Buongiorno Terza Repubblica,
gli Italiani al voto hanno parlato chiaramente: bipartitismo.
La sinistra diventa, si spera, liberal-riformista. Caruso & co, come ironicamente titola il Manifesto: ’sinistra extraparlamentare’. Veltroni, come avverte Cossiga, dovrà comunque tenere conto che esiste un duepercento rosso per evitare disobbedienze più o meno violente. Ricordandosi sempre che la sinistra ha cambiato volto, ora si avvicina più a Zapatero-Blair che al defunto Pci. Onore delle armi a Bertinotti che ha avuto il compito di chiuderne la bara, e lo ha fatto con dignità. Caruso con soli due anni di ’servizio’ alla Camera (sic!) non prenderà la pensione da Montecitorio, e di questo siamo invece molto contenti
Casini sopravvive grazie a Totò Cuffaro che gli garantisce la presenza in Senato, mentre Calogero Mannino siederà alla Camera. Chi non muore si rivede. L’UDC in Sicilia ha avuto un 10% costante, con punta del 46% (!) a Raffadali, la Predappio dell’agrigentino.
La Santanchè ride, e ride anche Silvio che non l’ha voluta, dato che lei non voleva ‘dargliela’.
Piange Boselli, contro Veltroni, che a suo giudizio invece l’ha data (l’Italia) a Berlusconi.
Esulta con fair play ed onestà intellettuale Pannella, che nel bipartitismo ha sempre creduto, parlando di sconfitta ‘terapeutica’.
La Lega sarà un alleato forte e leale a Berlusconi, che dovrà fare finalmente le riforme. Preoccuperebbe Bossi all’Interno. Magari Castelli.
Il Senato Federale può essere l’altra faccia di un bipartitismo che duri, in cui convogliare le energie di partiti localisti (Lega, Svp, Mpa), e di altri piccoli partiti, che in una Camera con altre competenze possano rappresentare le Città Metropolitane, le Regioni e ad esempio i distretti produttivi e gli interessi di categoria. Lasciando alla Camera, la politica estera, dell’immigrazione, la programmazione economica, le infrastrutture di interesse europeo, la difesa, e le linee guida vincolanti di politica fiscale e del lavoro.
Speriamo che Silvio, dato che vuole essere ricordato come grande statista, faccia le riforme.
Speriamo anche che Tremonti, Fini, e Maroni facciano amicizia in previsione del futuro.
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Io so solo che il Paese è in mano alle stesse persone che già una volta l’hanno affossato e ora proseguiranno il lavoro. Abbiamo le Camere piene di gente indagata per i più svariati reati, di gente che è stata in carcere, di gente che palesemente sta lì a fare i propri interessi, oltre che di una manica di razzisti che non aspetta altro che mandare fuori gli stranieri a calci nel sedere. Ditemi voi se vi sembra un Paese moderno e democratico… Io sono seriamente preoccupato.
Caro Vincenzo, che bell’articolo!
Un po’ di allegria in mezzo ai musi lunghi che mi è toccato vedere in questi giorni (si poteva forse aspettarsi qualcosa di diverso? La politica ormai sembra una curva da stadio)! Bravo!
Non credi, Andrea, che la situazione bipartitica che si è creata possa essere un buon inizio? Questa sarà, a mio giudizio, una legislatura transitoria di preaparazione per un nuovo assetto/sistema politico. Naturalmente saranno anche anni cruciali per l’Italia, che sta assistendo al crollo dei suoi primati e della sua credibilità.
Ti do assoluta ragione sugli indagati in Parlamento, sulla Repubblica degli Affari, sui Papponi di Stato, etc. Bisogna cambiare la gente.
Ha ragione chi ha notato che il nuovo Parlamento italiano, nato dalle elezioni di domenica e lunedì, sarà l’unico dei principali parlamenti europei dove non troverà posto alcun partito che nel nome si richiami al socialismo o al comunismo.
I nomi dei ministri papabili che circolano in queste ore sono volti noti del centro-destra.
Non è opportuno giudicare il Governo Berlusconi III in fieri.
Il fatto positivo è che in entrambi i rami del Parlamento italiano vi sia una maggioranza netta, che avrà la possibilità di governare per un’intera legislatura. Il mio auspicio è che non si commettano più gli errori del passato: finanza creativa, condoni fiscali-edilizi, partecipazione italiana a guerre illegali e leggi ad personam – per citare i più gravi ed intollerabili. Credo sia giunto il momento anche in Italia di iniziare a colmare il gap che abbiamo col resto d’Europa.
