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Il contropensiero nel silenzio

13 maggio 2008
Pubblicato in Attualità
di Guglielmo Campiano

Nessuno ne parla, nessuno lo dice. Però è chiaro che la composizione di questo governo crea forti preoccupazioni. Mai si era visto nella Storia della Repubblica un esecutivo così lontano dal senso delle istituzioni e così nutrito di estremisti spesso orgogliosamente alieni ai principi costituzionali.
È tempo di parlare. Dopo qualche settimana di riflessione, di contemplazione, è davvero giunto il momento di considerare la situazione in tutta la sua gravità. E senza alcuna esitazione. Destabilizzante è infatti l’attualità politica del nostro paese.
Si premette che già in passato sulle pagine del Tamarindo c’è stato modo di considerare l’essenza fallace di una considerazione: erroneo è ritenere che l’epoca in cui si vive sia naturalmente e automaticamente pregna di momenti di storica importanza. E’ sbagliato dunque pensare che ciò che vediamo rappresenti sempre un episodio eclatante in grado di determinare cambiamenti decisivi e determinanti sui destini dell’umanità, o della cittadinanza. Detto ciò bisogna avere però coraggio, specialmente oggi. E sarebbe grave, perciò – nonostante l’inconfutabile verità appena espressa -, non riuscire a riconoscere le specificità dei singoli momenti e colpevole sarebbe non distinguerne il loro reale, effettivo peso sulla storia. Si dica, allora, ciò che non viene detto e ciò che non si può dire, a voce alta. E cioè che siamo in presenza di una crisi di valori senza precedenti. Una drammatica deriva che riguarda il governo, e lui solo, inspiegabilmente accompagnata dal silenzio generale.
Nell’intera storia della Repubblica Italiana, infatti, mai si era arrivati a un livello così poco gratificante della rappresentanza politica. Di tutto lo scenario politico che ben conosciamo, si poteva pensare a individui più inadeguati per ricoprire ruoli di cardinale importanza? Molte delle figure che compongono l’esecutivo non sono altro che indegni rappresentanti del Paese. Guarda caso, infatti, ognuno dei (pochi) buoni ministri dell’esperienze di governo passate non è stato confermato.
Tutte le certezze acquisite in più di mezzo secolo di Storia si sgretolano così in un istante. Le scelte costituzionali diventano arbitrarie e si fa difficile obiettare. E allora aboliamo Schengen; trasformiamo i pochi, miseri e inadeguati Cpt in vere e proprie carceri permanenti dove tenere per 18 mesi (fino all’espulsione) i 650mila clandestini che vivono sul nostro territorio, mentre i nostri detenuti (un decimo, 65.000) affollano le numerose e inefficienti prigioni; recuperiamo pensieri terribili, antitetici a quelli dello Stato, quali l’intolleranza o la negazione dell’asilo politico per le persone provenienti da Paesi governati da dittatori; proponiamo con furore un revisionismo storico senza precedenti; affidiamo le cariche più importanti a uomini con – altrove – improponibili passati; annichiliamo il senso delle istituzioni; dimentichiamo le regole della politica, senza capirne più il senso; accettiamo quindi – senza batter ciglio – questo governo. Il governo senz’alcun dubbio di più basso profilo che la Repubblica ricordi.
Si vuole sottolineare come all’interno di questa quinquennale bruttura ideologi fanatici, circensi televisivi, poeti pazzi, uomini con il busto del duce sul comodino o canottiere con la croce celtica e animali politici spregiudicati, volgari e ignoranti si mischiano alla guida del Paese, escludendo in maniera definitiva i valori politici dalla Politica. Gente estratta da truculenti passati (rea confessa dell’incostituzionale e mai punita “apologia del fascismo”), gente da violenze di strada, da provocazioni, gente che oggi prende il potere. Gente aggressiva, inelegante e senza scrupoli che si trova tra le mani un giocattolo chiamato Italia, con il suo simbolo, la città di Roma, ormai incosciente e pronta a lasciar soddisfare le personali manie di un valido esponente di siffatta specie. Altri, invece, braccio armato di Bossi (questo erano realmente all’origine le Camicie verdi), spinti da propositi che probabilmente neanch’essi comprendono, vogliono chiudere le frontiere, cancellare sei articoli della Costituzione e armare i cittadini. Il tutto mentre l’ideologo-economista di Pavia, il Goering di Silvio, propone, come unica soluzione alla crisi economica internazionale, l’alzabandiera e il canto dell’inno da parte dei bambini negli asili.
Ma dell’istruzione, dell’informazione, non se ne parla. Della grandezza politica di alcuni uomini, troppo frettolosamente accantonati, non se ne può proprio più parlare. Delle cifre men che meno, e che dire dei misfatti. Tanto ora, al governo, abbiamo uomini di valore a cui credere sulla parola e sulle loro reti televisive, e nelle cui mani abbiamo consegnato la polizia, l’esercito, i soldi, i debiti e il nostro futuro. Trascurando che mai si era vista, dal ‘46, una composizione del governo (e del Parlamento) così estremista, così dimentica delle istituzioni, così falsa e così incompetente: il mostro più grande creato da Tangentopoli, a distanza di 15 anni. Il governo dei secessionisti, dei postfascisti e dei pregiudicati di Silvio. Più a destra e più fuori dalla politica che mai. Con il rischio di legittimare (se ne assumano la responsabilità) pericolosi conflitti sociali.
E, visto che – come fatto in apertura – si recuperano concetti scontati e regole di cui si trova l’eccezione, si permettano, per una volta, le nostalgie.



