Dall’Inghilterra al Camerun: 9000 km in Panda per beneficenza

marzo 19th, 2009 by Redazione | No Comments

Dall'Inghilterra al Camerun: 9000 km in Panda per beneficenza

Il Tamarindo è felice di segnalare la coraggiosa iniziativa di tre ragazzi torinesi, Carlo, Ludovico e Paolo, pronti ad affrontare 9000 chilometri con una vecchia Panda 4×4 per raccogliere fondi per l’associazione benefica Send a Cow.
Ecco come i nostri coetanei presentano il loro progetto:
The Adventurists promuove spedizioni benefiche attraverso l’Europa e l’Asia già da anni. Non è passato molto da quando alcuni degli organizzatori ebbero un’intuizione: l’Africa!
Il più incontaminato e affascinante continente del mondo era lì, ad aspettarli, e ancora nessuno aveva lontanamente osato pensare di attraversarlo con macchine da 1.000c.c. Era pane per i loro denti.
Viste possibili rotte da seguire e paesi da attraversare fu dato l’annuncio: nasce l’Africa Rally.
Le prime reazioni furono sconfortanti, il più della gente li riteneva dei pazzi e non avrebbe mai scommesso neanche un euro sulla riuscita di qualche equipaggio.
Fortunatamente, altri reagirono con spirito diverso, con il giusto ottimismo e nel luglio 2008 ben quarantadue equipaggi si presentarono ad Hide Park a Londra pronti per la prima missione verso il Cameroon. Di questi quarantadue solo ventotto arrivarono fino a Kribi, dimostrando a tutti che questa straordinaria impresa era possibile.
La cosa più bella è che l’edizione 2008 dell’Africa Rally ha accumulato la straordinaria somma di £75.000 interamente devoluta in beneficenza.
Visto il successo degli equipaggi e la considerevole cifra raccolta fu subito deciso di organizzare una nuova spedizione così il 13 dicembre 2009 un nuovo gruppo di avventurieri armati di mini macchine di 1.000c.c. si ritroveranno ad Hide Park per far ricominciare l’avventura. E tra questi ci sarà anche la Taurinorum Travel, formata dai tre ragazzi torinesi Carlo Alberto Biscaretti di Ruffia, Ludovico de Maistre e Paolo Rignon.
L’itinerario (ovviamente indicativo) che la Taurinorum Travel Team seguirà è il seguente:
1.UK
2.Francia
3.Italia
4.Tunisia
5.Algeria
6.(Mali)
7.Niger
8.Nigeria
9.Camerun
Cos’è SEND A COW?
Questo programma di agricoltura sostenibile, fondato nel 1988 da un gruppo di agricoltori inglesi, è oggi attivo in nove Paesi africani e mira ad aiutare i piccoli agricoltori nella lotta alla povertà e alla malnutrizione.
L’Africa Rally supporta il progetto SEND A COW dal 2007 per la regione nord del Cameroon, zona molto arida con una lunga stagione secca, in cui i branchi di bestiame sono molto diffusi e causano conflitti tra allevatori e agricoltori per via dello sfruttamento dei pascoli.
La donazione può essere fatta attraverso la pagina che la Taurinorum Travel Team ha predisposto su JustGiving. Tutte le donazioni effettuate su Just Giving vengono direttamente devolute agli organizzatori del progetto “Send a Cow”.
Qualsiasi tipo di donazione è importante (anche piccola; ricorda che tante gocce riempiono un vaso).
Non hai la carta di credito e non puoi donare? Non importa, condividi il nostro blog o l’evento su facebook con i tuoi amici, più persone lo vedranno più fondi riusciremo a raccogliere.
PER INFORMAZIONI
Contattate pure la Taurinorum Travel Team! La squadra è in continua ricerca di partner e sponsor per organizzare e affrontare la spedizione!
www.taurinorumtravelteam.com
info@taurinorumtravelteam.com


IndipendenteMente 1° concorso on line per soggetti e sceneggiature. Edizione 2009

