Non sono una signora
Di Miša Capnist • 1 mar 2008 • Categoria:Società • 39 CommentiLa prima impressione, il ricordo che uno lascia di sé sono importantissimi per creare nuovi rapporti sociali, d’affari, d’amore. Il bon ton è un irrinunciabile segreto di vita che consente di viverla con più facilità. Perché avere dei dubbi? Perché avere delle indecisioni? Ogni occasione consente di essere affrontata con grazia e semplicità.
Lina Sotis
Ricordo una trasmissione televisiva fra i cui ospiti c’era la Sotis - in videoconferenza. Interpellata su Rita Rusic (era il periodo del suo allontanamento da Cecchi Gori), la Grande Maestra del popolo italiano rispose, sorridendo come un pitone prima di strangolarti, che Rita Rusic è una sanguisuga, una donna coccodrillo, una parassita che ha fatto il buon e il cattivo tempo. Man mano che i suoi commenti si inasprivano, il suo sorriso bon-ton si faceva sempre più simile a quello dell’ anziana signora che, gloriosamente magnanima, svela una sua ricetta segretissima all’antica fantesca.
Questo il mio primo vero approccio con Lina Sotis. E la mia conseguente prima impressione, traumatica: apparire antipatici è un conto, dire cattiverie premeditate è un altro.
Un altro ricordo mi viene alla memoria, e credo che sia contemporaneo a quello appena citato: durante una discussione fra sciure al parco Solari di Milano, una modesta signora si lamentava con una gran dama della moda che non c’erano più le vere signore di una volta. La risposta della dama, indimenticabile, fu: “signova mia, si vede che son tutte movte”.
La “società di divini mondani, aristocratici, professionisti e artisti che vivono fra loro e per loro” di cui la Sotis è nostalgica è quella stessa società che la mia bisnonna, attrice attiva della mondanità belle époque veneziana, siciliana, russa e francese, condannava durante i suoi ultimi anni di vita. E, specularmene, quella società che oggi la Sotis condanna è la madre di quella i ragazzi della mia generazione ricorderanno fra cinquant’anni sospirando di nostalgia.
I ristretti gruppi di cui parla la Lina ci sono ancora, vivi e attivi nel campo dell’arte, dell’editoria, del petrolio, delle pigre e ricche teste coronate, della moda, dell’arredamento, dell’ industria. Mutatis mutandis, naturalmente.
Continuo a leggere il pezzo apparso sul “Corriere Magazine”, e cito: “[...]La pubblicità si basava su un gioco comprensibile solo a un ristretto numero di persone. Frasi criptiche ed enigmatiche per la maggioranza della popolazione, assolutamente eccitanti per quel gruppo che si piccava di essere il meglio della società [...]“. A questo punto mi chiedo se il meglio della società di cui parla la Sotis siano - cito: ” [...] Camilla Cederna, la Zanuso, Marilyn, Carlina Venosta e Silvia Tofanelli [...]“.
In un immaginario popolato da principesse Repnin, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Paola Ruffo di Calabria, marchese Casati Stampa, principesse Monroy di Pandolfina, Leonardo Sciascia, Zita d’Asburgo, Lev Tolstoij, Fulco Santostefano della Cerda, mi viene difficile parlare la stessa lingua della Sotis che cerco tuttavia di comprendere.
Amo il modo di scrivere della Sotis e trovo che sia un’ottima giornalista, ma temo che il suo bon-ton sia il frutto di una vita passata ad apprendere, e non del sangue che scorre nelle vene. La sua affettazione conferma la giustezza della mia analisi, la sua innaturalezza denuncia il buco nero che inghiotte ciò che di vero c’è in lei, ed è un peccato.
Il rispetto che devo alla Sotis per la sua età, la sua carriera e la sua grinta è nondimeno guastato da un sentimento di pena per chi ha avuto la possibilità, l’intelligenza e la forza di imparare, ma che ha capito male. L’idea di mondanità, di eleganza, di stile che ha assorbito la Sotis sono proprio quelli vanno condannati come traditori di ciò che si cerca di nascondere: sono indice di una volontà di cambiare il proprio stato.
