Tra i tanti problemi del Cairo emergono inquinamento e sporcizia. Entrambi risentono dello scarso senso civico, e soprattutto della mancanza di educazione civica nelle scuole. Il Cairo è una città assai vasta, e per semplificarne la gestione è stata divisa in governatorati: per quanto riguarda il problema dell’inquinamento, ad esempio, ogni governatorato incarica una compagnia privata di liberare la propria area dai rifiuti.
Nello scorso settembre è accaduto che i dipendenti della compagnia italiana che si prende cura della rimozione dei rifiuti nell’area di Giza abbiano scioperato per tre settimane. Lo sciopero è stato proclamato per ragioni economiche: gli scioperanti ritengono di essere retribuiti inadeguatamente rispetto alle grandi quantità di rifiuti che è necessario rimuovere, mentre il governatorato sostiene che, poiché le quantità non sono mai aumentate, non è giustificabile aumentare i pagamenti. Una questione economica che ha trasformato per tre settimane intere l’area di Giza in un’abnorme pattumiera urbana.
Dana Moussa, ventitreenne che lavora nel settore economico e degli investimenti, è una dei tanti abitanti della zona di Giza. Durante lo sciopero della compagnia che si occupa di liberare l’area dai rifiuti, si è resa conto di quanto fosse allarmante il fatto che nonostante enormi quantità di rifiuti decorassero in modo ingombrante le strade del quartiere, nessuno facesse niente per trovare un rimedio. È stato così che un pigro pomeriggio di settembre Dana ha creato un gruppo su Facebook per stimolare gli abitanti del quartiere ad attivarsi e fare qualcosa per risolvere il problema dei rifiuti. L’idea iniziale, molto semplice, è stata quella di raccogliere un ragionevole numero di persone e pulire le strade laddove il governo stesse mancando ai suoi compiti. Con grande sorpresa il numero di partecipanti ha sfiorato il centinaio: questo gesto ha attirato molta attenzione, specialmente da parte dei media, i quali hanno avuto un effetto di pressione sul governo.
La notizia si è sparsa a tal punto che nell’arco di una decina di giorni, da un semplice evento spontaneo, sono scaturite le basi di un’organizzazione riconosciuta dal governo: in un solo pomeriggio un gruppo di volontari ha riempito più di duecento sacchetti della spazzatura a mani nude. Iniziativa popolare che ha messo in cattiva luce il governo ponendo l’accento sulle sue gravi mancanze.
L’Egitto è un paese molto burocratico, e tra le mille regole che esistono c’è quella che vieta di trasportare i rifiuti da un governatorato all’altro senza permessi governativi: dopo l’evento di settembre “Clean Up Giza” lo stesso governatorato di Giza ha contattato telefonicamente Dana per proporle una collaborazione.
Oggi, a due mesi di distanza, sono più di seicento le persone che collaborano per far qualcosa di positivo per la città: l’obiettivo entro la fine dell’anno è di ottenere 25.000 grandi bidoni della spazzatura da dislocare in ogni area del Cairo. Dati gli scarsi fondi governativi, questi bidoni sarebbero sponsorizzati da compagnie private, ristoranti, fast food e da chiunque volesse contribuire ed essere di supporto al progetto. In questo modo, tramite i media, la pressione sul governo aumenterebbe con lo scopo di promulgare una legge che vieti di gettare rifiuti per strada. A mesi alterni è programmato un evento, diramato in più aree del Cairo, per pulire la città: il motivo di quest’iniziativa bimestrale nasce dal fatto che fino ad ora Dana ha utilizzato Internet quale mezzo di comunicazione per raggiungere le persone, ma in un paese quale l Egitto, dove la percentuale delle persone che ha accesso a internet è inferiore al 12% , il mezzo non è pienamente efficace. Per questa ragione gli eventi di piazza, con gente che pulisce le strade a mani nude e con le scope, sono molto più efficaci per raggiungere l’attenzione di un maggior numero di persone, di qualunque classe sociale, e dare il buon esempio. Ultimo passo di questa campagna di sensibilizzazione al problema sempre tramite pressione mediatica sul governo è di ottenere nelle scuole le ore d’insegnamento dell’educazione civica.
Se gli obiettivi che sono stati posti dovessero essere raggiunti nell’arco di un anno, il passo successivo sarebbe quello di spingere il governo, tramite una nuova campagna di sensibilizzazione, a creare un sistema di trasporti pubblici meglio strutturato, così da ridurre le vetture in circolazione.
Questa magnifica iniziativa è solamente all’inizio, ma la velocità con cui tutto sta procedendo è molto promettente: è un’impresa certamente ambiziosa, specialmente in un paese come l’Egitto, che non ha grandi fondi per finanziare questo tipo d’iniziative. Positivo il fatto che tutto questo sia nato per iniziativa di una giovane ragazza che è riuscita a smuovere gli animi e il senso civico dei cittadini, facendo un piccolo passo verso un domani migliore e si spera, più pulito.
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