febbraio 3rd, 2009 by tdomf_9e53f | No Comments

IndipendenteMente
1° concorso on line per soggetti e sceneggiature.
Edizione 2009
PREMESSA
Arkadin Pictures in collaborazione con la rivista on line di letteratura, Progetto Babele, indice un concorso per soggetti e sceneggiature di genere, che abbiamo come tratto peculiare una fattibilità cinematografica effettiva, per una produzione indipendente, e dall’altra una spiccata originalità. Il tentativo di questo concorso e comprendere l’effettivo valore delle idee e copione che circolano nella rete nazionale e valorizzare le capacità inventive degli autori.
REGOLAMENTO
1. La partecipazione al Concorso è aperta a tutti. Sono ammesse opere di Autori singoli o collettivi.
2. Il Concorso è dedicato strettamente ai generi: giallo, thriller, noir, horror, fantasy, fantascienza. Solo esclusi la commedia, il comico, il melodramma, il musical e il dramma. Sono consentiti le commistioni di generi, dove ovviamente risalti in maniera preponderante il genere di riferimento.
3. La partecipazione al Concorso è gratuita.
4.Si può partecipare con soggetti originali di dieci pagine formato “cartella standard”: interlinea 1,5 o doppia, 30 righe per 60 battute per un numero di battute complessivo pari a 18\’000, spazi compresi, le cartelle devono essere numerate e contenere il nome dell’autore, il titolo e il genere di riferimento su ciascuna pagina. I lavori che non rispetteranno queste impostazioni saranno esclusi dal concorso.
5 Le sceneggiature dovranno essere di lunghezza compresa tra le 60 e le 80 pagine, corrispondenti a circa un’ora e venti di film. L’impaginazione deve essere in courier new, corpo 12, con numerazione delle scene e delle pagine, deve contenere in copertina il nome, il titolo e il genere di riferimento, NON deve assolutamente contenere indicazioni di regia pena l’esclusione dal concorso. Deve necessariamente trattarsi di un’opera assolutamente originale, sono quindi esclusi adattamenti da romanzi o da altre opere.
6. Ogni autore può partecipare con una sola opera. Tutte le opere devono essere assolutamente inedite (si intende: mai apparse in forma stampata e neppure su Internet ) e tutti i diritti di copyright devono essere interamente detenuti dall’Autore o dagli Autori.
7. I lavori vanno spediti esclusivamente in uno dei seguenti formati digitali: WORD o PDF come allegati all’indirizzo di posta elettronica: project@arkadinpictures.com.
Nel testo della email devono essere riportate le seguenti informazioni: titolo dell’opera, nome, cognome, indirizzo, numero di telefono dell’Autore e curriculum dettagliato. Sono escluse immagini o illustrazioni.
8. Il termine ultimo per l’invio degli elaborati è il 1 AGOSTO 2009. Fa fede l’indicazione dell’header di posta elettronica.
9. Le sceneggiature ed i soggetti, saranno sottoposti a valutazione da parte di qualificati operatori del settore.
10. Gli elaborati vincenti, saranno pubblicati sul sito della rivista di letteratura on line Progetto Babele entro l’anno corrente, riconoscendone sempre la paternità all\’Autore. L\’esclusiva della pubblicazione durerà fino al termine dell\’anno 2009. L’Arkadin Pictures, da parte sua, avrà l’opzione per una trasposizione cinematografica, valevole fino al termine del 2010.
11. I vincitori saranno i tre elaborati, tra le sceneggiature e soggetti, che meglio si distingueranno per fattibilità cinematografica e originalità. La comunicazione ai vincenti avverrà tramite posta elettronica.
12. Il giudizio della giuria è inappellabile.
13. L\’invio dell\’elaborato e la partecipazione al Concorso comporta l\’accettazione di questo regolamento in tutte le sue parti. Il mancato rispetto di una delle clausole comporterà la squalifica dal concorso.
Per ulteriori informazioni rivolgersi a:
Info@arkadinpictures.com


Change has come to America

gennaio 22nd, 2009 by Valentina Clemente | 1 Comment

Change has come to America

Erano in due milioni a Washington D.C., pronti a testimoniare e a vivere una giornata indimenticabile. Barack Obama ha giurato da Presidente, ha radunato attorno a sé tutta l’America, bianca e nera, che con lui non vede l’ora di iniziare un nuovo percorso e una nuova era.
Gli Stati Uniti, quindi, hanno un nuovo presidente e il Mondo ha un nuovo leader, che sicuramente riuscirà a fare breccia nel cuore della politica internazionale.
Barack Obama, nel suo discorso d’insediamento, forse un po’ più pacato e diretto rispetto alle parole a cui ci aveva abituati durante la campagna elettorale, alla convention di Denver e al primo discorso dopo l’avvenuta vittoria il quattro Novembre dello scorso anno, chiama il Paese dei Founding Fathers “a una nuova era di responsabilità” che si deve necessariamente basare sui dei valori antichi, solidi senza mai dimenticare lo slogan che l’ha caratterizzato nei mesi scorsi: “il mondo ha bisogno del cambiamento, l’ha ottenuto e noi dobbiamo cambiare”.
Obama, sin dall’inizio della sua comparsa sulle scene politiche nazionali,
è sempre stato definito come l’incarnazione del sogno americano e di quello del profeta dell’integrazione razziale Martin Luther King: nelle sue prime parole da Presidente, non ha deluso neanche questa aspettativa. Lui stesso, infatti, afferma di essere lì perché” la più antica democrazia dei tempi moderni ha saputo fare prevalere la speranza sulla paura”. E proprio a tal proposito, l’ex senatore dell’Illinois, ricorda il cammino percorso dagli afro-americani dalla segregazione di meno di 60 anni fa e la speranza e il senso dell’unità della nazione: queste doti devono ritenersi essenziali per un cammino che inizia nella tempestosa recessione economica e che deve condurre a superare la crisi e ad affermare i forti valori dell’uomo, talvolta dimenticati.