La Sotis porge, a sua insaputa, l’esatto esempio di quel che non si deve fare. Il bon-ton ha delle regole molto rigide che però possono essere dimenticate, una volta assimilate. E ciò che lima l’antipatica affettazione è la naturalezza del savoir-faire: la naturalezza del comprendere che le buone maniere sono il frutto di una logica precisa: non dar fastidio o rendersi sgradevoli agli altri. Tutto, nelle buone maniere, ha una logica, e non è fine a se stesso. Se ruttare non è permesso è perché il nostro sfogo metterebbe in imbarazzo chi ci circonda; se dir “piacere” quando ci si presenta è mal-educazione, è perché si tratta di una formula automatica e mendace. Automatismi e falsità sono da evitare come la peste. “Comportati a casa tua come alla reggia e ti comporterai alla reggia come a casa tua” è precisamente il proverbio che rende l’idea: sii naturalmente educato; se a casa ti metti una tuta da ginnastica, devi assumere la libertà di portare la tuta da ginnastica alla reggia come se fosse un tight.
Se la Sotis fosse coerente con quello che dice e con i consigli che dona ai suoi lettori assetati di bon-ton, lei stessa, alla sua età (mi scusi il colpo basso, Lina….), si raccoglierebbe i capelli in uno chignon Chanel basso sulla nuca (fermato con un nastro di velluto nero) e indosserebbe un twin-set di cachemire grigio e un filo di grosse perle nere, à la façon de l’impératrice Joséphine, come il bon-ton insegna.
Avete voluto la democrazia? Adesso pedalatevela!
Miša Capnist Rarissimo esemplare di mésaillance fra Paris Hilton e Buddha, fra la monaca di Monza e Bonifacio VIII, fra Nilla Pizzi e Rodolfo Valentino, ancora confondendo Joan Crawford e Dio, questo militante quasi ventenne del Tamarindo, spinto dalla peculiare leggiadra schizofrenia e dal suo florido intelletto, vive a Parigi dal 2005, dopo essere stato imprenditore, dopo essere passato dalle pubbliche relazioni di L’Oréal, bazzicato pizzerie italiane in qualità di valet de salle (cameriere), approda in ottobre in accademia teatrale, insegna le buone maniere e crea gioielli post-atomici piegando ferro e sbriciolando specchi al suono del sordiano “Lavoratori…PRRRRRR!”. Profondamente diviso fra l’ideale di una vita volgarmente appariscente e un sereno eremitismo, il Capnist studia l’umane genti con attenzione meticolosa, alla ricerca dell’art de vivre. Evidente la spiritosa mancanza d’altruismo. Lavora in questo momento all’embrione di una nuova lotta sociale, che chiama temporaneamente “la rivolta delle corone”, vera e legittima rivoluzione democratica svolta alla destituzione del popolo in favore dell’antica aristocrazia (facciamo un po’ per uno – si giustifica). Di formazione accademica, legato ad un passato immerso nelle comodità, questo periodo parigino lo ha confinato in un mondo di bohème da cui trova difficile staccarsi. Il suo studio “in un quartiere popolare situato in piena Parigi” – dice lui – “mi aiuta a ritrovare quell’ispirazione e quella sensibilità che avevo soffocato con velluti e pellicce” (velluti e pellicce di cui nonostante tutto non è ancora parsimonioso – ndr). Cita Modigliani nel suo atelier in rive gauche, infarcendo le sue parole di intarsi Yves Saint Laurent. Quando si dice fare di necessità virtù… Appassionato di moda, coraggioso e audace, insolente e lussuoso, pigramente febbrile, edonista all’eccesso, questo caotico cesellatore della mente ha un solo progetto: dare la sua voce al mondo.
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Monsieur le prince, sono perfettamente d’accordo con lei, l’eleganza e la raffinatezza non si proclamano, si emanano. Il suo stile nello scrivere è decisamente apprezabile, sopprattutto perché non infarcito di nouveau, déco, rococò. Articolo interessante e gradevole.
Davvero una lettura interessante. Chi scrive è certamente una fonte di ottimi precetti, non nascondiamoci la forma conta eccome! Chapeau mon frère loin!
