisi di Severgnini, non penso che siano dei contributi abbastanza seri ed importanti da poter, per esempio, spiegare come sono emersi certi problemi dell’Italia di cui cerca di trattare (oltre che con la sociologia spicciola) o come si possa cercare di cambiare direzione (oltre che con un po’ di speranzoso buonismo).

    Cercherei piuttosto delle risposte presso altri pensatori, magari meno noti al grande pubblico. Un esempio? Il sociologo pavese Alessandro Cavalli, autore di un validissimo intervento (in inglese) sul tema dal titolo “Reflections on Political Culture and ‘The Italian National Character’” (Daedalus, Vol. 130, 2001).

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