Barack Obama e il suo “dream team” in fieri
novembre 15th, 2008 by Valentina Clemente | No Comments
Già definito dai media come “il presidente con il compito più difficile dai tempi di Franklin Delano Roosevelt”, Barack Obama è pronto a guardare in faccia gli americani e il mondo intero, conscio delle problematiche che dovrà affrontare nei quattro anni del suo mandato presidenziale.
In un albergo di Chicago, inaspettatamente divenuta una provvisoria Casa Bianca, Obama è comparso davanti alla stampa internazionale per la prima volta da “presidente eletto”.
Sembra passata un’eternità da quando, pochi giorni fa, Obama parlò al mondo intero dal parco nel cuore di Chicago accolto da centinaia di migliaia di persone in delirio.
Poco tempo dedicato agli onori e subito all’opera, consapevole del peso degli oneri.
Dopo aver ricevuto per due giorni i briefing segreti d’intelligence che spettano al presidente eletto, aver parlato con vari leader mondiali ed aver discusso con i consiglieri economici, Obama ha assunto il tono del comandante in capo, pur sottolineando che lui non sarà presidente fino al 20 gennaio.
Con l’America colpita dalla peggiore crisi economica dai tempi della Grande Depressione, Obama ha riunito il proprio team economico e parlato alla stampa in una giornata nera per l’economia: 240 mila posti di lavoro sono andati perduti a ottobre, per un totale annuo pari a 1,2 milioni mentre il tasso di disoccupazione è salito al 6,5.
E proprio di economia ha iniziato a parlare. Barack Obama ha, infatti, sottolineato la gravità della situazione e al contempo ha descritto i suoi tre punti chiave: in primis, un piano di salvataggio per la classe media, in secundis arginare l’impatto dilagante della crisi finanziaria ad altri settori della nostra economia. Inoltre, sarà essenziale sorvegliare da vicino l’entrata in vigore di questi programmi nel raggiungimento dell’obiettivo centrale di stabilizzare i mercati finanziari proteggendo i contribuenti e, al contempo, mettere a punto una serie di politiche che facciano crescere la classe media e rafforzino l’economia a medio termine.
Le soluzioni il presidente eletto le ha analizzate, insieme al vice Joe Biden, con 17 collaboratori di alto profilo tra cui gli ex ministri del Tesoro Lawrence Summers e Robert Rubin, Paul Volcker, Eric Schmidt, numero uno di Google e Richard Parsons, nome di spicco del Time.
Numerose, inoltre, sono le indiscrezioni che indicano Hillary Clinton come prossima Secretary of State: i portavoce dell’ex candidata alla nomination, sconfitta da Obama e diventata poi una sua fedele sostenitrice, hanno riferito che la decisione finale spetterà sempre e comunque al Presidente eletto. Altre possibili scelte di Obama sono Caroline Kennedy, la figlia di JFK, e l’ex vicepresidente e premio Nobel per la pace Al Gore: Gore potrebbe ricoprire la carica di “zar” del clima o dell’energia, che dovrebbe coordinare tutti i ministeri e le agenzie federali del settore.
Caroline Kennedy, che ha fatto campagna per Obama e ha guidato la ricerca del vicepresidente ideale (conclusa con la scelta di Joe Biden), potrebbe essere la prossima ambasciatrice degli Usa alle Nazioni Unite.
Barack Obama non sembra volersi fermare mai. Per rimanere fedele e vicino a chi l’ha sostenuto anche e soprattutto via internet, il presidente eletto invierà agli americani il tradizionale messaggio radiofonico del sabato non più soltanto via radio, come finora abituati dal presidente George W. Bush, ma anche via YouTube. Il video, della durata di 4 minuti, sarà diffuso attraverso il sito www.change.gov, portale internet allestito da Obama attivo per tutto il periodo fino al 20 gennaio 2009, giorno in cui il presidente eletto giurerà davanti al Congresso ed entrerà alla Casa Bianca.
Non ci rimane che dire: Buon Lavoro, Mr. President!