Si capisce che l’autore bazzica gli ambienti giusti. Arguta la differenza tra snobismo e signorilità: evidente sapienza congenita. Forse un refuso? La vecchia Signora che svela ricette di cucina? Verosimile che ascolti con magnanimità la fantesca che la intrattiene, ma dei fornelli non può essere avezza. Cosa ne pensa l’Autore? Non si dolga dell’appunto, chè la pagina è pregevole.
Una lettura veramente piacevole, elegante nella sua forma e sottile nelle considerazioni. L’autore, al meglio, ha dimostrato i suoi pensieri rendedoli interessanti agli occhi dei lettori. Non è da tutti essere in grado di farlo.
completamente d’accordo…l’eleganza e’insita nelle persone sin dalla nascita..si puo’ imparare ad esternarla e a raffinare i modi..ma non si compra ne’ si puo’ racchiuderla in lezioncine di “modi falsamente affettati”…e’ fuori moda e profondamente errato credere che le vere signore siano quelle che palesano il loro status..quelle,sono probabilmente alla bancarella del mercato accanto a te che si mescolano alla folla..davvero ottimo articolo.scritto molto bene!
trovo che la cattiveria ,se di questo,si tratta,non fa onore a nessuno….solo danno .soprattutto se amplificata
Sono pienamente d’accordo con quanto scritto…. Aggiungerei un proverbio, “predica bene e razzola male”… mi sembra appropriato con la conclusione dell’articolo….
Concordo pienamente.
L’articolo è scritto molto bene. Si capisce che l’autore sa chi frequentare….
E’ raro leggere “critiche a fin di bene” scritte con spirito, arguzia e competenza. E in uno stile sicuro ed elegante, perfettamente rispondente ai toni del contenuto, con cui mi trovo in sintonia. Complimenti.
Aggiungerei di mio che l’alternativa allo “chignon” e al fiocco di velluto (ormai inadeguato all’età) potrebbe essere un bel taglio, una mezza lunghezza secondo i dettami della moda…
articolo davvero piacevole ed arguto…con uno stile sempre gradevole,equilibrato e fresco.Bravo!
L’articolo è bello, l’ha già detto la mia collega delle tute…
Io vorrei proporre una piccola pena del contrappasso al signor autore: andare a mangiare alla sagra del cinghiale di Macchie (agglomerato umbro che conta 800 abitanti n.d.a.)con le posate di plastica e i camerieri goduriosamente ruttanti.
Me lo perdoni, signor Capnist, ma quella frase finale non gliela facciam certo passare così!
arguto , mordace e sottile …come sempre
L’educazione è un immenso dono ricevuto sin dalla più tenera età che annovera fra le indubbie qualità,quella di giovare non solo a chi l’abbia ricevuto.La persona educata mette a proprio agio in modo del tutto naturale le persone con cui interloquisce, siano essi indifferentemente muratore, contadino, impiegato, politico, o ambasciatore; non sventola ai quattro venti la propria educazione con chi ha avuto meno fortuna nel riceverla, mettendo altrimenti in imbarazzo questi ultimi, e non se ne fa certo lustro con persone che come lui hanno avuto miglior sorte, risultando in questo caso ridicolo,costruito o…imparato!
Allo stesso tempo,dalla sagra della porchetta alle feste ‘in reggia’,si sente naturalmente a proprio agio: non ha bisogno di snobbare o mostrare, segni di insicurezza da cui traspaiono la dubbia educazione.
Caro GSDB, non ho ben colto l’obiettivo della tua critica, in qualunque caso credo che il tuo tono -permettimi- di sufficienza, dovrebbe essere supportato da una corretta sintassi. L’educazione passa innanzitutto al setaccio dell’umiltà, poi attraverso quello della consapevolezza e della cognizione di causa.
Il signor Capnist è arguto,mordace e sottile, come hanno già detto, e soprattutto dotato di un’ironia sbruffoncella che fa storcere il naso e sorridere allo stesso tempo.
Non sono comunque queste le sue qualità migliori, bensì quella di aver saputo suscitare il dibattito e di aver provocato reazioni.
Aggiungerei una considerazione linguistica: il signor Capnist non inciampa nei mancati accordi!
Non è bon-ton scrivere libri di bon-ton. Soprattutto se viene fatto come sfoggio di savoir faire anzichè come missione per il miglioramento della condizione umana.