E’ tempo di fare ciò che è giusto, senza più pensare alle divisioni destra-sinistra. Per ciò che è giusto intendo: la crescita economica nazionale, la certezza della pena, la rapidità dei processi, l’efficienza e lo snellimento della pubblica amministrazione, la lotta -FINO ALLA LORO SCOMPARSA DEFINITIVA- di tutte le organizzazioni mafiose, lo sradicamento del sommerso, la guerra all’elusione ed all’evasione fiscale, unite alla progressiva riduzione fiscale per le famiglie e per le imprese, il sostegno alla FAMIGLIA, la lotta all’immigrazione clandestina – congiunta ad una seria politica in favore dell’integrazione, una seria politica di investimenti infrastrutturali a livello nazionale ed un chiaro sostegno alla ricerca ed all’innovazione. Il centro-destra può cambiare l’Italia. Possiamo finalmente diventare un PAESE EUROPEO. Cinque anni non sono assolutamente sufficienti per ristrutturare la fisionamia di un Paese. Tuttavia, c’è la concreta possibilità di fare significativi passi avanti. Basta volerlo.
Illusi! Illusi! E’ stupida (quindi colpevole) ostinazione pensare che, dopo quelli che vengono definiti “errori” della scorsa legislatura forzista, Berlusconi possa migliorare qualcosa se non i propri affari. Ci aspettano anni tristi.
Mi stupisco che certi commenti vengano da chi frequenta aule di facoltà come scienze politiche. Forse vi fanno leggere gli scritti su Macchiavelli dell’autorevole studioso Berlusconi?
Quando tutti parevano odiavare e schifare Berlusconi è finito il suo governo e Prodi vinse per 35 mila voti (poco più degli abitanti del mio paesello). Mi pare evidente che Prodi l’abbiano invece odiato e schifato davvero tutti (ma proprio tutti), primi della lista i suoi alleati. Volente o nolente in Italia adesso Berlusconi è il meno peggio, checchè se ne dica. Vuol dire che siamo ridotti proprio male, è evidente, ma vi pare una novità? Lo scorso centro-sinistra ha fatto tutto perchè il PDL trionfasse in pompa magna e devo dire che forse è l’unica cosa che gli è riuscita bene.
Visto che avete vinto voi pidiellisti certe provocazioni potreste anche risparmiarvele.
Meno male per Montanelli che non possa essere costreto a sentire usata la formula del meno peggio come rivolta a Berlusconi.
Considerarlo il meno peggio porterebbe davvero ad un crudele e doloroso paradosso! Stiamo scherzando? Ohhh? Purtroppo il paradosso tremendamente reale è che saremo ancora legittimamente governati da un uomo che incarna il paradosso della democrazia.
A mio avviso, se Machiavelli fosse vivo, farebbe i suoi più vivi complimenti a Berlusconi. Dal Principe: “E sopra tutto uno principe si debbe ingegnare dare di sé in ogni sua azione fama di uomo grande e di uomo eccellente [...] Debbe, oltre a questo, ne’ tempi convenienti dell’anno, tenere occupati e’ populi con le feste e spettaculi”. Il buon principe dovrebbe dunque saper convincere i propri sudditi di possedere qualità che lo rendono degno di governare, indipendentemente dal fatto che le possegga realmente. Converrai, caro Vittorio, che Berlusconi in questo ci sa fare, così come sa intrattenere i cittadini italiani con le sue tre (fra poco 6) reti televisive. Aggiungo, come considerazione personale, che tale successo non mi pare legato solamente alle capacità affabulatorie di Silvio, ma anche alla natura della maggioranza dell’elettorato italiano, facile preda di strategie son, lumière et portefeuille!
Sono stato felice ed orgoglioso di votare Pier Luigi Bersani alla Camera dei Deputati. Mi pare non sia un esponente del PDL. Dopodichè non ci resta che attendere, per poi giudicare.
Certo, di speranze ne ho anch’io poche. Ma se siamo convinti che andrà tutto male in questa Legislatura e che rimarremo la solita Italietta di sempre, allora conviene lasciare il nostro Paese già da ora. Non mi illudo, ma una vana speranza la conservo. Mi auguro, da sostenitore di Bersani, che le cose possano cambiare in positivo. Se questo fa di me un illuso Pidiellista, faccio mea culpa.
Ma allora è vero che, nonostante la fine delle ideologie, i simboli restano importanti. Non pensavo che una falce e martello stampata su una solitaria bandiera rossa potesse spaventare così tanto! E a dire che neppure l’uomo-conflitto (di interessi, di poteri, di parole…) c’è riuscito, tanto da vincere – di nuovo e non senza precedenti imbarazzanti – le elezioni democratiche di questo paese.
Il mio personalissimo parere è che un 8 percento di minacciosi comunisti rifondaroli (condannati all’opposizione e per questo ingenuamente liberi di idealizzare meravigliosamente tutto senza un briciolo di pragmatismo) facesse bene al paese, giusto per non permettere all’asse politico di stringersi troppo attorno al centro (e di tanto in tanto saltellare sul piede destro).
Piuttosto, mi preoccuperei di 2 cose: la lega che cresce, e chi la fa crescere; l’inesistenza di un vero partito socialdemocratico, laico, di centro-sinistra.
Perchè se il PD avesse queste caratteristiche, la falce e il martello sarebbero sepolte e, con dignitosa cerimonia, forse non dimenticate ma sicuramente lasciate alle spalle. E probabilmente molti operai, tesserati CGIL, non avrebbero votato LEGA NORD per sentirsi rappresentati da qualcuno.
prodi grande statista.