16 Responses to “Il contropensiero nel silenzio”

  1. William Sbrega scrive:

    L’articolo parte con “Nessuno parla, nessuno dice”. In realtà ho sentito più critiche su telegiornali (di Berlusconi e non), giornali (di partito e non) e internet di quante ne legga qui. Tante belle frasi, tanta retorica, tante parole “forbite” e citazioni illustri.

    Ma dove sono i nomi? e i motivi? e le condanne penali?

    Il giornalismo dev’essere informazione, non esaltazione di se stessi.

  2. giacomo scrive:

    nessuno ha però sottolineato l’unicità storica di questo governo, la sua particolarità. accettandone un trionfo che ha preso tutti alla sprovvista. ho l’impressione che non ci si renda conto… pagheremo queste leggerezze.
    ad ogni modo non si scrive sul tamarindo per fare del giornalismo – fra l’altro mio mestiere -, ma per scambiare opinioni. il taglio conta, non si può parlar d’informazione senza considerare ciò. ho davvero bisogno di dire che dare le armi a la russa è come dare la dinamite ai bambini? il tamarindo sono idee, senza spiegazioni e citazioni (rammento: nessuna nel testo).
    comunque potrei sempre scrivere un secondo articolo in cui comparare tutti i ministri della storia della Repubblica e il loro operato per confrontarli con questi. per il loro operato, ne riparleremo, anche se pochi sono i dubbi. comunque grazie. g
    non c’è ideologia, c’è constatazione della pochezza in cui sguazziamo. e, infatti, molti fuggono.

  3. William Sbrega scrive:

    In realtà ricordo governi ancora più “unici” se di unicità si sta parlando… La strage di via Fani e il seguente sequestro Moro avvennero in condizioni politiche ben più inquietanti, con la sinistra che appoggiava il governo DC, per non parlare del governo Craxi.
    Comunque se la grande maggioranza degli italiani ha votato per questo governo una spiegazione c’è. E’ su quella che baserei un’analisi, perchè i ministri di governo attuali, in fondo, ce li aspettavamo tutti(tranne la Carfagna, ovviamente)

  4. Anna Gilbert scrive:

    Che bello, la Carfagna al governo! Alle Pari Opportunità! Ma che bello…io sono contenta davvero, forse il corso di latino-americano delle superiori lo metto nel curriculum , non si sa mai, se ci metto sopra 6 anni di pianoforte credo mi assegnino gli Affari Interni.
    Qualcuno si è ascoltato o riascoltato “Povera Patria” di Franco Battiato? Forse è ora di smetterla di menarla alle superiori con i Promessi Sposi e cominciare a insegnare la poesia dello sconforto e dello sconcerto attuale.

    Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
    di gente infame, che non sa cos’è il pudore,
    si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
    e tutto gli appartiene.
    Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
    Questo paese è devastato dal dolore…
    ma non vi danno un po’ di dispiacere
    quei corpi in terra senza più calore?
    Non cambierà, non cambierà
    no cambierà, forse cambierà.
    Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
    Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
    Me ne vergogno un poco, e mi fa male
    vedere un uomo come un animale.
    Non cambierà, non cambierà
    sì che cambierà, vedrai che cambierà.
    Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
    che possa contemplare il cielo e i fiori,
    che non si parli più di dittature
    se avremo ancora un po’ da vivere…
    La primavera intanto tarda ad arrivare.