Mi stupisce che nel libro della signora Sotis non vi sia un capitolo dedicato a questo delicato ma fondamentale argomento.
Mi rendo conto che per l’aver scritto un inutile commento sul bon-ton, sono squalificato dalle persone per bene. Mi nasconderò dietro la lavagna, pensando a scrivere un dovizioso libro di buone maniere. Magari non arguto e dalla prosa fluente come quello di Lina Sotis, ma giusto per far qualcosa mentre sono in castigo.
Mi sembra che sia giustamente messo in rilievo il conflitto tra innatisti e comportamentisti. Condivido pienamente la prima linea. Piu’ artefatto senza dubbio il comportamentismo…
mi permetto: il suo bon-ton E’ il frutto di una vita passata ad apprendere, e non del sangue che scorre nelle vene.
bravissimo, come sempre.
Sprezzante ma elegante. Serio ma faceto. Esercizi di stile che servono a migliorare un modo di ragionare oramai perduto. Bravo all’autore e un invito alla Sotis a cercare altre battaglie, possibilmente dentro di sé…come del resto dovremmo fare tutti.
questa è un articolo che in molti dovrebbero leggere, in quanto viene da una persona che non ha nulla da dimostrare a differenza della pseudo-snob protagonista. evidentemente il suo animo è tanto nobile quanto il suo sangue. il vero aristocratico lo è dentro, lo è nei modi, lo è in certe leggere sfumature. talvolta impercettibili, spesso incomprensibili alla massa. in tempi di sfoggio di presunta galanteria e in cui purtroppo troppe persone pendono dalle labbra di una rampantina incoerente ed insicura come la Sotis, si dovrebbe cercare di scoprire un po’ di naturalezza e saper stare al proprio posto, piuttosto che inseguire falsi miti o, ancora peggio, miti veri ma in quanto tali, inaccessibili ai più.
Profondamente toccato e stimolato dai vostri commenti, non posso che continuare a lavorare per proporvi il meglio mi sia possibile scrivere. Se normalmente sono prolisso, lasciate che mi esprima con un GRAZIE. A tutti voi.
M.
E’ bello leggere un articolo così ben scritto specialmente se l’autore è un caro amico d’infanzia. Bravo Michele, continua così! Tullio
Mio caro principe, la tua storia mi ricorda un vecchio aneddoto che la mia Augusta nonna soleva raccontarmi quando ero più giovane.” un giorno alla porta di un amico si presentò un signore, evidentemente molto ricco ed altrettanto ineducato. Questi con fare arrogante chiese di essere ricevuto dal padrone di casa, e poichè il domestico a cui si rivolgeva non si piegava di fronte a tanta maleducazione, mostro con fare arrogante il proprio biglietto da visita con tanto di titolo. Il maggiordomo condidamante, rispose a questa miserabile piéce:”in questa casa di Signori ne sonon passati molti, ma nessuno di loro ha mai dovuto dimostrami di esserlo!”.
Attendo il tuo primo libro..oviamente sul Bon ton!
Il rispetto è l’ unica regola universale dell’educazione.
Come puoi insegnarlo a chi non ne ha neppure per se stesso?
Finalmente qualcuno che ascolta, riflette, rielabora per far riflettere gli altri da un punto di vista ormai perduto, ma mai passato di moda. Un punto di vista semplicemente da riscoprire quotidianamente.
GB.
bellissimo articolo!che garbo!
una riflessione seria e critica ma al tempo stesso piacevolissima.
queste letture dovrebbero renderle obbligatorie!sagace ed intelligente il sig. Capnist
analisi perfetta di una società imperfetta.
complimenti all’autore
Ma non sarebbe stato forse più calzante, oltre che più corretto, individuare e proporre chi, nel panorama culturale/televisivo, possa essere ragionevolmente considerato un modello di maniere ed educazione (capisco certo la difficoltà di trovarne uno)?
Non ritengo giusto nè utile accanirsi con una signora che peraltro, come tu sottolinei, svolge bene il suo ruolo di giornalista (e non è questo quello che conta nel suo caso?).
Da quanto letto mi sembra che l’unica colpa che le si possa attribuire sia l’essere priva di una giusta dose di buon sangue.
