Flatterlandia: tutte le dimensioni del 21° secolo
dicembre 23rd, 2009 by Antea Brugnoni | No Comments
Ispirato ad un classico del 19° secolo, l’ultimo romanzo del matematico Ian Stewart apre nuovi orizzonti ‘dimensionali’ agli appassionati e ai profani.
Massiccia ed elegante, la traduzione italiana di Flatterlandia (Aragno 2008), uno degli ultimi ‘romanzi scientifici’ di Ian Stewart, mette un po’ soggezione. Ultimo rampollo della famiglia dei Flat-books, Flatterlandia è un degno erede di Flatlandia, romanzo scientifico-politico scritto nel 1884 da Edwin A.Abbott, capostipite della famosa discendenza. Nel romanzo dello scrittore vittoriano letture molteplici si intrecciano su una semplice trama: il quadrato A.Square, abitante di Flatlandia, un pianeta a due dimensioni, riflette sulla possibilità di una terza dimensione e riceve persino la visita di Sfera, abitante dell’universo 3D. Considerato eretico per queste sue visioni sovversive, A.Square è imprigionato e deve affrontare il dissenso della società flatlandese. Se dal punto di vista scientifico l’opera di Abbott fu ritenuta antesignana nello studio della quarta dimensione (a quel punto sono gli scienziati del nostro mondo tridimensionale ad essere considerati eretici) e della sua possibile configurazione, dal punto di vista politico, invece, fu considerata una satira della rigida struttura della società vittoriana.
Negli anni si sono susseguiti molteplici saggi o libri ispirati a Flatlandia, come Sphereland di D.Burger o The Planiverse di Kee Dewdey, fino all’ultimo Flatterlandia di I.Stewart.
Ian Stewart, autore di varie opere di divulgazione scientifica che gli hanno permesso di aggiudicarsi nel 1995 la Medaglia Micheal Faraday della Royal Society per ‘eccezionali contributi alla pubblica comprensione della scienza’ si è lanciato nella sfida di ‘attualizzare’ Flatland, integrandolo con tutte le ulteriori dimensioni di cui fa uso la scienza moderna. Questa volta sarà la discendente del quadrato A.Square, la nipotina Vikki, a dovere fare i conti con la società ‘piatta’ di Flatlandia. Moderna e tecnologica oltre le aspettative di A.Abbott, la Flatlandia di I.Stewart conserva la complessa divisione in caste: le donne (le linee), gli uomini umili (triangoli molto isosceli), quadrati (cittadini normali) fino a raggiungere, aggiungendo man mano dei lati, il clero (cerchi). La giovane Vikki, furba e intraprendente, dopo avere scoperto in cantina un manoscritto dell’antenato reietto, parte per un lungo viaggo attraverso le più svariate dimensioni, incontrando esseri strampalati, tra cui la mucca Moobius, formata dal famoso nastro scoperto dallo scienziato tedesco Moebius, i frattali Fiocco-di-Neve e Mandelbroccolo, con riferimento a Benoit Mandelbrot che introdusse i frattali, e persino la sfera-non-sfera Alexander, gentile ospite del Continente Foglio-di-Gomma, panorama topologico.
Se, come fa notare lo stesso autore, il libro risente della mancanza della prosa vittoriana di A.Abbott, esso è invece ricco di giochi di parole, sottili umorismi e fantasie matematiche, superbamente rispettate dalla traduzione di Filippo Demonte-Barbera, la cui introduzione è di per se un interessante viaggio tra generazioni di letterati e scienziati, compreso quella dello stesso traduttore.