  5. giaQomo scrive:

    l’unicità di un governo non esclude l’unicità degli altri. dalla caduta del fascismo in poi – giornalisticamente parlando – non si è mai avuto un governo così. capisco che ce li potevamo aspettare, ma non pensavo casini pesasse così tanto in questo senso. forse l’errore l’ho fatto io per primo non votando prc o udc. perché mi pare che moro fosse un uomo delle istituzioni, che il pci ne abbia fatto la sua storia (e anche le sue contraddiz) e che pure craxi avesse un atteggiamento nelle sedi competenti, molto meno arrogante e ignorante di quello di sua figlia sottosegretaria.
    un cordiale saluto

  6. William Sbrega scrive:

    sento il rumore delle unghie sullo specchio…

  7. Matteo Incisa scrive:

    in una normale logica di alternanza, poche cose possono essere considerate testimoni e prova del buon funzionamento delle proprie istituzioni democratiche che non il poter scegliere ‘l’altra parte’ quando quella prima al governo, semplicemente, non ha funzionato.
    che dei leghisti avrebbero ottenuto poltrone da ministro, si sapeva. che Fini sarebbe andato alla Camera, si sapeva. sul frontone del ministero dell’economia gli scalpellini hanno ormai inciso il nome di Tremonti già nel 2006, tanto si sapeva che prima o poi sarebbe tornato.
    eppure, voler in quale modo vedere come ‘forzata’ la scelta del voto per ‘una sola parte’ perchè ‘l’altra è impresentabile’ è francamente incomprensibile, e dispiega bene quel famoso preconcetto di superiorità intellettuale di certa parte verso l’altra che ad oggi davvero è poco accettabile oltre che inevitabilmente minoritario. (s)qualificare l’esito del voto come volgare o -peggio- pericoloso per la democrazia o per il prestigio del paese (??) manifesta proprio quel senso di ’superiore consapevolezza delle cose’ che porta a perdere di dieci punti, purtroppo.
    la miseria della classe politica attuale è sotto gli occhi di tutti. fare i distinguo tra chi è ‘meno misero’, chi ‘miserello’ e quelli ‘terribilmente miseri’ è esercizio retorico il cui godimento è destinato solo a chi ne fa.

  8. William Sbrega scrive:

    Condivido pienamente il commento di matteo

  9. Anna Gilbert scrive:

    Come il signor Battiato e il signor Incisa non ci azzecca nessuno. Se proprio vogliamo autocommiserarci facciamolo pure ma “le chiacchiere stanno a zero”.

  10. giacomo scrive:

    la democrazia dell’alternanza è la stessa che porta a losche manovre riguardanti il commissario europeo? ah, scusate.
    ci prendono in giro pure in brasile, ma qua non si può dire e si risponde parlando di democrazia e di “alternanza”. beh, la storia insegna che la lega non fa parte di nessuna di queste due tradizioni, tantomeno l’alternanza. dopo una campagna contro roma e la dc, i leghisti nel 2006 votarono andreotti a pres della Repubblica. storie di coerenza.
    vi ricordo che “i blocchi” li creò l’uomo politico di dronero (più serio di quello di arcore) nel ‘19 e che in italia, pure i dittatori furono votati (anche) democraticamente.
    le fabbriche italiane in romania, invece, che bruciano come ritorsione (non c’è silenzio sui giornali a riguardo? eppure ne son già bruciate 4-5) non sono vostre? vi interessano di meno?
    com’era: “sento le unghie…” oppure “quello che parla è un italiano (o almeno sembra)”?
    mi dispiace, ma i valori arbitrari e cangianti non fanno parte del mio dna. sfumature.

  11. William Sbrega scrive:

    scusa eh… ma che diavolo c’entra???

    Non sei solamente incomprensibile e fumoso quando scrivi degli articoli, ma anche quando replichi con i commenti. Anche il titolo stesso è fumoso e non veritiero.

    Comunque ho sbagliato a commentare l’articolo perchè, a mio parere, è inutile anche stare qui a perdere tempo su un argomento così male interpretato e scritto.

