Tutti sanno quanto la strada verso la professione giornalistica in Italia sia ripida ed accidentata. Il nostro Paese ha un concetto di informazione tutto particolare, e troppo spesso quello che si legge sui giornali o si vede in televisione non è altro che una versione rivista, corretta e censurata della realtà dei fatti. C’è chi, nonostante questo, non si lascia intimorire e prosegue determinato verso un lento ingresso nel sistema mediatico italiano.
Questa per me non è mai stata un’opzione accettabile. Fin da quando ho cominciato ad interessarmi del mondo attorno a me ho scelto di consultare testate straniere per ottenere le informazioni che mi interessavano. Le ho sempre trovate più concentrate sui fatti che sulle opinioni, e mai spaventate di “andare contro” il potere. Già a sedici anni, nonostante la mia conoscenza dell’inglese ai tempi fosse decisamente incerta, preferivo l’Herald Tribune al Corriere, o il sito della CNN a quello di Repubblica.
Questo mi ha spinto, nel 2006, ad iscrivermi alla summer school della London School of Journalism, un’esperienza che, ero certo, mi avrebbe confermato quanto mi sentissi più attratto dal mondo dell’informazione anglosassone rispetto a quello italiano.
E così è stato. Sebbene il programma della summer school sia necessariamente molto concentrato e bombardi lo studente di nozioni, metodi e approcci al giornalismo britannico, questi trenta giorni di full immersion sono stati, ad oggi, una delle esperienze più formative del mio background accademico.
La London School of Journalism è un’istituzione privata, che si differenzia, ad esempio, dai Master in giornalismo per il suo focalizzarsi sulla pratica piuttosto che sulla teoria. Certo, la teoria ci è stata insegnata, ma il mio agosto londinese di quell’anno è stato principalmente caratterizzato da numerosissimi assignment e uscite durante le quali era richiesto a noi trainees di fare interviste, andare a caccia di notizie, visitare mostre per poi scriverne una review.
Non è solo il programma della scuola ad essere poco “accademico”. Anche l’ambiente è decisamente informale, anche se con un corpo di insegnanti estremamente serio. Professionisti del giornalismo, scrittori con una incredibile esperienza. Dal travel al feature writing, dallo sport al broadcast alla radio, ogni settore del giornalismo è affrontato.
Gli studenti, una cinquantina, provenivano da ogni angolo del pianeta: molti Inglesi, qualche Italiano, e poi Francesi, Arabi, Africani, Americani. Chi più simpatico, chi meno. Ma non è questo il punto. E’ stato estremamente interessante conoscere tante persone, provenienti da ambienti così diversi, con così tante aspirazioni. Indubbiamente scoprire dopo due settimane di corso che la tizia che aveva parlato a noi italiani in inglese per tutto il tempo era in realtà una alto-atesina di Bolzano poco orgogliosa della sua nazionalità ma con un italiano impeccabile era stato abbastanza irritante, ma nulla avrebbe potuto rovinare l’atmosfera stimolante e di scambio che si era venuta a creare nella classe. Tra una birra al pub dietro la scuola e una cena al ristorante etiope, ogni momento trascorso con i compagni di corso scorreva rapidissimo, e lasciava sempre qualcosa di interessante su cui riflettere.
Nella magnifica, travolgente e al contempo accogliente cornice di Londra, fucina di idee, tendenze e notizie, un aspirante giornalista può sicuramente sbizzarrirsi, e l’aiuto fornito dagli insegnanti nella revisione degli assignments è assolutamente determinante. Ogni studente è seguito con attenzione, e consigliato, bacchettato se necessario.
Alla LSJ viene spiegato come “vendersi” ad un possibile datore di lavoro, come proporre le proprie idee, come gestire la creazione di un articolo, come ricercare le notizie, come rapportarsi con chi si intervista, e via dicendo.
Naturalmente un numero così alto di moduli concentrato in quattro settimane comporta il rischio che alcuni possano perdersi, o non assimilare a sufficienza. In parte è capitato anche a me. Ma per quanto mi riguarda il risultato più importante che ho ottenuto frequentando questo corso è stato il capire una volta per tutte che voglio che il mio futuro sia nel mondo del giornalismo.
La London School of Journalism offre anche un diploma postgraduate, più approfondito e diluito in diversi mesi, che credo frequenterò il prossimo autunno.
Non che la summer school non sia stata sufficientemente formativa! E’ che ora ho deciso finalmente di trasferirmi a Londra, e voglio fare in modo di aver stampato bene in testa tutto quello che devo sapere per riuscire a diventare giornalista in UK. E per farlo voglio seguire un corso più strutturato, che mi dia il tempo di assorbire quanto mi viene insegnato e, con un po’ di fortuna, di metterlo in pratica.
Da quel che mi pare di capire, anche dal confronto con amici e conoscenti, il sistema post-superiori in Gran Bretagna è molto concentrato sull’idea di fornire allo studente gli strumenti, le conoscenze e i consigli necessari ad entrare nel mondo del lavoro. Secondo il mio parere, nell’università italiana, al contrario, troppa è la teoria e troppo poca è la pratica.
I miei numerosi ma brevi soggiorni degli ultimi anni nella capitale inglese non sono più abbastanza. O forse è la vecchia Milano ad avermi stancato. Cosa è certo è che a settembre tornerò a Londra, e che ci resterò per un po’. E se non fosse stato per la summer school alla LSJ nel 2006, forse oggi starei ancora cercando di trovare la mia strada!
Ciao!
Sono Giulia, io come te ho la passione per il giornalismo e per i viaggi..leggendo la tua descrizione mi ci sono decisamente ritrovata..! =)
Ti volevo chiedere un’informazione..mi stavo informando sulla Summer School..ma volevo chiederti, per frequentarla è necessario essere laureati..? Perchè io ho solo 18 anni e mi diplomerò proprio a giugno prossimo..
Grazie in anticipo..! =)
cara Giulia…
ho fatto la summer school alla LSJ tre anni fa, ed ero laureato (triennale)… non ne sono certo, ma credo proprio che non sia necessario avere una laurea…
ad ogni modo, ti consiglio di inviare una mail all\’indirizzo riportato sul sito… sono molto gentili e di solito rispondono in fretta. Se non ti rispondono fammi sapere, lunedì sarò lì e posso chiedere in segreteria.
A presto
Roberto
Grazie mille..!
Proverò ad inviare un e-mail e vedo un pò che mi dicono..ti faccio sapere allora..! grazie ancora..! =)
A presto,
Giulia
E-mail inviata da due giorni..non mi hanno ancora risposto..se hai modo di informarti tu,ottimo.. sennò aspetterò una loro risposta..! =)
Grazie ancora..!
Giulia