Troppo spesso purtroppo in televisione si gioca con le persone mettendo in luce aspetti non di pubblico interesse (il rischio di diffamazione non è poi molto lontano) da cui emerge il desiderio perverso del pubblico del piccolo schermo: il gusto della polemica ad ogni costo anche dove non necessaria.
Caro Piero,
sono d’accordo: è utile indicare esempi da seguire. Ma se nemmeno tu riesci a trovarne, perché criticare Misha? Permettimi di scomodare indegnamente l’evangelico “chi è senza peccato,…”
La Sotis critica la Rusic, Misha critica la Sotis, Piero critica Misha e Lorenzo critica Piero.
Lato positivo: le critiche possono spingerci a migliorarci.
Lato negativo: non mi pare il caso di scomodare la Rusic per ricominciare il giro. Magari per chiuderlo può bastare un sincero elogio. Che faccio, per restare nell’ambiente cultural/televisivo, a Corrado Augias, per aver dimostrato che intrattenimento e cultura possono andare a braccetto anche in Italia.
Peccato che lo facciano di rado.
Come sempre posato, come sempre arguto, ed ancora ironico; perchè solo una misurata ironia può rendere ancora più apprezzabili certi contenuti… quell’unico, impercettibile scarto fra il bisogno di serietà, e il poter fugacemente sorridere nella lettura. Impec!
Non vorrei lasciarmi andare ad aspre quanto inutili critiche, ma sono un po’ deluso dal dibattito suscitato dagli articoli di Misha. Non per gli articoli in sé, che peraltro hanno dimostrato di essere apprezzati, e nemmeno per i commenti seguiti. Quello che mi ha sbalordito è il fatto che a questo articolo siano seguiti 29 commenti (30 con il mio), mentre ci sono altri articoli molto belli che non sono stati mai commentati. Riflettiamoci…
Scendo in campo quotidianamente per sostenere iltamarindopuntonet, che è un progetto che apprezzo, amo e sostengo con tutto me stesso. Leggo, zampetto, saltello, mi fermo, rifletto, riparto con questa amata/odiata velocità del click che, a volte, mi toglie il piacere di una nostalgica pagina ingiallita da girare.
Scendo in campo, oggi, per rispondere a Piero ed Andrea, che hanno lasciato due commenti interesanti, e per cui li ringrazio.
PIERO: mi dispiace che tu abbia la sensazione che mi sia accanito contro la Sotis, donna -lo abbiamo detto in tutte le salse - dalla validità professionale indiscutibile. La mia, se vuoi, invettiva fa parte di quel movimento di ribellione paragonabile a qualunque altro atto di protesta, solo che il mio verte sul mondo dell’effimero. La mia ricerca di un sano, semplice ed apprezzabile savoir vivre, mi porta a non poter apprezzare profeti in patria che si autoinvestono del compito di “educare le persone”. Il modello Sotis - di pari passo a quello di Nadine Rothschild o di Gloria von Turn-und-Taxis, e la lista è infinita - non solo non sono al passo con i tempi, ma sono inapprezzabili a livello dei loro contenuti. Questi “manuali” che professano la semplicità, postulano l’umiltà, che spiegano come la democrazia abbia cambiato le cose, che mettono tutte le persone sullo stesso piano, vengono declamati da labbra arricciate a culo di gallina, in salotti sedicenti perbene, fra sedicenti signore, a pranzi di gala, a ricevimenti di beneficienza, durante trasmissioni televisive che, non trovando altri contenuti, dedicano una volta all’anno una fetta del loro timing ai libri di bon-ton. Le mani che stringono questi libri sono le stesse che, nonostante abbiano letto che non si fa, alzano i mignoli delle dita sorseggiando un thé. E lo sai perché continuano ad alzare il mignolo? Perché gli “esperti” di bon-ton non sono stati in grado di spiegare perché questo gesto è mal-educazione. Sono esperti, questi?
ANDREA: sono d’accordisimo con te. Inutile fingere che non sia lusingato e che non mi riempia di gioia leggere tutti i commenti che mi sono stati lasciati, ma anche io sono rammaricato che altri articoli non abbiano riscontrato il successo che meritavano. Temo che il problema sia l’ancora pigra reazione che si ha alla lettura dei giornali on-line, dai titoli forse non troppo accattivanti. Altro elemento che distrae lo sguardo, puo’ darsi, il fatto che ogni commento in più ad un articolo appare sulla home-page, incuriosendo a prima vista il visitatore.