Il discorso da neo presidente è, quindi, conciso e scandito da parole dirette a tutti i suoi cittadini, ai quali viene esplicitamente richiesto di “mettersi al lavoro per rifare l’America”.
Barack Obama, inoltre, tende la mano all’Islam e ai partner degli Stati Uniti perché “chi vuole la pace è amico degli USA”. Non mancano critiche all’amministrazione uscente, come quando lui stesso definisce “falsa” la scelta tra la sicurezza del paese e il rispetto degli ideali, dei principi americani e dei diritti umani. Obama, però non veste di certo i panni del pacifista quando, rivolgendosi ai terroristi e ai nemici, dice loro “Vi sconfiggeremo”.
Il primo presidente nero rappresenta una nazione ancora giovane ma prontissima a lottare e a dare importanza a tutti gli individui, che nascono tutti uguali e sono libero di perseguire la felicità.
“I vostri popoli vi giudicheranno per quello che costruite, non per quello che distruggete” è stato uno dei moniti più forti scanditi nel discorso post giuramento: parole assai importanti, che il Presidente di certo non mancherà di mettere in pratica.
Chi si aspettava un discorso “eco” dei capi di stato che l’hanno preceduto è stato sicuramente deluso: Obama ne ha citato soltanto uno, Washington, e senza farne grandi clamori.
Gli Stati Uniti, però, non hanno bisogno di una copia di un presidente: ne vogliono uno nuovo, autentico, che continui imperterrito a proteggere il Paese. E Barack Obama, tra le migliaia di aspettative, di certo non deluderà questo aspetto. Non ci resta che augurargli Buon Lavoro!


INAGURATION DAY: WHAT A DAY!

gennaio 20th, 2009 by Valentina Clemente | No Comments

INAGURATION DAY: WHAT A DAY!

“Io, Barack Hussein Obama, giuro solennemente che eserciterò lealmente l’incarico di presidente degli Stati Uniti ed eserciterò le mie capacità al massimo per preservare, proteggere e difendere la Costituzione degli Stati Uniti“: con questa frase, conclusa da “so help me God”, non prevista dalla Costituzione, per un totale di 39 parole, Barack Obama tra poche ore giurerà come 44esimo presidente degli Stati Uniti.
La frase verrà letta dal presidente della Corte Suprema, John Roberts, e ripetuta da Obama mentre terrà la mano sulla Bibbia di Abramo Lincoln, sorretta, proprio come vuole la tradizione, dalla moglie Michelle.
Washington e’, quindi, prontissima ad ascoltare queste parole e soprattutto preparatissima a seguire l’Inauguration day, giorno in cui il presidente eletto Barack Obama diverrà ufficialmente il 44esimo presidente Usa al Capitol Hill, aprendo una nuova era.

Poche ore mancano all’inizio della cerimonia, previsto alle ore 10 locali, le 16 in Italia. Il giuramento vero e proprio avverrà, come da tradizione, a mezzogiorno (le 18 italiane), preceduto alle 11.30 dal quello del vice John Biden. Obama arriverà a Capitol Hill dalla Casa Bianca insieme al presidente uscente George W. Bush e, dopo aver giurato, parteciperà a un pranzo inaugurale organizzato dal Congresso e poi alla parata sulla Pennsylvania Avenue. In serata Barack e Michelle Obama apriranno le danze del primo ballo inaugurale al Walter e Washington Convention Center.

Circa due milioni di persone sono attese nella capitale americana, blindatissima e assolutamente in perfetta fibrillazione.
Preparando uno dei più attesi messaggi inaugurali mai pronunciati,
Obama cercherà di rassicurare gli americani colpiti dalla recessione economica e parlerà al mondo del suo desiderio di ridare importanza e colore all’appannata immagine degli Stati Uniti.
Barack Obama, però, eletto con la promessa di cambiare dopo gli otto anni del repubblicano George W. Bush, è consapevole delle ampie speranze ed aspettative che tutto il popolo americano ha posto in lui e, allo stesso tempo, è pronto a vincere queste sfide.
Tra i suoi principali obiettivi spicca, ovviamente, un piano di risanamento dell’economia e il ritiro delle truppe americane dall’Iraq, previsto in circa sedici mesi.

