Maria Bonino e la “sua” Africa

Di Valentina Clemente • 14 ott 2008 • Categoria:Siti Internet • Un commento

Io non ho mai incontrato Maria Bonino ma, dopo una breve chiacchierata con Chiara, sua amica sin dai tempi del liceo nonché coinvolta dalla famiglia Bonino assieme ai compagni di scuola Anna, Emanuele, Sergio, Luca nel grande progetto-onlus dedicata alla pediatra scomparsa in Angola, è come se l’avessi vista crescere e lavorare.
Una vita ordinaria vissuta in maniera straordinaria: questo è il motto che, in poche parole, può descrivere la vita e le gesta di Maria Bonino.
Parto dal presupposto che io, Maria, non l’ho mai vista né incontrata ma è come se l’avessi qui, davanti a me, pronta ad inebriarmi del suo sano entusiasmo e a trasmettermi la passione per il suo lavoro e per la “sua ” Africa.


Chiara ha trascorso numerosi anni della sua vita con Maria: è stata sua compagna di liceo e ha seguito, seppur a distanza, tutte le attività e gli interessi di questa pediatra piemontese trasferitasi in regioni dell’Africa quasi dimenticate, quali l’Uganda, l’Angola e il Mozambico.
Qualche giorno fa ho trascorso venti bellissimi minuti al telefono con Chiara che mi ha immediatamente trasmesso quell’entusiasmo, quel desiderio di coinvolgimento e di fare effettivamente qualcosa che, devo ammettere, avevo seppellito un po’ di tempo fa.
Nulla avviene per caso, è proprio vero.
Una voce “carica”: Chiara mi parla di Maria, mi descrive le attività della fondazione Bonino dedicata proprio alla figura di quest’ultima e non smette mai di dirmi che è fondamentale collaborare, rendere partecipi i giovani, farli sentire vivi ma soprattutto far riscoprire loro la vocazione insita in ciascuno. Anche Maria Bonino credeva in tutti questi valori: amava il suo lavoro, il cui vero senso ha saputo comprendere soltanto andando in Africa e sperimentando le difficoltà, che però non l’hanno mai abbattuta e resa triste.
Pediatra, ha seguito il richiamo della sua vocazione di medico andando in Kenya, Tanzania, Burkina Faso, Uganda e Angola: da questi luoghi ha sempre raccontato di aver fatto la scelta giusta, perché soltanto lì era stata in grado di mettere in pratica nel miglior modo possibile le sue qualità, sia di dottore al servizio di pazienti ma soprattutto di persona che voleva il bene delle persone accanto a se’. Non si è mai sentita “Don Chisciotte” e non ha mai pubblicizzato le sue attività perché per lei quella era la sua vita e la normalità della sua dedizione ad un’attività lavorativa così impegnativa e, molto spesso, assai dolorosa.
A seguito della morte, Chiara e gli amici di Maria hanno deciso di creare una fondazione atta a ricordarla e soprattutto a mantenerla “viva”: tra gli scopi vi è la continuazione dei progetti nei Paesi in cui la dottoressa Bonino aveva lavorato, l’individuazione di nuovi bisogni, siano essi in un continente problematico come l’Africa o in Italia stessa. Una pediatra che vuole e deve continuare a vivere con noi e per noi: ecco la motivazione di una fondazione a lei dedicata.
Chiara mi ha detto: Maria sentiva di dover stare in Africa e combattere per il miglioramento delle condizioni di vita in questa zona del mondo. Io, al contrario, sento di dover lottare con le mie afriche quotidiane, che sento hanno bisogno di me. Ognuno semplicemente deve capire dove stare, senza mai dimenticare che ogni singola azione ha la sua importanza e i suoi risvolti”.
Maria era una ragazza forte, determinata ma soprattutto amava il suo lavoro. Un esempio tangibile da serbare nel cuore e da seguire come modello. Il suo entusiasmo, che Chiara porta nel cuore ed esprime con la sua squillante voce, è quasi invidiabile ma, di certo, un ottimo modo per dire: noi ci siamo e siamo pronti.

 

www.fondazionemariabonino.it

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Valentina Clemente

Valentina Clemente Padovana al cento per cento ma americana nel cuore, dopo la laurea in relazioni internazionali decido di partire per Los Angeles e... continuare a studiare. La California mi piace, UCLA è molto stimolante ma io voglio di più e, grazie ad un’altra borsa di studio, mi trasferisco a Washington a lavorare con i neo-con e... a studiare! Dopo un inverno che mi fa rivivere il freddo patavino quasi dimenticato e mi permette di partecipare all’inaugurazione del secondo mandato Bush, torno nella città degli angeli. Poi, però, giunge il momento del fatidico volo che mi riporta in Italia. Padova mi ha formata ma non mi appartiene più: soprattutto grazie al mio maestro, il Prof Del Vecchio, il sei ottobre 2005 mi trasferisco a Roma, che considero oramai la mia seconda città. Qui termino gli studi e continuo a coltivare i miei interessi per la politica estera, gli Stati Uniti e le relazioni diplomatiche con la Santa Sede. Tutto questo senza mai trascurare la passione che da quando sono piccola mi accompagna: la danza classica. Giornalista in fieri, sono sempre alla ricerca di una storia da raccontare e un viaggio da iniziare… sola o con cari e buoni amici. E senza mai dimenticare il motto che da sempre guida ogni mio passo: “hold on tight to your dreams”.
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Commenti: 1 »

  1. Mi ha commoso questo articolo che hai scritto su Maria… io, lo ho conosciuta, era la mia vicina di casa quando lavorava in Uganda nel ospedale di Lacor. E condivido tutto ciò che hai detto di lei. E mi considerò anche molto fortunata di averla conosciuta.

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