Abbi pazienza, Andrea, sono certo che con qualche sistema digitale miglioreremo la fruibilità del sito.
Scusate l’intrusione:
trovo l’argomento alquanto superfluo se ci sofferma ad intenderlo come una semplice critica alla Sotis, come trovo altrettanto superfluo giudicare quale articolo si debba leggere e quale no.
Personalmente, trovo che la differenza tra signori e non , sia sempre stata ,e sempre sarà , la sottile differenza tra l’essere e l’apparire.
(Cosa per altro che hanno “dimenticato” non in molti , ma in moltissimi…)
Una Sotis della situazione è alquanto ridicola dal momento in cui sottolinea in continuazione cosa si debba e non si debba fare .
E’ evidente che la persona in questione soffra di una qual forma di complesso ..( nessun essere per bene è mai andato in giro a fare della propria educazione un mestiere.. se non “per i figli”.. )
L’educazione è un qualcosa che si “respira “in casa sin dalla nascita, con la funzione di alleggerire il prossimo il più possibile dai piccoli fastidi che possono nascere stando in compagnia… semplicissimo..tutto li..
Purtroppo non tutti ne hanno ricevuta abbastanza …. (poveri loro ..)
Di una cosa sono però certa : una persona veramente carina , si sentirebbe semplicemente fortunata nell’ averne ricevuta e NON un eletta.. Per la Sotis , ed a chi critica la Sotis..
Abbiate pazienza : ma il termine “chignon Chanel” mi fa rabbrividire altrettanto…meglio parlare di viaggi , colori ed idee..
“Qualcuno” mormorava :” i piccoli uomini parlano di persone , i mediocri di cose e fatti , i grandi uomini invece di idee..
Buona Pasquetta a tutti
Cara Madalena,
immagino che tu sia una vera esperta di bon ton o, perlomeno,di quell’educazione che toglie i piccoli fastidi a chi ti sta intorno. Allora, per cortesia, ci toglieresti il fastidio di tutte queste inutili virgolette? E , visto che ci sei, anche il fastidio dell’insopportabile aggettivo CARINO? Carino è un foulard, non una persona. Mi fa educatamente rabbrividire quanto ATTIMINO e AIUTINO.
Ti ringrazio e saluto con molta gentilezza, simpatia, e tutto ciò che serve a una vera Gran Signora.
Interessante quanto simpatica considerazione.. ne farò certamente tesoro , grazie.
Madalena, chère.
Ti ringrazio per i diversi commenti che hai aggiunto ai miei articoli. Fa piacere essere letti e, ancor più, criticati. Non possiamo certo essere amati da tutti, ed apprezzo l’onestà con cui ti rivolgi a me. Proprio l’onestà della critica mi stimola a continuare a studiare l’uomo, il suo carattere, le sue voglie, i suoi passatempi e la sua psicologia, per capire cosa una persona possa o voglia aspettarsi dal suo prossimo.
Mi hai dato un grande aiuto, e ti ringrazio ancora. Onestamente.
ti ringrazio anch’io madalena, perché se è vero ciò che dici, allora io sono un grande uomo. ciao a tutti. g
ah, dimenticavo. sotis pessima.
e con ciò torno al mio ruolo di piccolo uomo, madalena
Q parliamo d’idee dunque : l’ultima è futile, balorda e di poco impegno.
L’altro giorno in barca , spostando un parabordo , ho notato che era pieno d’acqua. Probabilmente vecchio , non era riuscito a sopravvivere alle ultime piogge invernali . Cosi, facendolo penzolare qua e la , mi sono domandata se nei primi anni 90 ,ai tempi dei contrabbandieri di sigarette nel sud Italia , i carichi venissero nascosti anche li.
Pensa ai parabordi giganti su certe barche: sarà mica cosi che ancor oggi il danaro contante si risveglia miracolosamente all’estero ? Perchè no ..è un’idea.
Si si , lo so . Nulla di speciale , ma bisogna andar per gradi..
Buona notte