Tante preoccupazioni e problemi che, però, non dovranno rovinare una giornata che da tutti è stata definita storica, come del resto lo sono state candidatura e vittoria.
Numerose le note di colore che la caratterizzano: Obama, infatti, non giurerà soltanto sulla Bibbia che lo stesso Abramo Lincoln usò nel giorno del suo insediamento, bensì mangerà anche come fece il sedicesimo presidente nel suo Inauguration day.
Il pranzo infatti, offerto a Obama, Biden e ai familiari e servito al  Congress’s Statuary Hall, sarà proprio come quello che il 16esimo presidente Usa gustò il giorno del suo insediamento nel 1861. Si inizierà  con un antipasto di ‘vol au vent’ ai frutti di mare, poi petto d’anatra in salsa di spezie e ciliegie, fagiano arrosto alle erbe servito con patate in melassa e verdure. Per finire dolce di mela alla cannella.

Sarà sicuramente una giornata impegnativa e saremo tutti prontissimi a viverla insieme, consapevoli che una nuova era, ricca di quel “change” di cui Barack Obama si è da sempre dimostrato portatore e sostenitore, sta proprio iniziando. Ancora una volta, gli occhi del mondo guardano all’America.


Ciao Sandro…

novembre 22nd, 2008 by Michelangela Di Giacomo | No Comments

Roma, 22/11/2008. Mi spiace dover nuovamente ricordare un lutto, ma è morto oggi Sandro Curzi. E’ la prima notizia che ho letto sul giornale, e il dolore per la perdita di una persona affabile e rigorosa e il vuoto lasciato dalla scomparsa di un personaggio che ha dedicato la sua vita alla lotta per la libertà, politica e d’espressione, ha saturato l’aria fredda di questo mio sabato mattina. Resistente a 13 anni, militante nel PCI a 14, collaboratore di Berlinguer e Bertinotti, Sandro è rimasto tutta la vita fedele alle scelte di allora. Direttore di Paese Sera, del Tg3, di Telemontecarlo e di Liberazione, da anni nel c.d.a della RAI, ha profuso come giornalista tutto il suo impegno per una stampa democratica e per dei mass media con una funzione pienamente culturale. L’ho conosciuto di sfuggita, intervistato, ormai anni fa, l’ho incontrato a tutte le manifestazioni e, in tutte le occasioni, non mi ha mai negato un cenno, un saluto, una battuta ironica ed intelligente…e una nuvola di fumo della sua inseparabile pipa. Mi disse di crederci, nel giornalismo e nella politica, di non chiudere gli occhi; mi disse di crederci, nei giovani e nel futuro che saremmo stati in grado di costruire sulle orme di ciò che loro, i resistenti, avevano combattuto per lasciarci. La sua lezione trascende le categorie politiche e ci insegna a non dimenticare mai il valore della Libertà, dell’impegno e dell’analisi critica e culturale del mondo che ci circonda, a non darli mai per scontato e ad assaporarli come un bene raro e prezioso. A me Sandro mancherà, e non certo solo per ragioni politiche.


Capire e capirci: il professor Branca fa il punto sull’integrazione dei musulmani in Italia

novembre 8th, 2008 by Federico Berlingieri | No Comments

Per cercare di capire come stanno le cose e come dovrebbero essere abbiamo intervistato Paolo Branca docente di Islamistica e di Lingua e letteratura araba all’Università Cattolica di Milano, nonché uno dei massimi esperti italiani in materia.
Il professore spiega schiettamente ai lettori del “Tamarindo” quanto sia indispensabile che si stabilisca un dialogo diretto fra giovani di differenti culture e religioni, al fine di favorire una solida comprensione reciproca.
I problemi sono reali e profondi, il confronto fra culture inevitabile: siamo una generazione che non può esimersi dallo sforzarsi di capire e di conseguenza dall’imparare a convivere con le differenze.


