La Miseria dell’Europarlamento
Di Francesco Vannutelli • 24 lug 2009 • Categoria:Europa, Politica, Segnalazioni • 2 CommentiIl 14 di luglio scorso si è insediato il nuovo Parlamento Europeo. I neoeletti hanno occupato per la prima volta i loro seggi e preso confidenza con l’aula, hanno posato emozionati, chi più o chi meno, per le foto di rito, hanno fatto conoscenza tra loro. E alcuni hanno trovato subito il modo di mettersi in mostra. Come Josè Bovè, francese, contadino, ex sindacalista ed ex leader del movimento no-global, eletto a Strasburgo con la lista Europe Ecologie, che ha colto l’occasione del discorso di benvenuto all’aula del presidente delle Commissione Europea José Manuel Barroso, per contestarlo esibendo una maglietta con la scritta “Stop Barroso”. O come il neo eurodeputato del PDL Clemente Mastella, una vita sui banchi del Parlamento italiano, alla sua prima esperienza europea. Sulla quale ha avuto subito da ridire.
Si perché, da questa legislatura, le autorità europee hanno deciso di rendere unica la retribuzione degli eurodeputati. Infatti, mentre prima gli stipendi dei parlamentari europei avevano come canone di riferimento i corrispettivi riconosciuti dalle camere nazionali delle singole delegazioni, da questa legislatura è stato deciso di concedere a tutti i parlamentari un mensile netto di 5700 euro , ai quali si devono sommare altri 4.402 euro mensili per spese generali, cui si ha diritto partecipando ad almeno sette sedute all’anno, 17.570 euro al mese a disposizione per il pagamento di collaboratori e assistenti, 295 euro di diaria per spese di vitto e alloggio, più una serie di rimborsi relativi ai biglietti aerei, ai chilometri percorsi in auto e alla partecipazione a missioni parlamentari all’estero, per i quali è necessario presentare regolare ricevuta. Alle retribuzioni si aggiunge il diritto di percepire la pensione dopo cinque anni di attività, equivalenti a un singolo mandato legislativo.
Un totale mensile di circa 27.700 euro a disposizione degli eurodeputati, quindi, a cui si devono sommare fino a 8.850 euro al mese di rimborso spese per vitto e alloggio.
Il Parlamento europeo ha deciso di uniformare gli stipendi e di fornirli direttamente, anziché delegare la corresponsione ai relativi parlamenti nazionali, decidendo regole più severe in materia di assenteismo, con sanzioni che possono arrivare alla detrazione della metà dello stipendio, e ai rimborsi spese, per i quali è necessario presentare, ora, la corretta e dettagliata documentazione.
Ed è proprio sul tema degli stipendi, in particolare sui rimborsi spese, che Mastella ha trovato l’occasione di esternare il suo disappunto. Appena arrivato a Strasburgo, leggendo le carte delle circolari europee che i suoi assistenti gli passavano, il leader dell’Udeur è esploso in un “È una miseria!” quando si è soffermato sul dettaglio delle cifre della diaria.
I neo eletti italiani si trovano di fronte a una riduzione dello stipendio medio annuale di circa il 40% (da 134.000 a 81.000 euro), considerando il precedente mensile di circa 12.000 euro lordi riconosciuto dal Parlamento italiano ai membri della Camera europea. Bruxelles ha reso noto che la modifica dello statuto parlamentare sulla materia del trattamento economico è mirata principalmente a ottenere maggior trasparenza nella gestione del bilancio europeo.
L’equiparazione degli stipendi favorisce fortemente paesi come Lettonia, Ungheria e Polonia, i cui deputati percepivano, nelle legislature precedenti, circa 10.000 euro l’anno, mentre la situazione rimane pressoché immutata per paesi come Gran Bretagna e Germania, che si attestavano attorno agli 80.000 euro annui.
A pochi giorni dall’inaugurazione della nuova legislatura, la delegazione italiana, quindi, dà immediata prova di stile e umiltà.
Al Parlamento italiano si prende di più e Mastella, che è riuscito a occuparne un seggio ininterrottamente dal 1976 al 2008, lo sa bene. E soprattutto nessuna norma punisce l’assenteismo in termini di decurtazioni di stipendio. Probabilmente, se l’ex ministro della giustizia del governo Prodi avesse letto meglio le comunicazioni europee relative agli stipendi avrebbe evitato di candidarsi. Adesso è costretto a partecipare alle sedute per percepire meno di quanto avrebbe percepito in Italia, o nella precedente legislatura europea.
E così , Clemente Mastella da Ceppaloni, l’artefice della caduta dell’ultimo governo di centro sinistra, siede al suo posto a Strasburgo sentendosi in trappola. Dopo aver visto sfumare la candidatura che Berlusconi gli aveva promesso alle scorse elezioni politiche, si è dovuto accontentare di un posto nelle liste europee. E ora è lì, lontano da casa e con i suoi miseri 36.500 euro al mese.
Bei tempi, quelli in cui era ministro.
Francesco Vannutelli , nato a Roma nel 1986, studia Scienze Politiche presso La Sapienza. Aspirante giornalista, aspirante scrittore, si interessa al cinema, alla fotografia e alla musica. È co-fondatore e co-gestore del blog yourspeakerscorner.blogspot.
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Bell’articolo Francesco, condivido le tue riflessione sull’esimio esponente della delegazione italiana a Strasburgo. Proprio alla luce di queste riflessioni, e considerati i candidati in lista alle Europee, io ero arrivato alla conclusione che fosse piu’ opportuno evitare di prendere parte alla competizione elettorale. Le esternazioni di qualche neo-eurodeputato mi inducono a pensare di non aver fatto male.
Grazie Roberto, la decisione del Pdl di candidare Mastella mi aveva già lasciato alquanto perplesso, se non altro per la storia politica quantomeno “oscillante” dell’ex ministro del centrosinistra. Alle elezioni europee ho fatto fatica a votare, una fatica fisica, davvero. Ma alla fine mi sono deciso che la cosa migliore da fare fosse comunque andare alle urne, pur sapendo che mi sarei pentito presto della mia scelta.
Non ho mai capito del tutto gli astensionisti, ma le ultime vicende politiche italiane, a destra e sinistra, mi stanno facendo cambiare idea.