    Buon proseguimento a tutti

  12. vittorio scrive:

    Secondo me la signora Anna farebbe meglio ad accostare il signor Incisa al signor Celentano, piuttosto che non al signor Franco Battiato, la cui amarezza un pò dolce mi sembra più sintonica alle parole del signor Giacomo (in verità poco dolci, ma non si può chiedere al giornalista di essere poeta). Quanto a una presunta fumosità di quest’ultimo, essa mi pare ben più incisiva di un certo pragmatismo caro al signor William (e non solo), troppo spesso propagandato, ma mai tradotto coerentemente.

  13. gv scrive:

    anche qua il tempo restituisce onori, meriti e intuizioni. chi ancora oggi può difendere un governo di così infimo profilo? perseverare è diabolico…

  14. gv scrive:

    «Comunque se la grande maggioranza degli italiani ha votato per questo governo una spiegazione c’è» è il commento (dotato di una consecutio temporum perlomeno discutibile, data la mancanza della spiegazione) con cui qualche mese fa il Re del post w. sbrega, con invidiabile sagacia, ricordò a tutto il Paese quanto fosse giusto che anche una formazione politica «impresentabile» (parola sua, che condivido) potesse governare per volontà dei cittadini e quanto ciò non destasse alcun tipo di preoccupazione – beato lui – per la democrazia della penisola.

    non sto a elencare tutti i provvedimenti liberticidi deliberati in questi mesi che sono sotto gli occhi di tutto il pianeta. mi basta mostrare che nel commento n° 10, come mi ricordavo di aver fatto, al nostro (colpevolmente) sprovveduto (o colluso) sbrega risposi: «(…) che in italia, pure i dittatori furono votati democraticamente».

    il nostro eroe della discussione, da dietro a uno schermo, protetto nella propria ignoranza, rispose: «scusa ma cosa c’entra?». ma come che c’entra?

    siccome l’intento dell’articolo era far vedere la deriva democratica di quest’ultimo esecutivo (come dimostrano altresì le affermazioni di ieri sulla secessione, progetto armato mai dimenticato, dell’amico senatùr umberto bossi – sì proprio lui, quello con il figlio-erede designato plurilaureato – http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=21947&sez=HOME_INITALIA&npl=&desc_sez=) vorrei riportare un’affermazione pubblicata ieri da quel giornale inglese bolscevico (quello di proprietà di quel capitalista sovietico, nemico delle istituzioni liberamente elette in italia, che agisce solo per fini commerciali televisivi e per contrastare eversivamente il nostro onorabile premier) che si chiama sunday times, in un’intervista a gaetano saya, personaggio di cui il nostro sbrega dovrebbe essere a conoscenza (come avrà spesso detto ai suoi nemici ricordandogli quei poveretti – e innocui, oltre che orrendi – di casarini e caruso). niente di nuovo, per l’amor del cielo, ma magari, w., fattesce ‘na riflessione…

    “We are just ardent patriots. How can anyone object to that? We favour ultra-nationalism. We defend our history and we are on the march,” he says. He blames the “millions of foreigners invading Italy” for the economic, social and moral crisis he believes his country now faces. “Mussolini was a great man inspired by a real love of his nation. He was a legitimate leader, not a dictator.” (http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/europe/article6829678.ece)

    dice: «a legitimate leader, not a dictator», anche se non credo che l’abbia detto nella lingua di murdoch, ma «almost spitting with rage as he speaks», come scrive il reporter britannico, anzi la reporter (e spero che per te questa precisazione squisitamente anatomica non pregiudichi la credibilità dell’articolo).

    per la prima volta dopo il dopoguerra quindi ti ricordo che roma è andata alle destre. non le destre moderate ma le destre «con le palle», quelle degli aquilotti, di paolo di canio e delle camionette. quelle di cui – sarò matto – personalmente ho paura. quelli che – citando un film che sbrega avrà sicuramente visto – «piuttosto che averli alle spalle è sempre meglio averli di fronte, in posizione orizzontale… possibilmente freddi» (o verticali a testa in giù a mo’ di salame, che più gli si confa).

    caro il mio sbrega apri gli occhi, i colpevoli non sono quelli che hanno semplicemente taciuto ma sono soprattutto quelli che hanno legittimato tutto ciò. ritieniti tra quelli. tutti i nostri calorosi ringraziamenti.

  15. W. scrive:

    qualcuno aiuti quest’uomo

  16. Rocco scrive:

    mea culpa. ritiro tutto.