Siamo azionisti di questo Stato!

novembre 6th, 2008 by Guicciardo Sassoli de Bianchi | 1 Comment

Chi l’ha detto che non si possa fare niente per migliorare la trasparenza della nostra pubblica amministrazione? Intervistiamo Federico Sassoli de Bianchi, Presidente di Civicum, fondazione che si dedica ad una battaglia etica e fondamentale per ottenere più chiarezza per i cittadini su come vengono gestite le risorse pubbliche delle nostre città.
Quali spese sostengono i comuni, e con quali risultati? Quali sono le città che amministrano meglio le proprie risorse e con quali indici di efficienza?
A queste domande verrebbe  da rispondere “non lo sapremo mai”. E invece è possibile avere delle risposte. Basta entrare nell’ufficio del proprio comune di residenza e dire:
“Posso vedere il vostro bilancio? È un mio diritto”.


Un ricordo silente di Giuliano Procacci

ottobre 5th, 2008 by tdomf_9e53f | No Comments

http://gualtieri.italianieuropei.it/2008/10/giuliano-procacci-storico.html
il 3 ottobre è venuto improvvisamente a mancare Giuliano Procacci, storico emerico, classe 1926. Autore della “Storia degli Italiani” e di molteplici altri scritti, Procacci mancherà alla storiografia italiana con la sua prospettiva gramsciana e marxista, con la sua ricerca sempre innovativa e lucida del mondo. Un ricordo nel blog di un suo allievo.


Pat Garret & Billy the Kid

luglio 29th, 2008 by Filippo Chiesa | No Comments

Pat Garret & Billy the Kid

Sam Peckinpah (1973)
“Pat Garret & Billy the Kid” di Sam Peckinpah è un film bello e commovente, che racconta la fine di un’epoca. Il film dipinge non solo la fine del West come mondo in cui le leggi hanno poco valore e il viaggio continuo è lo stile di vita predominante, ma ancor di più la fine dell’idea del West, la fine del romanticismo che accompagnava l’avanzare della frontiera.
All’inizio del film Pat Garret, l’ex-bandito diventato sceriffo, dice a Billy the Kid, che era stato suo compagno di rapine e avventure: “Times are changing, Billy”. Nella risposta di the Kid è racchiusa l’essenza stessa del film: “Times may be. I ain’t”.

Billy è un eroe romantico tradizionale, che vive seguendo gli ideali di un mondo che non c’è più. Le stupende musiche di Bob Dylan – che interpreta anche con successo una parte nel film – accompagnano la sua fuga da Pat Garret, che ha il compito di arrestarlo. “Billy, you are so far away from home” dice la serenata folk di Dylan. Ma la casa di Billy non è materiale. Billy è un nomade in continuo spostamento, la cui unica casa è un ideale di vita comune con i suoi amici e la sua donna. E tuttavia Billy è di un romanticismo consapevole, privo di ingenuità. In una delle scene più cariche di significato del film, Billy affronta in duello un ex-criminale dall’occhio guercio, che Pat Garret ha assoldato come suo vice. Schiena contro schiena, i due stanchi cow-boys concordano di contare dieci passi prima di voltarsi e sparare. Billy è del tutto consapevole dell’evanescenza di ogni ideale di lealtà in un mondo corrotto e in declino, e non comincia neppure a camminare. Sarà proprio il vice-sceriffo guercio a provare che Billy aveva ragione, voltandosi dopo solo otto dei dieci passi concordati con l’intenzione di fregare the Kid, al quale, giratosi sin dall’inizio, non resta altro che trapassare l’avversario.
Anche Billy quindi sa che i tempi stanno cambiando, e quando può e la necessità lo impone si sa adattare alle mutate circostanze. Ma per la maggior parte del film Billy rimane aggrappato ad un amore romantico per un mondo che non c’è più. Per una donna che ha perso ormai speranza di rivederlo dopo ogni sua partenza. Per la sua casa, luogo dell’anima più che materiale, decantata da Dylan. Un amore vano. Una casa effimera. Che però, grazie al film di Peckinpah, resterà immortale, a differenza della tranquilla e spaziosa abitazione che Garret potrà comprarsi forte della sua nuova posizione di sceriffo.


Università ponte per l’Asia?

luglio 9th, 2008 by Guicciardo Sassoli de Bianchi | No Comments

Intervista al prof. Ugo Bisteghi,
Storico dell’ Asia moderna e contemporanea,
Università di Bologna
Iran, Turchia: un Paese sempre più lontano, l’altro sempre più vicino all’Europa, ma entrambi legati da antiche relazioni con l’Italia.
Quali sono le relazioni culturali fra Italia e Iran oggi?
S’intravede un primo spiraglio di luce: nel 2009 professori dell’Università di Bologna insegneranno in Iran; che il mondo accademico riesca dopo tanti anni a riaprire le relazioni culturali fra i due Paesi?
La Turchia, il suo esercito e l’Italia. Un futuro assieme in Europa?



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